Cuba a modo mio. Antimemorie

EcheniquePerplessa, davvero, su questo libro. Alfredo Bryce Echenique è acclamato come uno dei più grandi scrittori latino-americani in vita, ma la lettura di questo libro non mi ha convinta di cotanta fama. E’ vero che non dovrei giudicare da un solo libro e perdipiù di memorie, o antimemorie come Echenique tiene a sottolineare, ma la persona che mi ha insegnato a leggere (non nel senso di alfabetizzazione primaria, ma di comprensione e amore per i libri), una grande insegnante e una grandissima donna, diceva a proposito degli autori: “per capire se il vino è buono, non è necessario ubriacarsi. Basta un sorso”.

Ecco, io dopo una bottiglia di Echenique non credo di volermi prendere una sbronza. Avete presente le imitazioni di Fiorello su Gianni Minà? “Eravamo io, Fidel, Marquez, e il più grande pugile cubano di sempre”? ecco, lo scrittore fa proprio questo. Racconta la storia del suo rapporto con Cuba che tra gli anni ’60 e ’70, centro della cultura sud-americana con la Casa de las Americas, dove confluivano tutti gli esponenti della cultura hispano-americana e non solo, simpatizzanti con la rivoluzione e amanti delle arti.

Appuriamo nel libro che Echenique li ha conosciuti tutti e allora è un continuo: “eravamo io Fidel, Raul, Gabo, Vargas Llosa, Guterriez, ecc”. La lista è infinita e quindi noiosa. Echenique ripercorre i suoi anni cubani come un elenco monotono di feste, ubriacature, eventi di regime e innamoramenti. Decadenti scrittori che fanno la corte al jefe maximo in attesa di essere da lui considerati e invitati agli eventi più esclusivi. Questo racconto continua fino agli anni ’80, quando Cuba è in declino, il centro culturale si è spostato e Fidel deve fare i conti con la crisi economica e l’isolamento internazionale. Le maggiori personalità culturali, i maggiori scrittori si succedono in episodi marginali che dicono poco. Spiccano, ovviamente i due premi Nobel. Varga Llosa come amico distante che guarda da lontano e Garcia Marquez come deus ex-machina che tutto sa e tutto risolve, grande poeta e misurato diplomatico. Proprio a Marquez fanno pensare queste memorie, se comparate a “Vivere per raccontarla”, ma non facciamo paragoni per carità. Gabo è Gabo, può non piacerti, ma non puoi contestarlo. Per essere davvero un quadro della situazione, mancano a mio avviso riferimenti ad altri scrittori. Penso a Pedro Juan Gutierrez e alla sua “Trilogia sporca dell’Avana” libro molto (Henry) Milleriano per stile e contenuti e quindi ripetitivo sul sesso ossessivo, ma rivelatore della crisi di Cuba e dei cubani negli anni ’80. Questi scrittori contestatori nel libro non appaiono.

Echenique si muove all’ombra di quello stile latino-americano apparentemente fresco, ma estremamente studiato, segnato da una prosa discontinua che serve a sottolineare la frammentarietà della memoria e della vita. Più che antimemorie, sembra un’autocelebrazione. O magari sono io che non ho colto l’ironia e l’intelligenza del testo….

Consigliato: se il mondo degli scrittori è sempre bello, se credete che tutti possano essere Hemingway e se siete spinti al pettegolezzo travestito da vita culturale.

Sconsigliato: non sono in un periodo favorevole alle letture latino-americane, ma francamente anche se lo fossi non lo consiglierei comunque.

