Ci mettiamo la faccia: i migliori libri letti nel 2018

Il 16 dicembre del 2013 è nato il nostro blog Parla della Russia. Come da tradizione, festeggeremo il nostro compleanno consigliandovi il libro migliore letto nel 2018. E ci mettiamo pure la faccia! In questo appuntamento annuale si mostrano anche i russi solitamente rintanati nel nostro gruppo segreto. Godeteveli tutti! E postateci nei commenti i vostri libri dell’anno.

La ferrovia sotterranea, Colson Whitehead

AlexCMLF2018_scaledConsigliato da: AD Blues

Mi ha preso, mi ha fatto sobbalzare il cuore, mi ha torto le viscere per l’indignazione e l’orrore e mi ha messo l’amaro in bocca facendomi riflettere che l’America giovane e schiavista non era poi tanto differente da quella di oggi.
Tanti i russi che l’hanno amato, Speranza l’ha recensito qui.

Una donna, Annie Ernaux

MariarosaCMLF2018_scaledConsigliato da: Agata (e la tempesta)

È stato un anno pieno di impegni e di soddisfazioni, che però mi hanno sottratto il tempo per leggere (ma non per comprare libri 😅).
Come mio solito ne ho iniziati molti, l’ingordigia letteraria non mi lascia scampo. Sono sicurissima che fra quelli che ho acquistato ci sarebbero altri libri dell’anno, uno fra tutti potrebbe essere il Diario di Susan Sontag (che genio!) della Nottetempo che mi ripropongo di finire durante i giorni di vacanza che mi aspettano.
Altro libro che voglio citare è Pensando a mio padre, di Yan Lianke, anche questo edito da Nottetempo. Un racconto sul rapporto col padre negli anni del Grande balzo in avanti, la miseria, la fame, ma anche la forza, il rimpianto e il perdono.
Riguardando indietro le mie letture, quindi, eleggo a mio libro dell’anno Una donna di Annie Ernaux, uscito per i tipi de L’Orma Editore. I motivi li ho descritti qui, nella mia recensione.
Era da tanto che non piangevo chiudendo un libro. Chi ha perso la propria madre potrà capirmi.

Tom Sawyer, Mark Twain

AlbertoCMLF2018_scaledConsigliato da: Albtsebt

Tom Sawyer, del genio creativo infantile, il vero precursore di tutta la beat generation, altro che on the road, l’ho ricominciato per scherzo, l’ho letto e riletto quest’anno e mi ha cambiato la vita, per la seconda volta.

Patria, Ferdinando Aramburu

AnnaLisaCMLF2018_scaledConsigliato da: Anna Lisa

Non il genere, non i temi, non lo stile che mi toccano di più, pensavo quando ho iniziato a leggerlo. Eppure, già dopo poche pagine, il romanzo mi ha conquistata: qui, infatti, lo scrittore è riuscito a presentare in modo umanissimo e immediato i due volti del movimento dell’indipendenza basca (E.T.A.), quello dei sostenitori del braccio armato e quello delle sue vittime. Nessuna retorica, nessuna ideologia: unicamente comprensione e solidarietà.

Un’odissea. Un padre, un figlio e un’epopea, Daniel Mendelsohn

PaolaCMLF2018_scaledConsigliato da: Ariafelice

In un anno denso di letture meravigliose, ho dovuto pensare a lungo quale libro scegliere. Ma alla fine non ho più avuto esitazioni. Non finirò mai di ringraziare Daniel Mendelshon per avere scritto questo libro. Insegnante di lettere classiche all’università, l’autore un anno si trova il vecchio padre ormai in pensione seduto nel primo banco come uditore, una presenza scomoda e imbarazzante, deciso a seguire il corso dedicato all’Odissea. Il racconto di quelle lezioni mi ha coinvolto per più aspetti. Per avermi dato alcune chiavi di lettura a cui non avevo davvero pensato (la menzogna, ad esempio, il tradimento), con il conseguente pensiero denso di invidia: perché non so insegnare così? e soprattutto, in un anno per me molto particolare, mi ha toccato nel profondo la storia di un padre e un figlio.

L’isola di Arturo, Elsa Morante

MajaCMLF2018_scaledConsigliato da: Burekeater

Al centro del libro di Elsa Morante c’è la dolorosa imperscrutabilità dei rapporti famigliari, e il mondo favoloso dell’infanzia. Ci sono la crescita, il distacco da Procida, oltre il mare, confine del mondo conosciuto e della maturità. Una pietra miliare della letteratura italiana.

