Nel libro La ferrovia sotterranea, Colson Whitehead trasforma in una reale ferrovia la underground railway, l’espressione metaforica che nel linguaggio degli storici indica una rete di itinerari e luoghi sicuri che gli schiavi utilizzarono per raggiungere gli stati liberi degli Stati Uniti, spesso con l’aiuto degli abolizionisti.
La protagonista è Cora e la sua storia di schiava inizia con il primo orribile viaggio di sua nonna dall’Africa verso l’America.
«A causa della tenera età, inizialmente i suoi carcerieri non la costrinsero a subire le loro voglie, ma giunti alla sesta settimana di viaggio alcuni dei marinai più esperti la trascinarono fuori dalla stiva. Prima di arrivare in America aveva già tentato per due volte di uccidersi.»
Il romanzo narra la quotidianità degli schiavi neri nelle piantagioni della Georgia: una quotidianità fatta di soprusi, di annientamento di esseri umani da parte di altri esseri umani.
Whitehad, con un linguaggio apparentemente neutro e che rifugge da ogni sbandamento pietistico, ci fa scappare dai soprusi, ci mostra le mostruosità partorite di bianchi, ci immerge nella fatica e disperazione del popolo nero.
Temiamo di venire braccati e fuggiamo, illudendoci di riuscire a conquistare la libertà.
In questa fuga che è continua e questa ricerca di libertà che sembra così fragile e precaria, Cora è la speranza, un futuro che vogliamo immaginare positivo anche se non lo conosciamo esattamente.
La grandezza dell’autore sta nel raccontare una storia che molti conoscono , attraverso il viaggio-fuga di una bambina, riuscendo, senza spingere sul lato emotivo e pietistisco, ad infilarti nel dolore orribile che può provocare l’uomo.
«Se scrivi di questioni razziali nel 1850 o nel 1960, stai scrivendo di questioni razziali nel 2017».
Impossibile non pensare all’America di oggi, alle rivolte nere, ai tanti omicidi commessi a causa del colore della pelle, al ritorno di vecchi slogan razzisti.
Un’America che mostra un volto di suprematismo bianco che auspica a divisioni maggiori e che erge muri.
Nel romanzo il dolore che si prova è accompagnato dalla rabbia.
Un romanzo splendido, di quelli che dovrebbero essere letti nelle scuole, dagli alunni, dagli insegnanti, dovrebbe essere un veicolo che porta alla conoscenza del passato e alla riflessione sulla nostra storia attuale.
Ed illudersi che esista un passaggio di una ferrovia sotterranea che è spiraglio di positività e bene.
Titolo: La ferrovia sotterranea
Autore: Colson Whitehead, traduzione di Martina Testa
Edizioni: SUR
ISBN:: 9788869980879
Pag.: 376
Prezzo:€ 20,00