Autore: Alfredo Bryce Ecquenique
Editore: Guanda – Collana: Narratori della Fenice
ISBN-10: 8860884667
Lingua originale: Spagnolo
Lugnhezza: 242 pagine
Prezzo di copertina: 17.50€

35 risposte a "Cuba a modo mio. Antimemorie"

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  1. Volevo solo sapere cosa ne pensavi perchè per me è troppo:troppo alto e letterario quando ho provato a leggere “Paradiso”il suo romanzo capolavoro,ma sai come succede , magari se lo riprendessi in mano riuscirei ad andare oltre metà cap.2 (credo che stessero appendendo un lampadario al soffitto);troppo difficili quasi incomprensibili i suoi racconti ma almeno uno “Il cortile viola”meraviglioso.Insomma non so cosa pensare e volevo il tuo parere visto che quello che scrivi di Gutierrez è proprio quello che penso anch’io,anche se non sono un fan di Gabo e di Bryce Echeniche ho letto solo un libro ,che poi non ho neanche finito,era rosso di copertina,era GUanda ,sì,come questo.Mentre Lima è solo Einaudi,copertine bianche.Diciamo che sono un iniziatore di Romanzi,più che un lettore normale,sequenziale,a me “Se una notte d’inverno …”,mi fa un baffo e posso interrompermi anche alla penultima pag.Per questo volevo sentire cosa ne pensavi se per caso ti eri imbattuta in questo Lezama Lima sive Gadda dei tropici molto apprezzando il tuo buon senso(critico).

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  2. che bello leggerti!
    io sono il opposto: se inizio un libro devo finirlo a tutti i costi. E questo di Echenique è diventata una vera tortura…. credo di aver abbandonato nella mia vita pochissimi libri, ma per motivi più “morali” che altro… in questo periodo non sono molto favorevole ai latino-americani. Hanno una specie di umiltà che in realtà ha un che di sussiegoso. Ultimamente ho letto anche Memorie della cattiva ragazza di Vargas Llosa e che delusione… non so, ma pur riconoscendo la grandezza di alcuni, proprio non sono i miei preferiti. Ho amato molto Carlos Fuentes, messicano, “Gli anni con Laura Diaz”, ma forse perchè ripercorreva la storia del Messico. Per il resto adoro Amado, ma lui è brasiliano e scrive in una lingua diversa. Se mi parli così di Lima, mi sa che mi fido ed eviterò per un pezzo di approcciarlo

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    1. Di Fuentes poco pochino,e solo pagine saggistiche ,Di Amado nulla, Borges invece tutto e più volte(é quello che conosco meglio)insieme ad altri argentini (Cortazar,Sabato,Soriano, Puig e Piglia)che anche li conosco abbastanza, in ordine di gradimento,Francisco Coloane mi piace e lo conosco bene, Skarmeta e sepulveda li conosco poco o non mi piacciono,di messicano ho letto qualche saggio di Paz,est est est,ma non le poesie,di ignacio taibo segundo qualche libro alla mia maniera,piantato lì ,qualcuno finito ,ma poi nella memoria resta poco,diciamo che non lo conosco.Di ”Pedro Paramo”mi piacerebbe sapere cosa ne pensi tu:io l’ho più volte preso in mano, mesi fa ho rischiato quasi di finirlo ma a me quel capodopera ,tutto sommato, mi sembra una boiata pazzesca.Di Vargas llosa ho un bellissimo ricordo di “La Casa verde”,letta tanti anni fa,il libro che citi tu l’ho letto più recentemente,e mi sembra di ricordare un libro diseguale,che inizia bene quando rievoca gli anni peruviani,mentre quando ci si trasferisce a Parigi,cala un po’ e poi…nebbia ,non ricordo più niente,non so neanche se l’ho finito .Non capisco molto cosa sia l’umiltà sussiegosa dei sudamericani,apprezzo il tentativo di esprimere quello che ti ispira un certo gruppo di scrittori,che so i russi dell’800, o i sudamericani del 900,che pur diversissimi fra loro hanno certamente un quid ,quel certo non so che che li accomuna,ma quale sia io non lo so,ne cosa mi ispirino,riesco a concepirlo.Io poi non vado molto a periodi,mi capita di leggere libri con un filo conduttore ma è quasi come raccogliere ciliegie da un cesto,una tira l’altra,ma non c’è un piano ,non sono del resto un forte ragionatore e da lettore svagato|svaccato un po’ mi duole che non ti approcci,al Gaddus caraibico,a Lezama Lima.Senti anche che bel nome ,sembra una fucilata.Se ti capita approcciati e poi fammi sapere.Ciao e grazie per le belle chiacchere.