Non lasciarmi, Kazuo Ishiguro

ChiaraCMLF2018_scaledConsigliato da: Chiara

Un libro quasi fastidioso: una scrittura inizialmente difficoltosa, una trama che si dipana lentamente pagina dopo pagina, mentre il sospetto di una verità agghiacciante diventa sempre più concreto. Una storia di amicizia e di amore di bambini che crescono in un istituto insolito, destinati ad una vita particolare.
Un romanzo di formazione surreale, una favola feroce. Una lettura non leggera, tagliente e toccante.

Darling hold me, hold me, hold me, and never let me go

E adesso voglio leggere gli altri libri di Ishiguro.

Il giorno della civetta, Leonardo Sciascia

ClaudiaCMLF_scaledConsigliato da: Clahoudini

“Il popolo cornuto era e cornuto resta: la differenza è che il fascismo appendeva una bandiera sola alle corna del popolo e la democrazia lascia che ognuno se l’appenda da sé, del colore che gli piace, alle proprie corna.”
Quest’anno ho scoperto Sciascia, me tapina solo ora, sì, nonostante sia in tutti i manuali di liceo. Mai avrei pensato che Sciascia fosse così universale, mai avrei pensato di poter essere smossa da qualcuno che non fosse russo (scherzo fino a un certo punto). “Il giorno della civetta” non è un trattato contro la mafia, anche se di mafia si parla, anche se un siculo lo scrisse (“e chi è siciliano chissà perché dev’essere esperto di mafia”), ma una fedele riproduzione dell’Italia di ieri e di oggi (e si spera sempre di mai più), dei poteri che governano gli uomini. L’ho “ascoltato” letto da Toni Servillo per il podcast di radio3 “Ad alta voce”.

La verità è nel fondo di un pozzo: lei guarda in un pozzo e vede il sole o la luna; ma se si butta giù non c’è più né sole né luna, c’è la verità.

Milkman, Anna Burns

GenCMLF2018_scaledConsigliato da: Cugginageno

Sono convinta che Milkman diventerà un classico della letteratura, ma non vi spaventate troppo, per piacere.
In fondo Milkman è il diario di una adolescente, che racconta come crescere significhi sempre essere un po’ estranei, sentirsi diversi e fuori luogo, non sentirsi mai completamente a proprio agio. E allo stesso tempo sentirsi superpotenti, come se si guardasse dall’alto il resto dell’umanità, che pensa di sapere e invece no. Perché le cose del mondo, crescendo, le state scoprendo per la prima volta, solo voi.
Ma Milkman non è solo questo, è una storia che si espande si espande si espande e da quando l’ho finito lo sento ancora crescere dentro di me. È la storia di una donna nella Storia. Raccontato dal di dentro, in un flusso di coscienza che sembra una Smemoranda dei miei anni ‘80.
Vorrei tanto non averlo letto, per poterlo leggere di nuovo per la prima volta. Vi dico che non potete assolutamente perderlo! In italiano lo sta traducendo Keller Editore, quindi fatevi un appunto, non ve ne dimenticate.

La nostalgia di una rondine esiliata, Rafik Schami

DavideCMLF2018_scaledConsigliato da: Davide

Un vero e proprio viaggio, ma non un libro di viaggio. O forse sì: un viaggio a ritroso tra passioni e sentimenti, in una sospensione tra tempo presente e passato, con una certa angoscia per il futuro. Schami restituisce una Damasco da annusare, assaggiare e toccare attraverso le vicende di alcuni suoi abitanti, non da ultimo il protagonista che decide, dopo anni di esilio, di rientrare a casa partendo da Roma, la città più damascena al mondo. Sullo sfondo la crisi della Siria in un’altalena di vicende che fanno riemergere ricordi e spiegano eventi del presente con la forza di volontà e la caparbietà e, allo stesso tempo, la dolce mollezza e tranquillità degli abitanti di Damasco. Leggendo il libro, sono anch’io partito con il protagonista da Roma per fare ritorno nella mia tanto amata Damasco.

Vox, Christina Dalcher

DorianaCMLF2018_scaledConsigliato da: Doriana

Per la serie “ricorda, la tua voce non può essere perduta”, il libro che consiglio è VOX di Christina Dalcher. Tra visioni di casalinghe con completi abbinati, perfettine e mute, bambine ridotte alla più becera ignoranza che vivono nel terrore di pronunciare una sola parola, figli maschi che compiono azioni disperate e terrificanti, l’incubo è servito.
Buona distopia profetica a tutte!

