Prima di noi di Giorgio Fontana

“Un mostro sta per divorarci. Ma se crede al mostro, può credere anche alla spada che lo uccide”.

Il mostro è la guerra, che accompagna le quattro generazioni della famiglia Sartori, crudele incarnazione della Storia, la Grande Storia che si intreccia con la piccola storia privata dei personaggi, da una prospettiva periferica.

Abbiamo così il progenitore, Maurizio, che fugge dalla Prima Guerra Mondiale rifugiandosi in un casale friulano (vicenda reale del bisnonno dell’autore, che diede il la all’idea del romanzo); i suoi figli nella Seconda, uno imbucato, uno prigioniero in un campo francese in Nord Africa, uno che vorrebbe collaborare con la Resistenza ma “non può”; dei suoi nipoti, negli Anni di Piombo, solo una parteciperà quasi attivamente alla lotta, ma in un minuscolo gruppo anarchico di provincia; l’ultima guerra, quella contemporanea, è individuale contro la paura del futuro.

Si può dire che la caratteristica della famiglia Sartori sia un’aspirazione al miglioramento, una ricerca perenne di qualcosa di più, un desiderio di riscatto; ma, d’altro canto, un terrore di fondo, una mancanza di coraggio. Abbiamo così Gabriele, che non vuole essere “né Sandokan né Yanez, ma un esploratore senza nome, un personaggio periferico che persino Salgari nominerebbe per poi lasciarlo in pace per tutto il corso delle vicende”; Davide, che abbandona ingegneria per la fotografia, ma senza mai creare un legame coi suoi soggetti; Dario, il filosofo, per cui il concetto dura più della cosa, la realtà e le esperienze sono sopravvalutate. Curioso poi cercare fra le generazioni il riemergere di alcune piccole qualità: l’attitudine alla musica, la passione per il disegno, l’attenzione agli altri.  Domenico è un personaggio a parte: prova un’empatia addirittura eccessiva verso tutto il mondo, specialmente gli ultimi e i diseredati, nel tentativo estremo di cancellare la colpa originaria del padre o dell’umanità intera; un personaggio cristologico, modellato sul principe Miskin di Dostoevsky, costretto a fare il bene perché non può comportarsi diversamente (“è questo l’amore?”).

Ogni capitolo, tranne pochi corali, è dedicato a un personaggio, delineato attraverso le sue azioni e riflessioni, le sue interazioni con i genitori, i fratelli, i cugini, il mondo esterno. Un mondo esterno che dalla campagna friulana si trasferisce dapprima a Udine e con la seconda generazione a Milano; una città che vediamo crescere, “mal concepita e grigia”, attorno al Duomo, con le sue strade trafficate illuminate dalle insegne al neon “galleggianti a mezz’aria”, con le sue squallide periferie, i paesi dai nomi buffi, i condomini cresciuti “come orribili piante selvatiche” ai margini della zona industriale. Una città, o una campagna, che appaiono in descrizioni lisce e scorrevoli, mai eccessive, ricche di dettagli e odori, in un continuo gioco di sinestesie. E qua e là brillano piccole riflessioni letterarie storiche filosofiche politiche, con incursioni nella musica e nell’arte, per cui questo libro è più che un romanzo storico o una saga familiare, avvicinandosi quasi ai romanzi-mondo degli scrittori russi.
È vero, sono più di ottocento pagine, ma garantisco che ne vale la pena.

Una riflessione percorre tutte le pagine: la letteratura deve aspirare alla conoscenza o alla bellezza soltanto? Quanta sofferenza, e al contempo quanto splendore, quanta profondità possono toccare le parole.

 

Titolo:  Prima di Noi
Autore: Giorgio Fontana
Editore: Sellerio
Anno Edizione: 2019
Pagine: 896
Prezzo: € 22,00 cartaceo; € 14,99 ebook
EAN: 9788838940224

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