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  3. Mi approccerò senza dubbio, mi hai fatto venire voglia di rileggere i sud-americani partendo da quelli che non conosco… a questo punto però con la tua cultura in materia, la domanda scatta per forza: Bolano? l’hai letto? e se sì, che ne pensi? Io sono molto combattuta sull’unico libro letto 2666

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  4. Bolano non lo conosco,2666 me lo hanno regalato per natale,ne ho letto 50 pag e basta ,forse avevo altro da leggere(faccio parte di un gruppo di lettura ) o magari così senza un perchè,non era una questione di gusti,come ti ho detto mi svio facilmente.Passeggiando riflettevo su questo nostro censimento,mi sono venuti in mente altri autori,Mutis e altri meno famosi..é curioso come ,tu abbia le tre figurine calciatori,Fuentes,Amado, bolano che più mancano al mio album.Anche il tuo serio dover tendenzialmente concludere la lettura è speculare al mio irrequieto ,un po’ fatuo girovagare.Penso che in agosto leggerò 2666 e ti scriverò le mie impressioni.Ad Agatauzza ,che sta con me al gruppo di lettura,piacque assaissimo.

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  5. Ho finito la prima parte di 2666 ,”Dalla parte dei critici”,e capisco le tue perplessità:per gran parte della lettura mi sono sentito come Totò nello skech di Pasquale dicendo fra me e me,”chissà questo qui dove vuole arrivare”.,in compenso almeno non mi è spuntata nessuna ficozza sulla testa.

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    1. vai, avanti!!!! non fermarti anche se la tentazione è forte. La vera grandezza di quel libro è nel cerchio semiotico che è perfettamente chiuso… certo per capirlo devi arrancare fino alla fine 😉

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  6. A Tatià,si nun ce stà stò coso tonno in fonno in fonno t’ho dda cercà con un tortore immano pe’ tutt’el webbe eppoi,,taja ch’è rosso.

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  7. Sto finendo la terza parte ,quella di Fate,il giornalista nero ,che è quella che mi piace di più e che dà ragione credo dell’illustrazione in copertina del libro che ho io.Per proseguire con la quarta e quinta parte mi sono già procurato in biblio il librone che quei volponi di Adelphi hanno stampato dopo i due parziali,che ha un carattere stranamente grande e copertina gialla.Non so se qs libro per te sia una lettura recente ,se ne hai contezza chiara e dettagliata da poter ad es commentare le singole parti;preferisco parlarti alla fine delle mie impressioni in generale,un po’ sul vago,vedrò.Mi è piaciuta la tua ultima rece per due motivi:perchè parli delle circostanze in cui hai letto il libro ed è un po’ come un’ombra di una persona al margine di una fotografia ,t’invita naturalmente a immaginare cosa c’era intorno,la vita che stava accanto alla lettura.Poi perchè rendi bene il piacere che danno i libri scritti da gente esperta,quelli pieni di dati e nozioni,lo chiamerei il piacere dell’erudizione,anche se so che non è il termine giusto.L’ultimo libro di qs tipo che ho letto riguardava un mandala vegetale ,un mq di foresta primaria del Tenesse,visitato da un naturalista nel corso di un anno .Le meraviglie della digestione bovina descritta nel libro mi sono venute in mente a proposito della masticazione asburgica.Fa parte di quella elegante collana Einaudi con copertina arancione ,cornice bianca più immagine,quella dove c’è anche “le vite scritte”di Xavier Marias.A distanza di un mese non ricordo più titolo nè autore.Bha.Il tipo tiene anche un blog,con belle foto ma in inglese.Scusa le intemperanze in romanesco di qualche giorno fa,ero sotto l’effetto del Belli ed erano scherzose.