L’uomo di neve, Jo Nesbo

ElisaCMLF2018_scaledConsigliato da: Elisa

Ci metto la faccia per “L’uomo di neve” di Jo Nesbo. Thriller avvolgente nonostante le fredde atmosfere nordiche. Impossibile non innamorarsi delle imperfezioni del protagonista. Vivamente consigliato agli amanti del genere.

Harry Potter, J. K. Rowling

FrancescaCMLF2018_scaledConsigliato da: Francesca

Sto leggendo Harry Potter con venti (VENTI!) anni di ritardo dalla pubblicazione! E pensare che abbiamo anche celebrato il ventennale qui. Sono imperdonabile, ma il fantasy e generi affini di solito mi annoiano. Solo l’impossibilità di sostenere una qualsiasi conversazione sul tema con i figli di tutte le mie amiche mi ha spinto a superare il pregiudizio… e sono ben felice di averlo fatto. Trovo affascinante che una storia così ricca di elementi e colori sia stata partorita dalla mente di una sola persona, e mi chiedo se avesse in mente il piano fin dall’inizio o se l’abbia arricchito cammin facendo. Adoro il modo in cui la Rowling riesce, con un linguaggio semplice e insieme raffinato, a dipingere quell’universo complesso che è Hogwarts, la cura microscopica dei dettagli, il profilo emotivo dei personaggi, rendendo tutto al contempo magico e verosimile. E adoro ritrovare elementi della Londra reale e andare in giro per la città cercando i varchi per Hogwarts, perché non ho dubbi che esistano! HP non è un libro, è la chiave di accesso a un mondo parallelo a quello umano ma mai troppo distante da esso, fantasia e realismo insieme in un equilibrio perfetto. Geniale e terapeutico!

La ragazza della neve, Pam Jenoff

GiusyCMLF2018_scaledConsigliato da: Giusy

‘La ragazza della neve’ è un libro che mi ha toccato, a momenti fatto quasi piangere. Sullo sfondo della Germania nazista Noa è costretta a crescere troppo in fretta. In un vagone di un treno merci scopre dei neonati ebrei destinati ai campi di concentramento, ne prende uno, soltanto uno purtroppo, e lo porta via con sé. Comincia una storia di amore e di amicizia appesa ai fili dei trapezi circensi, scritta in modo incalzante e incisivo; una storia che vi manterrà incollati alle pagine fino all’ultimo rigo! Ci metto la faccia!

Il morso della reclusa, Fred Vargas

SilviaCMLF2018-scaledConsigliato da: Maga

Il morso della reclusa è il grande ritorno del mio amatissimo spalatore di nuvole, Jean-Baptiste Adamsberg. La Vargas non mi delude mai e questa volta, come il ragno violino protagonista della storia, intesse una fitta trama che riesce a tenere il lettore incollato alle pagine fino all’ultima riga.

La collina del vento, Carmine Abate

MariaSerenaCMLF2018_scaledConsigliato da: Maise

Libro di un conterraneo, conterrone, che vive in un borgo lontano due spanne dal mio paese. Pagine intrise di vento, terra, fango. Storie di terreni contesi, di olive spremute. Vi dico solo che il monte Rossarco si vede da casa mia!

Discriminazione tra genere e colore, Autori Vari

CristinaCMLF2018_scaledConsigliato da: Mamcoumba

Io la mia faccia l’ho messa in una collaborazione con l’università di Bologna, in un testo che parla di discriminazione di genere e discriminazione in base al colore delle pelle, di identità nera di strategie educative e punti di attenzione. È un testo importante, non ne troverete molti altri, scritti da studiosi italiani. È stata la mia fatica e la mia gioia 2018 e la voglio condividere con voi.

The hate U give, Angie Thomas

ManuelaCMLF2018_scaledConsigliato da: Manuela

Ci metto la faccia per la storia di Starr, che avrei voluto incontrare quando ero una ragazzina come lei: perché viaggia in equilibrio fra due mondi e vive sulla pelle la violenza del razzismo senza esserne schiacciata né corrotta. Il racconto ha un ritmo serrato che non ti fa posare il libro e ti fa temere il peggio ad ogni pagina. Il punto di vista dell’autrice è quello della protagonista adolescente: vediamo con i suoi occhi gli altri personaggi e l’assurda realtà dei quartieri-ghetto. Assurda ma con una via d’uscita possibile.

