Ormai manca solamente un giorno alla uscita nelle librerie, in contemporanea mondiale, del romanzo I testamenti di Margaret Atwood, pubblicato in Italia per Ponte alle Grazie! Nell’ansiosa attesa, propongo quindi cinque distopie.
Come ha evidenziato Elif Shafak in apertura del Festivaletteratura di Mantova, “i diritti delle donne sono sotto attacco in molte parti del mondo” e ciò non può che sollecitare riflessioni, scritture e azioni. Le chiare tendenze della politica mondiale, l’inferocirsi di misoginia, xenofobia, omofobia assieme al consolidarsi dei nazionalismi, fanno sentire come necessarie – a chi scrive e a chi legge – narrazioni che ricordino come sia instancabile e logorante il lavorio del patriarcato sulle vite di tutte e tutti e come sia complicato smarcarsi dalla logica millenaria del controllo dei corpi e delle vite delle donne. Ben vengano, quindi, romanzi nei quali si sente forte e chiara l’eco del grande monito della Storia, quella voce flebile ma resistente che suggerisce di non dare mai per scontati i diritti acquisiti, perché potrebbero sfuggirci tra le dita molto facilmente senza darci la possibilità di accorgercene in tempo.
Iniziamo, dunque, per chi non l’avesse ancora letto e si fosse accontentata/o della più recente serie tv (male, molto male), da:
IL RACCONTO DELL’ANCELLA di Margaret Atwood
Pubblicato per la prima volta nel 1985, The Handmaid’s Tale ha avuto un notevole rilancio negli ultimi anni. Nella neonata repubblica di Galaad le dimore hanno mantenuto facciate alto borghesi dell’America pre-galaadiana con giardini fioriti e prati curati, le strade sono presidiate dai Custodi, tutta la popolazione è sorvegliata costantemente dagli Occhi -la polizia segreta – ma soprattutto c’è il Muro che un tempo era l’università e oggi è il teatro delle Rigenerazioni, durante le quali vengono messi a penzolare i cadaveri di coloro che prima del regime hanno attuato pratiche proibite come l’aborto. Dove sia il confine di Galaad non è dato saperlo, ma potrebbe essere quasi rassicurante sapere che- in quel pezzo d’America devastata dall’inquinamento e dalle radiazioni chimiche- la guerra è bandita e se ne ha notizia solamente attraverso ciò che viene trasmesso in televisione.
Con un lungo e pesante abito, un velo ed un copricapo monacale con alette che fungono da paraocchi e attraverso cui vede il mondo a piccoli assaggi, dell’Ancella non sapremo mai il nome. Sappiamo solo quello che le è stato dato temporaneamente: Difred, cioè appartenente a Fred. Pagina dopo pagina, Difred racconta il suo mondo e la sua vita com’era prima e com’è dopo l’instaurarsi del regime, insediatosi subdolamente con la scusa della necessità di proteggere cittadini e cittadine. Neanche a dirlo, il regime è fondato sul ritorno ai “valori tradizionali” e basato su una rigida divisione in classi. Divisione nella quale le Ancelle, vestite con il colore del sangue come marchio di vergogna, vengono utilizzate a scopo di procreazione. Le Ancelle non sono concubine, non sono geishe e neppure cortigiane. Procede così, ma è molto di più, questo libro visionario e cult.
<< Ero solita pensare al mio corpo come a un veicolo di piacere, ad un mezzo per spostarmi da un luogo all’altro o uno strumento per compiere la mia volontà. Potevo usarlo per correre, premere pulsanti di qualsiasi tipo, per far sì che succedesse quello che mi era necessario. C’erano limiti, ma il corpo era, ciò nondimeno, agile, leale, solido, tutt’uno con me. Adesso la carne si dispone in modo diverso. Sono una nube congelata attorno a un oggetto centrale, in forma di pera, duro e reale più di me stessa e che riluce di rosso entro il suo diafano involucro.>>
Consigliato a chi ha dimenticato che la maggior parte delle possibilità, delle donne, di agire nel mondo è il legato delle battaglie femministe e a chi pensa, come scrive Silvia Federici, che “la produzione di esseri umani è il fondamento di ogni sistema economico e politico” (Il punto zero della rivoluzione – Lavoro domestico, riproduzione e lotta femminista, ombre corte, 2014)
VOX di Christina Dalcher
Edito nel 2018, anche in VOX la narrazione è collocata in una parte di mondo divenuta isolata in tempi molto brevi, a causa di un capovolgimento politico che determina o è determinato da una deriva maschilista e misogina e da un progressivo degrado culturale. Con la connivenza di uomini, ma anche di donne condiscendenti e ottuse, scopriamo che alle donne di qualsiasi età viene imposto, con un piccolo marchingegno di tortura, un ridotto limite massimo di parole quotidiane da poter pronunciare. Alle donne adulte inoltre è stato imposto di rinunciare al lavoro, al conto in banca, al passaporto, mentre alle più piccole sono concesse solamente scuole dove si insegnano quelle occupazioni che saranno utili alla vita domestica che le attende e dove la lettura e la scrittura sono severamente vietate.