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  8. Gianni, 2666 l’ho letto lo scorso autunno, intervallato da altri libri… per me è stata una lettura impegnativa di cui ho capito davvero il senso solo alla fine.
    A me è piaciuta “La parte dei critici” forse perchè descriveva a mio avviso bene l’ambiente accademico che mi è (stato) lungamente familiare. Vi ho ritrovato vizi e virtù di una classe privilegiata e arroccata nelle proprie conoscenze anche se spesso limitate poche nozioni, che passano nella mente di chi le pratica per la parte fondamentale dello scibile. Notevole, davvero!
    La parte dei Delitti, l’ho letta come una cronaca… vedrai perchè.
    La parte di Arcimboldi svela il filo di Arianna, ritrovandone capo e coda… vedrai.
    La cosa che mi ha davvero colpita del libro è il lato onirico: Bolano sembra dare completezza a suoi personaggi non solo descrivendo la loro vita consapevole, ma anche il lato onirico: i sogni esprimono l’essenza reale delle personalità narrate. Non è affatto un aspetto scontato.
    Poi la tecnica narrativa…. chiariamoci: io non impazzisco per lui, ma non posso non riconoscere in 2666 un capolavoro, una delle poche cose che segnano la letteratura contemporanea

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  9. Gianniiii!!! Mannaggia a te, ma vieni a mangiare il gelato venerdì? te ne stai qui bello bello a chiacchierare con queste belle ragazze (non hai mica torto) e non ti fili per nulla la sottoscritta e le amiche tue del gruppo di lettura 🙂

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    1. Vengo;per me un cono limone e fragola come in pizzeria sempre la margherita.Faccio immagino un uso improprio del blog,ma sono così analfabeta che non so Agatina se ti scritto l’e mail ,scusate.

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  10. Tatenka,rileggendo il tuo commento a 2666 parte prima,e ricordando altri tuoi accenni all’accademia sparsi fra le righe,e come d ‘altra parte tale mondo potesse presumibilmente interessare le ns archeologhe o qualcheduna delle cugine divinità trimurtiche che scrivono su questo pregiatissimo blog,volevo scriverti di quei libri di David Lodge con copertina del pericoli (tullio) ed Bompiani che dovevo pur aver letto in qualche brumoso autunno del secolo scorso.Per rinfrescare il ricordo e non scriverti fregnacce ho fatto una cosa che non si deve fare,sono andato sul Web a digitare david lodge e sdipanando un filo sono capitato ,ironia della sorte,sul bollettino dell’università di Catania ,anno 2003, e a una serie di articoli di cattedratici in carne e d’ossa,intitolati,”L’accademia immaginata”dedicati a 10 romanzi di ambientazione universitaria di autori come Pontiggia,Nabocov,Roth(Philip),Bradbury(Malcolm),Philippe Lerroux, John Irving (te li ho scritti in ordine decrescente di curiosità suscitata o lettura potenziale auspicata in sigla LPA ,quì e passim,mia personale) .Ben mi sta che sono cose che uno laureato in lettere e cartoline non deve fare se non vuole toccare con mano l’enormità del leggibile e l’insondabilità dell’ignoto ,(Che esistesse un sottogenere letterario che si chiama accademic novel non lo sospettavo nemmeno).Mi consolo con la vastità dell’ignorabile e ricavandone una piccola morale :mai mischiare l’affabile chiacchericcio del Web di noi lettori comuni con la critica letteraria vera dei professoroni.Ciao da Gianni il postino.

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  11. Gianni, scrivimi pure di tutti i libi che vuoi, io sono curiosa di letture nuove e da quando questo strano gruppo russo è stato creato confrontarmi, suggerire, cogliere novità è diventato puro piacere.
    Riguardo alle Accademic novel, io ho letto qualcosa … e devo dire che mi ha alquanto delusa, un po’ perchè come ti dicevo ho conosciuto quel mondo (io non sono un’archeologa o antropologa, o letterata, mi occupo di cose molto più prosaiche …) e non mi era piaciuto, un po’ perchè l’autore del romanzo non mi piace. Mi riferisco a Tutte le Anime di J. Marìas… dio ci scampi da Marìas…proprio non lo sopporto (temi, prosa, stile, tutto)…sono però molto incuriosita da Stoner di Williams che dovrebbe rientrare nel sottogenere, ma non l’ho ancora letto.