L’Italia del Novecento, Indro Montanelli e Mario Cervi

MargheCMLF2018_scaledConsigliato da: Marghe

Ho scelto L’Italia del Novecento di Montanelli e Cervi perché ho iniziato a leggerlo per pura necessità di informazioni sulla Prima Guerra Mondiale e ho scoperto un libro davvero appassionante. Al di là dell’argomento storico di primario interesse, ho trovato una scrittura fluida, brillante, sagace e godibile per chiunque. Non è un testo complesso infarcito di termini difficili, ma è divulgazione nel vero senso della parola. È un affresco di un secolo estremamente difficile, doloroso per tutta l’Europa, vissuto quasi tutto in prima persona da entrambi gli autori. Non scade nella facile retorica, piuttosto dà spunti su cui tutti dovremmo riflettere e allo stato attuale delle cose ce n’è davvero bisogno.

Lenin sul treno, Catherine Merridale

MariaCMLF2018_scaled Consigliato da: Maria San

Anche quest’anno la Russia è stato il tema dominante delle mie letture. Tra i bellissimi libri letti (tra cui il classico Igrok – Il giocatore di Dostoevskii e il nuovo di WuMing Proletkult, consigliato più giù da Tatiana Larina) scelgo come libro dell’anno Lenin sul treno di Catherine Merridale. Ad un anno dal centenario della rivoluzione russa ho portato con me questo libro in un mio viaggio finlandese. La Finlandia è stato proprio uno dei paesi attraverso i quali Lenin e i suoi compagni passarono nel viaggio nel famoso “treno piombato” da Zurigo, attraverso la Germania, la Svezia e la Lapponia per tornare in Russia dopo un lungo periodo di esilio. È un libro che si può leggere sia come un avvincente romanzo – o meglio come una spy story alla Ian Fleming o John Le Carrè – sia come un saggio di storia che ci permette di capire meglio il contesto storico, politico e sociale che portò allo scoppio della Rivoluzione Russa nell’ottobre del 1917. È un libro che ci racconta la discussa ma indubbiamente unica personalità di un leader come Lenin e di un paese, la Russia, che si apprestava, di lì a poco, a vivere i dieci giorni che sconvolsero il mondo. Con questo libro la Merridale ci racconta Lenin come essere umano, togliendone la patina del mito. E ci ricorda come siano gli esseri umani, e non l’ineluttabile destino, a fare la storia. Non dimentichiamolo, soprattutto oggi che abbiamo bisogno più che mai di lungimiranza e, soprattutto, coraggio.

L’Arminuta, Donatella Di Pietrantonio

NikitaCMLF2018_scaledConsigliato da: Nikita

Ambientato nella rustica terra d’Abruzzo, l’Arminuta è la storia di un ritorno che è allo stesso tempo partenza traumatica. “Arminuta” in dialetto significa ritornata, ed è il soprannome della giovane protagonista che, adottata da parenti dei genitori che non potevano avere figli, all’età di tredici anni viene riportata dalla famiglia naturale, senza spiegazioni. La ragazzina passa quindi in modo traumatico dalla vita agiata di città, come figlia unica amata e coccolata, a quella di un paesino di montagna, con una famiglia numerosa, chiassosa e povera, dove i rapporti sono basati sulla brutalità. La nuova madre (naturale) indifferente ed anaffettiva e l’improvvisa sparizione della mamma adottiva lasciano la ragazzina smarrita, in cerca di risposte e di un equilibrio quasi impossibile da raggiungere, di fronte all’incapacità di rassegnarsi. Le dà una mano sua sorella Adriana, allegra e un po’ sfacciata, la sola da cui l’Arminuta riesca ad avere un minimo di affetto e di calore umano. Unico suo conforto è lo studio, al quale si aggrappa con ferma determinazione e che sarà la chiave di fuga per lasciare il paese e tornare in città. È un libro che lascia il segno, ruvido e struggente, e che tocca corde molto intime e profonde, come quelle del rapporto madre/figlia. Gli stili di vita così diversi sono evidenziati anche dal linguaggio, in cui si alternano dialetto abruzzese ed italiano, a rendere ancora più opprimente la sensazione di straniamento, di solitudine della protagonista. Donatella Di Pietrantonio ci regala un libro forte, aspro, che brucia come il sale su certe ferite mai rimarginate. Un libro che si imprime nel cuore e non si dimentica.

