Eccoci anche nel 2022 con il consueto appuntamento pre natalizio. Queste sono le letture più amate da noi russi nel corso del 2022, come ogni anno potrete cogliere spunti di lettura o commentare con noi i consigli.
Buon divertimento!
Robert Galbraith, Un cuore nero inchiostro
Salani
Consigliato da Zaidenoll
Il mio Ci Mettiamo la Faccia 2022 è Un cuore nero inchiostro, di R. Galbraith aka JR Rowling, ultimo uscito della saga di Cormoran Strike, che ho letto in inglese, come sempre per questa autrice, che ha una prosa limpida e piacevolissima. Il motivo della mia scelta non sta però nella prosa, e nemmeno nel mio amore mai nascosto per Cormoran (del resto sono in buona compagnia).
La mia scelta si basa sul fatto che JKR è riuscita, con un volume imponente, e con una cornice gialla, a descrivere in modo veramente chirurgico il meccanismo del bullismo online, i metodi con cui la politica si serve della rete per fomentare l’odio, il legame strettissimo che c’è tra società, politica e social network, e come le comunità virtuali influiscano sulla vita delle persone giovani, che spesso immettono nella vita virtuale emozioni e sentimenti fortissimi. Il velo che separa la vita quotidiana e quella virtuale è sempre più sottile. Il libro risulta ancor più interessante alla luce di quello che JKR stessa ha subito e subisce nella rete e a mio parere, anche in questo, è una perfetta risposta, anzi una risposta di gran classe.
Goffredo Parise, Il ragazzo morto e le comete
Adelphi
Consigliato da Agata e la tempesta
Ho scoperto Goffredo Parise da poco. I sillabari, letti anni fa, non mi avevano convinta. Ora so perché. A Parise bisogna arrivare per gradi, e conoscerne un po’ la storia personale. La madre, Ida Wanda Bertoli, figlia illegittima cresciuta in una famiglia dapprima benestante – il padre adottivo ha una fabbrica di biciclette che però fallirà e quindi diventerà custode di biciclette – a sua volta avrà un figlio illegittimo, Goffredo, che crescerà senza un padre. Goffredo Bertoli nasce nel 1929 e porta, quindi, il cognome della madre. Nel 1937 la madre sposa Osvaldo Parise, giornalista, direttore del Giornale di Vicenza che, sei anni dopo, darà il proprio cognome a Goffredo.
L’Italia è appena uscita da un conflitto mondiale che Goffredo Parise ha attraversato da ragazzino, in una Vicenza della quale troviamo traccia qua e là nel romanzo Il ragazzo morto e le comete che scrive a soli diciotto anni. Sono gli anni in cui l’Italia, dal punto di vista culturale, è in pieno neorealismo, l’artista deve essere impegnato, sia che si tratti di letteratura, di cinema o di arte.
Goffredo Parise si discosta da questa corrente, il suo primo romanzo – scritto in una stanza d’affitto a Venezia – è un racconto onirico, fantasmatico, nebbioso, gotico, in cui realtà e irrealtà si mescolano, dove viene raccontata la storia del ragazzo (che rimarrà senza nome) e gli amici che gravitano intorno a lui. Parise lo leggerà d’un fiato, a voce alta, a Neri Pozza che gli suggerisce delle modifiche. Ma Parise si opporrà al suo invito. E così Neri Pozza lo pubblicherà, nel 1951, con un’avvertenza nella quale dice, tra l’altro, «Dopo la prima lettura dell’opera egli [l’editore] ha insistito presso l’autore perché tornasse pazientemente sul testo a togliere storture ed errori. L’autore ha rifiutato di farlo con l’ostinazione spavalda di chi ha davanti una vita e si ripromette di trarre da questa nuove esperienze ed opere. Così il romanzo è rimasto tale e quale era nato e oggi si pubblica: frutto doloroso di un grande talento».