    Per il resto, meno male che ci sono quelli come noi a criticare i libri, anche se per gioco. I critici di professione … bè sono come i politici di professione in confronto alle persone impegnate civilmente sul territorio, senza i primi staremmo meglio, senza i secondi staremmo peggio (diciamo che i miei studi mi avvicinano a considerazioni del genere). Siamo noi che compriamo e lo facciamo perché ci piacciono le cose che leggiamo o per curiosità, scriviamo le nostre impressioni e come le viviamo, il contesto nostro… non è vanteria, intendiamoci, anzi è l’umiltà di sapere proprio quel poco che sappiamo

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    1. Larina,in questa settimana ero in ferie,ho letto un casino e ho avuto anche tanta voglia di scrivere su qs blog,mi sono un po’ controllato ma lo stesso i miei interventi spesseggiano ;beh spero di non essere invadente e comunque dalla settimana prossima lavoro.Per tanti anni ho letto da solo senza tanti discorsi.Parlare di libri nel mio ambiente di lavoro ci sta un po’ a pigione;non ho tanti amici e di qs non tutti leggono. Poi però sono entrato in un gruppo di lettura e di lì,via Agatina al Web.Credo che esista una distinzione fra lettori comuni e superlettori e che i secondi sono importanti per orientare i primi coi giornali,la radio, le case ed,l’accademia.Io da svariati anni non leggo più recensioni,mi mancano il tempo ed i soldi,di critica letteraria poca pochina,privilegiando quella fatta da scrittori che secondo me vale doppio,il più delle notizie le prendo dalla radio(radio 24,radio 3) e poi spero che voi russe vi informiate per me.Ricevere una dritta da un mio simile o da un super lettore in fondo fa lo stesso ,solo che col mio simile posso parlare ,interloquire etc La lettura è un’attività dispendiosa totalmente inutile:uno ha passato ore nell’estate del 1998 a leggere il Tristram Sandy e alla fine si ricorda soltanto che c’erano delle strane manine e un personaggio di nome Tobia.Scrivere di quelle ore ti illude di fissare qualcosa e che ci sia uno sbocco (leggere isola perdipiù) e che quindi non sia uno scialo senza senso.Poi la lettura è passiva .Uno diventa per ore il contenitore dei pensieri altrui, per ore rinunciando a tutte le avventure del suo splendido Io.Secondo Canetti le rivoluzioni avvengono così,chi comanda sono in pochi chi ubbidisce tanti e ad ogni ordine che gli tocca eseguire gli si impianta uno spillone o spina:In certe propizie condizioni storiche questi istrici si levano di dosso tutte le spine.Gli autori sono pochi i lettori tanti e appena possono si mettono a scrivere pure loro togliendosi qualche spina.Forse per qs scriviamo sui blog come il pubblico applaude dopo le sinfonie..tante ore seduti composti e in silenzio al massimo un colpo di tosse.Per questo facilmente disprezziamo(hach,quel libraccio,quell’autore) da una parte ci fa sentire superiori,dall’altra ci risarcisce dell’attenzione riservata.Cerco di essere sospettoso di ciò che fa capo a noi stessi.Tutto o quasi è vanità,e l’amor proprio scavando si trova sempre in tutto ciò che facciamo.Il libro poi ha intorno un’aura che rimanda alla cultura,all’intelletto all’animaEtceFare un finto dialogo dove gli altri sono una specie di specchio in cui drappeggiare un nostro alter ego digitale è un rischio.Ma poi leggo la tua bella ultima rece o l’explicit che sta sopra e mi dico perchè no.Nei blog cerchiamo proprio l’altro,L’altro uguale a noi per stabilire consonanze e amicizia,l’altro diverso da noi per imparare. Ciao.Vassyli pochtaliòn.PS Su Marias non sono d accordo anche se ho letto poco,sto finendo Bolagno e te ne parlerò.