Ninfee nere, Michel Bussi

NinniuxCMLF2018_scaledConsigliato da: Ninniux

Michel Bussi è stata la bella sorpresa letteraria di un 2018 pieno di alti e bassi. Ho cominciato a divorare i suoi romanzi ispirato dai suggerimenti appassionati dei miei cari Russi, in un momento in cui avevo bisogno di letture che mi catturassero la mente, mi isolassero completamente dal mondo e mi trasportassero in una dimensione diversa.
Per questo motivo il mio libro del 2018 è Ninfee nere, quello con cui ho approcciato questo immenso scrittore considerato da molti il dio del giallo d’Oltralpe tra gli scrittori in attività.
Ninfee nere è un quadro composto di parole, di frasi, di immagini mentali che si rincorrono con un ritmo serrato. E’ un giallo perfettamente costruito, in cui gli eventi vanno al loro posto naturalmente, senza nessuno sforzo per il lettore. Non c’è il caso in questo romanzo, tutto ha un senso (come purtroppo non avviene in altri gialli contemporanei d’Oltralpe!) e la provvidenza è schiacciata completamente dalla ragione, dalla premeditazione, dalla volontà e dalla voluttà.
Non è solo la ragione, però, quella che spinge i personaggi a muoversi nella piccola Giverny ma sono soprattutto i desideri, le passioni, i sentimenti: l’amore per la pittura, il desiderio di riscatto e di avere un posto nel mondo, la voglia di fuggire, quella di restare ad ogni costo.
Ninfee nere è un quadro, che lascia a bocca aperta, e Bussi dipinge con delle pennellate energiche un giallo originale che mi ha assolutamente affascinato e stupito.

Tre donne vivevano in un paesino. La prima era cattiva, la seconda bugiarda e la terza egoista.
Il paese aveva un grazioso nome da giardino: Giverny. La prima abitava in un grande mulino in riva a un ruscello, sul chemin du Roy; la seconda in una mansarda sopra la scuola, in rue Blanche-Hoschedé-Monet; la terza con la madre in una casetta di rue du Château-d’Eau dai muri scrostati.
Neanche avevano la stessa età. Proprio per niente. La prima aveva più di ottant’anni ed era vedova. O quasi. La seconda ne aveva trentasei e non aveva mai tradito il marito. Per il momento. La terza stava per compierne undici e tutti i ragazzi della scuola erano innamorati di lei. La prima si vestiva sempre di nero, la seconda si truccava per l’amante, la terza si faceva le trecce perché svolazzassero al vento.
[…] Tre donne vivevano in un paesino. La terza era quella con più talento, la seconda era la più furba e la prima era la più determinata.
Secondo voi, quale delle tre è riuscita a scappare? La terza, la più giovane, si chiamava Fanette Morelle. La seconda si chiamava Stéphanie Dupain. La prima, la più vecchia, ero io.

Una vita da libraio, Shaun Bythell

MichelaCMLF2018_scaledConsigliato da: Paleomichi

Io ci metto la faccia per presentare il libro di Shaun Bythell “Una vita da libraio”.
Piacevolissimo da leggere, leggero ma allo stesso tempo un ritratto senza finto buonismo di quello che può significare oggi vendere libri. I libri non solo come etereo oggetto culturale, possibilmente da salvaguardare, ma anche come chili e chili di carta, da spostare con fatica, da catalogare con noia, da valutare con puntiglio, da rifiutare con crudezza.
Ma dalle pagine di Bythell, e dall’anno vissuto nella sua libreria e condiviso con i lettori, traspare anche un amore infinito per i libri, per quello che raccontano dentro e fuori e loro pagine, per le loro storie letterarie o materiali, e per le persone che li amano.
Scritto con sarcasmo e sotto forma di diario giornaliero, ho sentito molte persone giudicare questo libro noioso. Forse, ma la vita non è anche questo?

Anche Tatiana Larina l’ha recensito qui.

Lincoln nel Bardo, George Saunders

PapiliCMLF2018_scaledConsigliato da: P@P

Libro fuori dell’ordinario e da qualsiasi canone. Anime in stallo nell’aldilà ancora troppo attaccate alla vita, personaggi reali, documenti autentici o forse puramente letterari, articoli di giornale, danno vita a un intrecciarsi incredibile di piani e di voci, che ti portano a poco a poco nel “mondo” creato da Saunders intorno alla vicenda storica della perdita del presidente Lincoln che vede ammalarsi e morire il figlio undicenne. Ringrazio la “consigliera riluttante” Cugginageno.

Le visionarie, a cura di Ann & Jeff VanderMeer

PiaCMLF2018_scaledConsigliato da: PiHisoka

Onirico, surrealista, materico, distopico, femminista. Pennellate ampie e dai colori intensi si accostano a ritratti degni del migliore iperrealismo. Questa antologia va descritta come un quadro, o meglio, un’installazione perché racchiude in sé tante di quelle dimensioni che il lavoro di ricerca e assemblaggio, nella sua totalità, assorbe, muta e trasporta.

