LA NOTTE DELLA SVASTICA – Katharine Burdekin

Leggendo questo libro ci si deve costantemente ripetere che è stato scritto in Inghilterra nel 1937. 1937, prima di 1984 di Orwell, di Fahrenheit 451 di Bradbury, di La svastica sul sole di Dick e del Racconto dell’ancella della Atwood, ma soprattutto prima della Seconda Guerra Mondiale.

Nella società distopica del 720 dopo Hitler, il Nazismo ha trionfato, spartendosi il mondo con l’Impero giapponese. Il romanzo inizia col nuovo Credo, fondamento di una religione mistica in cui Hitler non è nato da una donna “bensì esploso dalla testa del Padre suo, Dio il Tonitruante”; la società hitleriana è rigidamente divisa: “come una donna è superiore a un verme così un uomo è superiore a una donna”, un nazista è superiore a un hitleriano straniero, un Cavaliere a un nazista e al di sopra di tutti c’è il Führer, con la sua Cerchia Interna dei Dieci.

Le donne sono costrette a vivere ammassate in quartieri – ghetto, dove un uomo le possiede finche non se ne stanca; vengono condotte in mandria alla funzione trimestrale dove è ricordato loro che lo stupro non è un male e che il loro compito è esclusivamente mettere al mondo nuovi figli maschi, che verranno portati via a 18 mesi; possono indossare solo completi incolore giacca – pantalone che le rendono esseri informi e uniformi, con le teste rasate perennemente rivolte verso il basso. Le donne hanno accettato il Ridimensionamento per il loro intrinseco desiderio di compiacere gli uomini, e gli uomini le hanno volute così sottomesse per eliminare il loro potere di rifiuto e di scelta. Mai, per tutto il libro, si mette in dubbio che tali creature non abbiano un’anima.

La nuova religione ha distrutto qualsiasi forma di Memoria: i tedeschi, avendo paura di tutto ciò che non avevano creato loro, volevano dimenticarsi che in Europa fosse mai esistita un’altra civiltà. La Storia è pericolosa perché ricorda che, come nascono, gli imperi possono anche cadere. Sono state così cancellate ogni forma di storiografia, filosofia, arte (eccetto la musica, in cui i tedeschi eccellono), ogni libro dipinto scultura: nemmeno i nazisti, se non sono tecnici, imparano a leggere.

Resta però un unico vero libro, quello conservato per generazioni dal Cavaliere von Hess, che lo consegna ad Alfred, un meccanico inglese in pellegrinaggio ai luoghi sacri germanici. In questo libro è scritta la vera storia dell’umanità, che può incrinare la cieca fede nazista. Non può esserci una rivolta armata, perché i tedeschi sono la massima incarnazione della violenza, ma resta una possibile rivolta intellettuale, una rivolta dell’incredulità, per quanto ci vorranno anni: “lo scetticismo crescerà perché è una cosa viva, perché crescere è nella sua natura”.

Un filo sottile unisce come una trama tutto il libro: cosa rende davvero un uomo tale? La risposta riecheggia Kant e la sua definizione di Illuminismo: “un Uomo è una creatura spiritualmente indipendente che pensa con la propria testa e crede in se stessa, consapevole che nessun’altra creatura sulla Terra è superiore a lui per qualche ragione inalterabile”.

Titolo: La notte della svastica
Autrice: Katarine Burdekin
Traduttrice: Alfonso Geraci
Editore: Sellerio
Anno edizione: 2020
Pagine: 336

 

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