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  12. CON LA SOLENNITA DELLE COSE PREANNUNCIATE,a 38 pag dalla meta,ma ci scommetto, non cambia nulla, non ci saranno rivelazioni tali da redimere le 963 dell’operona,ti scrivo a proposito di 2666,confermando in generale le tue impressioni che erano fra lo sconcerto,la perplessità e la percezione,IL SOSPETTO DELL’OSCURA GRANDEZZA del tutto,No?!Aiuto,comincio a scrivere come lui nei passaggi in cui la sua prosa da anodina e piatta improvvisamente s’impenna e comincia ad aggettivare in maniera inaspettata o tira fuori metafore ardite,con esiti che vanno dal comico al tragico,al lirico,ma anche al bizzarro,allo strambezzo purtroppo.A me la parte che è piaciuta di più è la penultima “La parte dei delitti “perché ci ho trovato un uso sapiente della ripetizione,un po’ come in Bernard,solo che su un’altra scala,non a livello di righe ma di paragrafi,anche se qualche volta ripete più volte,in genere 3volte,anche una parola,lui secondo me fa l’arte di Bhernard,quella del tema+variazioni cioè ripetizione con qualcosina di cambiato,non al’interno delle frasi ma della linea narrativa e non deve essere per niente facile da fare.Poi ,ed è la mia seconda ideuzza,secondo me lui gioca col romanzesco amplificandolo in maniera abnorme e così facendo,snaturandolo.Di solito il romanziere si focalizza su una vicenda,se ci parla di una pistola prima o poi sparerà,B.moltiplica dettagli inutili,personaggi secondari in una narrazione senza un apparente centro.Tanto che quello che mi ricordo di più del romanzone sono poi dettagli,le preferenze di un aiuto farmacista per le opere minori;un’osservazione sulle formule di cortesia,la ministoria di una ex spia che gestisce un bar in un caseggiato infestato da fantasmi,(Prima parte)La patetica storia di una suicida per orrore,il coraggio di un bambino pistolero (penultima parte)un libro attaccato con le mollette allo stendino(la seconda parte ,quella meno riuscita)un nero ex galeotto e conferenziere ,un campione di box messicano e i suoi sparring partner neri,(terza parte)il ciclo dello scrittore di fantascienza sovietico,la dattilografa Dorotea,la banalità del male di Sommers e dei suoi ebrei(ultima parte).E poi uno si ricorda le sue ossessioni di ambientazione, di situazioni e personaggi:certa truculenza di crimine e sesso,le onnipresenti puttane e i numerosissimi giornalisti,una geografia al tempo stesso minuziosa quasi pignola e vastissima tale da assurgere a simbolo(,fra i paesi Europei manca soltanto il Lichtenstein credo,il trasferimento nel deserto messicano serve ad abbracciare le due Americhe,mentre l’unico Asiatico ricordato,è un giapponese nella quarta parte,il più occidentale dei popoli orientali,tutto ciò suggerirebbe una grande metafora sull’occidente ma quale?)l’ossessione per il capolavoro e la paura della mediocrità,la mescolanza di realtà e fantasia nelle storie con la possibilità che in un futuro gli archeologi postatomici prendano Moravia per un personaggio di fiction,e i tre critici da barzelletta ,(C’è un italiano,uno spagnolo e un francese…)per personaggi storici.Come leggi sto affastellando impressioni senza riuscire a focalizzare il senso globale di un guazzabuglio narrativo per me assai poco maneggevole,per cui catalogherei bolagno fra gli scrittori a rischio d’insignificanza:in compagnia dell’italiano Gianni Celati,dell’austriaco Peter Handke,della franco bulgara Agotha Kristoff .Ma non è una critica è la constatazione che pur intuendo che c’è trippa per gatti e che lui è anche bravo a scrivere alla fine non capisco cosa ha voluto dire;un po’ quello che dicevi anche tu ,No?Dove non sono d’accordo è che l’aspetto onirico sia importante e/o particolarmente bello: secondo me si mette a raccontare anche i sogni non per dare spessore psicologico ma perché è funzionale alla sua strategia di moltiplicare le storie,una dentro l’altra come scatole cinesi a significare cosa?la complessità del reale,?(lo sapevamo già)o perché ci domandiamo in continuazione “embè?”e la smettiamo di appassionarci alle trame?..Mi restano però le ultime 38 pag dove lui magari rivolta la Ffrittata.Ciao dal zio vanja postiglione