Quello che non ti ho mai detto, Celeste Ng

PolimenaCMLF2018_scaledConsigliato da: Polimena

Il mio libro dell’anno 2018 è Quello che non ti ho mai detto di Celeste Ng. Un racconto, ambientato negli anni 70/80, incentrato sulla famiglia americana e sulle difficoltà dei rapporti genitori e figli. Difficoltà generazionali accentuate dal fatto che la famiglia del libro è una delle prime coppie miste. Il padre è un professore universitario di origine cinese anche se nato negli Stati Uniti, il primo asiatico a insegnare Storia americana, e la madre è bianca, anglosassone e benestante. Ma se all’interno della coppia tutto sembra apparentemente funzionare, per i tre figli è tutto molto difficile. Difficile passare inosservati al liceo, difficile non accontentare la madre che sogna per la figlia un futuro da medico, quello che avrebbe voluto essere lei. Difficile il rapporto quasi morboso fra i fratelli. Un libro molto bello che riesce davvero a farti entrare nei panni degli altri, a provare cosa significa camminare per strada e non passare inosservati. Della stessa scrittrice consiglio anche Tanti piccoli fuochi.

Il naufragio, Alessandro Leogrande

NicolettaCMLF2018_scaled Consigliato da: Puglissima

Non ho dubbi su quale sia il mio libro del 2018: Il naufragio di Alessandro Leogrande. Ho scoperto questo autore da poco, purtroppo solo dopo la sua morte, e ho trovato questo libro di enorme attualità nonostante riguardi una tragedia del mare avvenuta più di vent’anni fa.
Leogrande ricostruisce, sulla base di testimonianze dirette e di atti giudiziari, la storia del naufragio della “Kater i Rades” la nave albanese speronata, in modo involontario secondo quanto accertato dalla magistratura, il venerdì Santo del 1997 e in cui persero la vita 81 persone e altre 24 furono dichiarate disperse.
Si trattava di albanesi: giovani, vecchi, famiglie intere, che scappavano dalla guerra civile allora in corso e cercavano di arrivare in Italia, ignorando che poche ore prima era stato raggiunto un accordo tra Governi italiano e albanese per l’istituzione di un blocco navale nel canale d’Otranto.
Pur avendo un’accuratezza da inchiesta giornalistica il romanzo si legge quasi come un giallo, alla ricerca, inutile scopriremo, di una verità per lo meno giudiziaria.
21 anni dopo la tragedia, le parole, gli strumenti, le logiche per affrontare e gestire le migrazioni verso l’Italia, anche se hanno prodotto esiti disastrosi, sono incredibilmente gli stessi ed è questa la cosa che più ha colpito. Una riflessione che trovo nell’Italia di oggi totalmente assente.

Il canto di Penelope, Margaret Atwood

SaraCMLF2018_scaledConsigliato da: Sara Romanova

Un libro che ogni donna dovrebbe leggere. Perché è un libro da vivere e che insegna a vivere così come siamo, nella nostra mitica imperfezione, ma da donne libere, consapevoli e protagoniste della nostra storia. Qualunque essa sia. Dolori, carenze affettive, abbandoni, assenze: impariamo ad affrontarli, a conviverci, impariamo per prima cosa a bastare a noi stesse. E a difenderci, senza nascondere la nostra fragilità e le nostre incapacità. Anche gli dei, anche gli eroi, persino la più bella del reame hanno da qualche parte delle imperfezioni, delle comuni mediocrità. Questa è la tragica verità insita nella loro grandezza.
E poi ricordiamoci sempre che è una questione di scelte. Ti può capitare di rimanere, tuo malgrado, sola ad aspettare qualcuno o qualcosa che non ne vuole sapere di ritornare da te. Non rimanere sospesa nell’attesa, non accettare di essere solo l’ombra dell’altrui assenza, ma vivi, pensa, impara a difenderti, impara a crescere comunque. Se ciò che attendi arriverà, ti troverà pronta ad accoglierlo ma dovrà accettare che anche tu sia nel frattempo cambiata e che mentre tessevi la tela pensavi più a te stessa che a lui. La Penelope del ritorno, figura piatta e monocorde diventa grazie a questa meravigliosa opera breve di Margaret Atwood la protagonista poliedrica della storia di se stessa, della sua Penelopiade. In lei vedo pure un po’ la mente e l’anima di Cassandra, ma per un salto mentale legato ad un altro testo a me molto caro, “Cassandra” di Christa Woolf. In comune il dare voce, una voce potente, a figure femminili archetipiche con cui, prima o poi, per fatti casuali ma necessari capita di trovarsi a dialogare.