Il principio è quello di una donna, in un mondo di Puri, ridotta ad una minus habens sotto tutela dei maschi di famiglia ai quali, viceversa, è garantita una vita di privilegi e posizioni dominanti e di potere, vita alla quale gli uomini si affezionano facilmente. In questo senso è interessante seguire i dissidi interiori e le dinamiche relazionali e affettive di Jean, la protagonista, rispetto ai suoi stessi figli maschi e al marito, che impareremo a conoscere un poco solamente alla fine. Mentre sentiremo istintivamente di comprendere il legame più solidale che la tiene stretta alla sua unica bambina. Destino ancora più crudele viene riservato alle donne lesbiche, ridotte al silenzio totale e alla convivenza forzata con un uomo. In questo stato di controllo squadrista, il discredito nei confronti delle donne è quotidiano.
“[…]Poi capisco: Carl Corbin crede davvero in quello che predica. Pensavo avesse sfruttato il Movimento per la Purezza, che la riesumazione del culto vittoriano della vita domestica e l’esclusione delle donne dalla sfera pubblica fossero frutto esclusivamente della sua misoginia. In un certo senso, sarebbe stato meglio: l’alternativa è troppo raccapricciante.[…]”
Consigliato a chi rinuncia a priori a dare voce a sé o a chi crede di poter zittire l’altra.
OROLOGI ROSSI di Leni Zumas
L’autrice ha raccontato quanto questo libro, pubblicato nel 2018, sia legato alla sua esperienza personale, al suo tentativo di avere un figlio da sola acquistando lo sperma di uno sconosciuto su internet, avvenuto poco prima di innamorarsi del compagno con il quale ha infine avuto un bambino con la fecondazione in vitro. Le vicende delle protagoniste del romanzo ruotano, dunque, attorno alla maternità e agli innumerevoli numerosi stereotipi che la circondano opprimendoci.
In un futuro non troppo lontano, l’aborto è proibito così come lo è l’inseminazione in vitro e un Muro Rosa blocca l’accesso al Canada dove le donne tentano di fuggire, dal momento che nello stato confinante è invece possibile abortire. Ro cerca di avere un figlio, affidandosi ad una clinica della fertilità, mentre scrive la biografia di un’esporatrice polare del diciannovesimo secolo e si confronta silenziosamente con lei; Susan è madre frustrata e moglie infelice; Mattie non sa a chi rivolgersi quando scopre di essere incinta e Gin viene arrestata e processata per le sue pratiche, come in una caccia alle streghe. Le mie aspettative, forse, erano eccessive.
“[…]Ancora dieci giorni e “Ogni bambino ha bisogno di due genitori” diventerà realtà. Avrebbe dovuto chiedere prima a Mattie. Buttarsi più rapidamente. L’anno scorso, quando seppe del suo desiderio di avere un bambino, l’insegnante di meditazione le suggerì di prendersi un cane. […]”
Consigliato a chi pensa che il desiderio di maternità sia una questione semplice e risolta o a chi pensa che gli attacchi dei cosiddetti “pro life” siano solo innocue carnevalate di crociati rozzi.