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  13. Vanja, mi sono ritagliata un momento di pace per leggerti, quando ho intuito che mi avresti raccontato il “tuo Bolano”. non volevo leggere velocemente, e con le settimane con sto vivendo… vabbè, lasciamo perdere.
    Mamma mia che lettura!! fantastica direi, mi haI svelato punti di vista che evidentemente non avevo colto e nonostante questa mancata condivisione sul significato delle parti oniriche, resta la condivisione di un opera e forse di uno scrittore di cui si coglie una possibile grandezza dietro a un velo di Maja che nessuno di noi due ha squarciato, cosa che invece hanno fatto altri russi, tra cui la splendida Agata.
    Condivido molte delle tue considerazioni e completamente la maestria in “Dalla parte dei delitti”.
    Tornando al romanzo, mi chiedevo se le diverse parti non rispecchiassero diversi livelli di lettura. Decodifichiamo l’opera e immaginiamo che su un’opera complessa sia lo stesso autore a fornirci la chiave interpretativa spezzettando la narrativa e fornendo prospettive narrative differenti e stili diversi. In fondo il romanzo gira intorno allo stesso tema da prospettive differenti che sono il modo in cui i personaggi si incrociano e incrociano la tematica della violenza in Messico soprattutto verso le donne. Si tratta di un leit-motiv che segna tutto il romanzo e che segna la svolta finale…
    però .. sui livelli di lettura, io ci ho riflettuto e non riesco a definirli chiaramente e per il resto… prendi queste parole come il delirio da stanchezza da una donna allo stremo delle forze settimanali che per non poteva aspettare oltre a risponderti

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  14. Grazie Taniuska per l’attenzione,so che hai bimbi piccoli quindi non pretendo nè mi aspetto repliche,tutto quello che puoi/vuoi comunicare è un regalo.Io pure avrò meno tempo per leggere/o scrivere perchè alla mia veneranda età (stiamo sul vago) mi son messo in testa di imparare l’inglese:deve essere stata una recensione che ho letto di una tipa che parlava di Jane Austen letta in originale…Una figata!Quindi,scialla e batti il cinque(per abbassarmi gli anni ti scrivo così)Vanja pochtaliòn

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  15. ehi!!! Vanja!! allora in bocca al lupo per l’inglese, che poi è una lingua che non si impara mai davvero, dannata Albione, ma purtroppo domina la nostra cultura!! vedrai che soddisfazione lanciarsi nella cara Lady Jane e sulla veneranda età… paura!!!! il tempo passa ohimè, ma in fondo mica 20 anni avevamo letto tutto ciò… sforziamoci di trovare aspetti positivi…
    p.s. di figlio ne ho uno, ma la precarietà della ricerca mi obbliga a lavoro continuo con poche pause anche a feste comandate e we… se torno indietro voglio leggere solo Cioè e imparare un lavoro manuale (tipo estestista, per esempio) …. intanto comincio ignorando del tutto la consecutio 😉

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    1. Mi sembra un’ottima proposta, Zaidenoll. Mo’ ce faccio due paroline a Vanja/Gianni (che gli sto tirando le orecchiuzze da un po’ di tempo in termini di web). Tu scrivi Gianni che, se hai problemi, ti pubblichiamo noi 🙂

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  16. Vanja condivido in pieno. Aggiungiti al gruppo e condividi con noi e chi ci legge le tu impressioni. Non c’è altro motivo per cui scrivo sul blog se non annunciare a chi mi vuole ascoltare (lettore come me): ho letto un libro bellissimo, ma come ho fatto a perdermelo finora, lo voglio consigliare a tutto il mondo. Lo dico con lo stesso entusiasmo con cui, di fronte a un panorama bellissimo, vorrei avere tutti accanto tutte le persone a cui voglio bene. Nessun intento di critica letteraria.
    Potere alle masse di buoni lettori!