Open, Andre Agassi

BeppeCMLF2018_scaledConsigliato da: SassoForbiceCarta (IlPyto)

Questa biografia mi ha colpito per l’umanità, la schiettezza e la sincerità con la quale Andre Agassi si mette totalmente a nudo. Una storia bella, schifosamente ben scritta e appassionante. E ci somigliamo pure!!!

Tutti i racconti 1947-1953, Philip K. Dick

SnailhandCMLF2018_scaledConsigliato da: Snailhand

Avevo letto alcuni romanzi di quel geniaccio di Philip K. Dick, ma non i racconti, e quest’anno di riletture e riscoperte mi ha portato finalmente ad iniziarli. Se lo conoscete già, non potete farne a meno, se non lo conoscete troverete punti di vista originali, trovate geniali, distopia, futuri più o meno lontani e plausibili, umorismo, situazioni al limite tra follia e inquietudine, l’inizio dell’evoluzione di uno dei massimi scrittori di fantascienza (e non solo).

Sono corso verso il Nilo, Ala al-Aswani

RooibosConsigliato da: Speranza

Ala al- Aswani ci racconta l’Egitto della Rivoluzione del 2011 (titolo originale in arabo Joumouriyyat ka’anna “La Repubblica come se”), dei giovani scesi in piazza per cambiare il corso della storia.

In piazza Tahrir i giovani si sono ribellati alla mentalità delle generazioni precedenti. Erano armati di ideali, cultura, coraggio. Risorse insufficienti davanti a esercito e polizia.

In questo romanzo corale, in cui i protagonisti hanno mille sfumature e contraddizioni, appare evidente il contrasto da generazioni, i giovani che lottano per il cambiamento e le vecchie generazioni che vorrebbero, per abitudine e consuetudine, evitare cambiamenti della società.

Una volta ero romantico quanto te. Ero un ingenuo, vedevo solo la superficie della realtà. Vuoi sapere com’è? Il popolo egiziano non si ribella, e se anche si ribellasse, la sua rivoluzione fallirebbe perché gli egiziani sono dei codardi, sottomessi per natura all’autorità. Siamo l’unico popolo nella storia del mondo che ha elevato i suoi re al rango di divinità e li ha resi oggetto di culto.

Il libro è attraversato dall’amarezza accompagnata da una grande speranza dei giovani egiziani che, pur rischiando la morte e la tortura, decidono di essere la Rivoluzione.

Mi chiamo Hassan, sono di Isma‘iliya. Mi sono laureato in Scienze dieci anni fa e sono ancora disoccupato. Non ho nessuna speranza. Né di sposarmi, né di trovare lavoro, né di andarmene. Sono arrivato stasera e ho solo due opzioni: mandar via Hosni Mubarak oppure morire. Non ho paura di morire. Tanto, ormai, sono già morto.

L’autore non ci risparmia la parte dolorosa della rivolta, i metodi e le torture degli aguzzini, le relazioni tra poteri politici e militari.
Nonostante il pessimismo finale derivato dal fallimento degli ideali, l’autore esprime quello che vuole essere un’apertura ad un futuro che sia diverso, perché i martiri della Rivoluzione non siano dimenticati:

Non dobbiamo valutare la rivoluzione con i suoi soli risultati politici, dice. Non bisogna dimenticare che il 60% degli egiziani ha meno di 40 anni. Tra dieci anni, la maggior parte dei controrivoluzionari se ne andranno. La cosa più importante è che tutto è cambiato in Egitto: la visione delle donne, degli islamisti, del patriarcato … I giovani non vedono più il presidente come un padre.