RAGAZZE ELETTRICHE di Naomi Alderman
Inserito nella lista dei migliori libri del 2017 secondo il New York Times e citato nella lista dell’anno dei preferiti da Obama, The Power è ambientato in un mondo minaccioso in cui, questa volta, sono gli uomini ad essere ridotti in semi schiavitù. In seguito alla Catastrofe è stata costruita una spietata società dominata dalle donne. Le ragazze adolescenti, infatti, scoprono per caso, e in situazioni di pericolo imminente, di poter liberare una sorta di energia elettrica generata da un organo sviluppatosi grazie ad una mutazione genetica e capace di fulminare chiunque cerchi di molestarle. Scoprono, inoltre, di poter trasmettere questo potere alle donne più grandi, che col tempo finiscono col distruggere, seviziare e uccidere esattamente come prima di loro avevano fatto gli uomini. La storia ruota tutta attorno al racconto dell’acquisizione del potere ma soprattutto attorno alla presa di coscienza e alla gestione di esso, fino al sottinteso che chi lo detiene non può che finire con l’abusarne, tramite il ricorso a coercizione e violenza.
“[…]Questi fatti accadono tutti in una volta. Questi fatti sono un unico evento. Sono il risultato inevitabile di tutto ciò che è successo prima. Il potere cerca il suo sbocco. Fatti come questi sono accaduti in precedenza; torneranno ad accadere. Fatti come questi accadono sempre.[…]”
Consigliato a chi crede che il potere sia una favola a lieto fine o a chi non crede nella Nemesi.
SIRENE di Laura Pugno
A mutazione climatica avvenuta, in un pianeta nel quale le mafie dettano legge, un sole malato uccide provocando tumori incurabili della pelle, anche dopo brevissime esposizioni ad esso. I più ricchi hanno costruito rifugi sommersi per mettersi al riparo, mentre agli altri non resta che rifugiarsi in bunker o in vecchi edifici cadenti in attesa di una sicura e dolorosa morte. Negli abissi è stata scoperta una nuova specie che non soccombe ai raggi solari: le sirene, da alcuni allevate in cattività per essere macellate, da altri tenute nelle vasche per essere ingravidate da fuchi che dopo la monta vengono uccisi dalla furia delle femmine o ancora “utilizzate” nei bordelli. Samuel, che lavora come sorvegliante nelle vasche dove vengono allevate, dopo aver accuratamente scelto un esemplare somigliante il più possibile ad una donna, un giorno si immerge nella vasca e si sostituisce al maschio per l’accoppiamento. Nasce così Mia, dalla pelle bianco argento.
Tornato nelle librerie nel 2017, Sirene è il romanzo apprezzato di una scrittrice talentuosa ma è un libro che a me ha fatto problema. La visione apocalittica di un mondo in cui gli strati dell’atmosfera non proteggono più affascina. Ma nell’avanzare del racconto, nel quale cui si susseguono rapidamente immagini di violenza cruda e data come per scontata, non sono riuscita ad andare oltre il dato di mero di disgusto per riuscire ad afferrare la suggestione letteraria o l’intento della scrittrice. Se voleva essere disturbante e spiazzante, nel suo linguaggio secco, è riuscita in pieno; nell’immaginare una natura al contempo crudele e violata, pure.
“[…]Anche per le sirene era l’ora del pasto. Succhiavano plancton e krill dall’acqua, a bocca aperta. Due giorni prima della monta venivano staccate dai tubi e alimentate con plancton e integrazione di alghe silver. Così si cominciava a migliorare la carne di mare. La gravidanza la frollava un po’, un leggero strato di grasso copriva i muscoli. Ma le sirene, pensò Samuel, sono bestie da combattimento.[…]”
Consigliato a chi pensa di poter violare in eterno la natura senza subirne le conseguenze e a chi si lascia incantare, senza farsi intimorire, dal magnetismo leggendario delle sirene.
Grazie per i sempre molto interessanti consigli di lettura!
Ho “incontrato”, letto e apprezzato molto IL RACCONTO DELL’ANCELLA ancora qualche anno fa quando di esso non si parlava.
Era una vecchia edizione, trovata in biblioteca.
Lo consiglio molto anch’io.
Grazie, buona giornata e buone letture, con un sorriso,
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Grazie a te! io l’ho scoperto anni fa grazie al blog di Simonetta Spinelli, ben prima che facesse furore la serie TV ! Ho appena iniziato i Testamenti, al momento è molto promettente! buona giornata a te🙂
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