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  17. Care Agata,Zaide,Lary e Mena grazie per l’invito ma oltre al problema tecnico mio che non saprei come postare ,in sede di commento io già parlo e straparlo per due,non so se c’è un galateo dell’internet che prevede che i commenti siano telegrafici e/o che perlomeno non superino il post che commentano,ma a me di queste good manners del Web nessuno mi ha detto niente,quindi…Poi ,last but not least ,sono troppo menscevico ,credo, per delle vere rivoluzionarie di professione come voi.Polimena aggiunge un bel ciocco al fuocherello che io e Larina abbiamo acceso sul tema”Perchè si scrivono blog libreschi?Qual’è il loro specifico?” La parola chiave mi pare di capire è condivisione, e aggiungo io, arrivare magari a creare una comunità di lettori/amici che condivide una piccola biblioteca ;si fa un proprio canone consigliandosi e influenzandosi scambievolmente. L’amicizia,per quanto rarefatta e immateriale sia l’atmosfera del web,può stabilirsi mano a mano che le persone si conoscono e si precisano gusti,vocazioni,stili e e tic linguistici di ciascuno,e passare il tempo in amicizia parlando di libri,mi sembra desiderabile aspettando Godot.Tempo fa ,su input di Cugginaaggeno,abbiamo dibattuto sul tema “Per che leggiamo con piacere anche libri modesti,se non brutti” Mi vengono in mente tante possibili domande,cui,se si presenta l’occasione,sarebbe bello tentare di rispondere”Di cosa parliamo quando parliamo di libri?””Perchè regalare un libro è così diverso da regalare un chilo di pere o tre etti di formaggio?”oppure la più generica e abissale di tutte “Perchè leggiamo”Ogni tanto fermarsi a riflettere sul perchè delle cose può essere utile,costringe a veder chiaro.Concludo un po’ a capocchia coi versi del Biagio (no ,no quel gnocco fritto del Biagio Antonacci,il Marin) “Ne la parola tova[tua]larga piana/me sento a casa mia/D’inverno al sol de lugio[luglio]ne l’umbria/e a l’orizonte biavità[azzurrità] luntana”

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  18. NOn ho capito la motivazione che ti spinge anon scrivere, però. Se scrivi troppo si può editare, basta che tu non scriva male. E poi una volta che hai le “chiavi di casa” fai come ti pare :-). Per quanto riguarda le motivazioni, condivido le tue: condividere con gli amici, avere qualcuno che ti legge e ti ascolta e ti risponde, a cui vuoi comunicare qualcosa. Avere il piacere di scoprire che uno sconosciuto ha letto il tuo commento e lo ha trovato utile. Aggiungerei anche, far chiarezza dentro di te su quanto letto.

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    1. My dear Zaidenoll:non è per non scrivere,scrivere mi piace fin troppo;è che sono alle prime armi col computer,vedi che non so fare le faccine,anzi non so neanche cosa vogliono dire di preciso.Insomma postare recensioni sarebbe troppo complicato per me e preferisco dire la mia in sede di commento.Già sto faticosamente imparando l’Inglese sui libri dei miei figli,se poi mi aggiorno anche coll’Internet mi avvicino pericolosamente alle tre i del Bonturo ottimo massimo che ha sforzato e polluto la Italia quanto gli è piaciuto e paruto negli ultimi twenty years ago e non dico il nome per non creare l’apax legòmenon suo su questo pregiatissimo ac reverendissimo blog, accidenti a lui.Your gianni il postino

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