Proletkult, Wu Ming

AnnaCMLF2018_scaledConsigliato da: Tatiana Larina

Proletkult – Wu Ming per Einaudi. È vero, ogni libro dei WM è per me il libro dell’anno, ma con Proletkult il Collettivo è tornato a livelli altissimi. Proletkult racconta la storia della Rivoluzione sovietica senza nostalgia, ma ribadendo ciò che non funzionò, ciò che andò storto con una lucidità rara. E già questo sarebbe degno di nota, ma lo fa attraverso una scrittura che sperimenta la fusione tra romanzo storico, genere fantascientifico e biografia. Il risultato è allo stesso tempo sconvolgente e travolgente. E ti resta appiccicato ai pensieri.
E anche quest’anno onoro la tradizione non limitandomi ad un libro. Quest’anno ho letto Vita e Destino di V. Grossman, edito da Adelphi. Lo dico con orgoglio, perché è stata una delle letture più difficili della mia vita. Vita e Destino è uno di quei libri che io definisco “totali”, totale perché affronta la condizione umana, la seziona come si fa con un corpo in un’autopsia, sviscera qualunque forma di malattia e qualunque forma di perversione o malformazione, la porta alla luce, ne fa oggetto di studio introspettivo per poi restituire al lettore non solo la conoscenza ma anche la “coscienza” degli eventi e dei comportamenti umani che generano gli eventi. Così VeD diventa una sorta mappa per penetrare uno dei momenti che maggiormente hanno segnato la nostra storia recente e capire come si sia arrivati a tanto orrore: la guerra totale, i lager, i gulag, lo stalinismo, il nazismo.

108 metri, the new working class hero, Alberto Prunetti

DanieleCMLF2018_scaledConsigliato da: Vhreccia

Senza alcun dubbio il libro migliore che ho letto quest’anno è “108 metri, the new working class hero” di Alberto Prunetti, secondo volume di una trilogia tutta working class iniziata con “Amianto, una storia operaia”.
A mio parere dovreste leggere questo libro perché sentirete gli operai prendere la parola in prima persona; perché troverete divertimento, angoscia, incazzature e perfino il soprannaturale nei ricordi nitidi e negli stati mentali alterati del protagonista; perché “ci sono più cose tra il bancone e la latrina di un qualsiasi pub inglese di una catena di franchising, di quante ne sogni la vostra filosofia”; perché leggerete di esistenze sfruttate e precarie, della sconfitta lunga trent’anni della classe operaia, che non trova riscatto nemmeno nello studio, che in questa società liquida (liquefatta?) cerca la forza di andare avanti con un’unica consapevolezza: che non cammineremo mai da soli. Infine leggete “108 metri” e mandate a memoria i comandamenti operai:

Dai una mano ai tu’ soci. Sciopera. Non leccà il culo al capo. Non fa’ il crumiro. Non infierì se ti tocca menà. Non prendertela troppo coi pisani, so’ umani anche loro. Diffida dei quattrinai. Se uno studiato ti chiama signore, mettiti col culo al muro.

La Storia, Elsa Morante

EnzaCMLF2018_scaledConsigliato da: Zaide Noll

Sto terminando di leggere il mio libro dell’anno in questi giorni, mentre sono in Missione al Cairo per un convegno, e lo leggo in ogni piccolo momento libero, rubando una o due pagine appena possibile, tirando tardi dopo giornate pesantissime, una pagina ancora ed ancora. Non avevo mai letto “La Storia” di Elsa Morante, perché mi era stato detto che era triste. Sapevo che parlava di guerra, sapevo che non finiva bene. E non ne avevo il coraggio. Invece La Storia, come tutti i capolavori, parla del flusso della vita e nulla si lascia sfuggire, tutti parlano, i bambini piccolissimi ed i gatti, e i cani e gli uccellini, e tutti vivono e ci vengono restituiti con una prosa magnifica, in cui noi stessi ci perdiamo nel turbinare di una foglia e nella macchia di sole sul pavimento. La Storia non si ferma davvero davanti a un portone, la storia entra dentro alle nostre case e le brucia… Ed Elsa Morante ci ha regalato un enorme capolavoro, emozionante dalla prima all’ultima riga, con un linguaggio semplice eppure estremamente sofisticato. Non posso che esortare chiunque a leggerlo e rileggerlo, e da ora sarà uno dei miei libri del cuore.

11 risposte a "Ci mettiamo la faccia: i migliori libri letti nel 2018"

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  1. Quest’anno ho letto molti libri belli, ma quello che mi e’ rimasto dentro per la grazia e la gentilezza della storia e della scrittura e’ stato Un gentiluomo a Mosca di di Amor Towles. Adoro il vostro blog-collettivo: siete fantastici, continuate cosi’! 🙂

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    1. Grazie Paola e io amo i consigli per cui prenderò nota del tuo!
      Tra i libri consigliati dai miei amici “russi”, molti dei quali ho letto, voglio per prima cosa leggere La Storia, iniziata da giovanissima e mai finita, consigliata da ZaideNoll e sicuramente Il Canto di Penelope della Atwood. Più molti altri

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