Un romanzo di cui rimane, dopo la lettura, un grande stupore e un senso di profonda malinconia data dalla sensazione di aver attraversato la fanciullezza dell’autore alla quale, simbolicamente, ha detto addio.
Per approfondire l’opera di Parise vi consiglio Fino a Salgarèda di Silvio Perrella. Su RaiPlay, inoltre, il documentario L’altro 900 – Goffredo Parise e Io e… – Appunti sulla bellezza.
John Le Carré, The tailor of Panama (Il sarto di Panama)
Feltrinelli
Consigliato da Alberto
Tra tutti i libri di John Le Carrè che ho letto, The tailor of Panama è forse il più impietoso nell’indagine dentro all’animo umano, nel raccontare la menzogna, il sortilegio, il desiderio la fuga, come pure la tragedia.
Si tratta di un romanzo che prefigura in maniera violenta la realtà politica del nostro ventunesimo secolo, la realtà che non ha più bisogno del vero, quella delle “verità alternative”.
Vitaliano Trevisan, Works
Einaudi
Consigliato da Alessia
Se Vitaliano Trevisan non si fosse suicidato all’inizio di quest’anno, sarebbe rimasto per me uno dei tanti scrittori italiani contemporanei spesso simili a tanti altri scrittori italiani contemporanei. Ma Trevisan era fuori dall’ordinario e anche se mi sono soffermata di frequente a evidenziare brani memorabili e a rileggere le frasi per osservarne la struttura, le quasi settecento pagine di Works si sono esaurite troppo velocemente, lasciandomi alla fine sola e spaesata, improvvisamente distante da quel mondo di variegate esperienze lavorative e umane che Trevisan descrive con tanta bravura, sempre lontano dalla retorica anche quando tocca temi come le morti nei cantieri, il decadimento fisico causato dai turni di notte e l’impossibilità di sottrarre il tempo della propria vita al lavoro.
Stephen King, The Stand
Einaudi
Consigliato da Anna
Questo è un CMLF per un pelo, infatti ho finito di leggerlo in gennaio, The stand è un’opera rieditata negli anni novanta dopo una reintegrazione di quattrocento pagine circa a L’ombra dello scorpione del 1978.
Un racconto apocalittico, e purtroppo di grande attualità, in cui una terribile pandemia spazza via in pochi giorni la quasi totalità della popolazione umana. I pochi sopravvissuti si trovano ad osservare un mondo nuovo, silenzioso, vuoto e sconfinato in cui sono dei naufraghi solitari. La pandemia, questo arresto improvviso di tutto ciò che era, riporta alla luce la brutalità della natura e della stessa natura umana ma anche l’opposizione, la volontà di resistenza a questa. Il “Re” ci delizia con 1147 pagine che appagano i miei pruriti survivalisti, di cui ho apprezzato maggiormente la prima metà . Ringrazio di cuore tutti i librai rimasti chiusi durante il lock down perché l’avessi letto in quei giorni sarei “ rimasta sotto”…!!!
Javier Marías, Tomás Nevinson
Einaudi
Consigliato da Davide
Un giallo? Un poliziesco? Un romanzo storico?
L’ultima opera di Javier Marías, ultima non per ordine di uscita, ma per la prematura scomparsa dell’autore, racchiude un po’ tutti questi generi.
Ne esce un quadro avvincente, ironico, avventuroso a tratti spesso tenebroso dove le vicende narrate sono lo sfondo e il palcoscenico di sentimenti, emozioni, pensieri, ansie, ambizioni e spregiudicatezze propriamente umani.
La capacità di Marías di usare la lente di ingrandimento nello scandagliare l’animo umano ci riporta sempre a riflettere sui personaggi e, inevitabilmente, su se stessi, in bilico tra giustizia e vendetta, arbitrarietà e liceità, lecito ed illecito, nella lacerante domanda che il lettore è costretto a porsi: io cosa avrei fatto?
Celeste Ng, I nostri cuori perduti
Mondadori
Consigliato da Doriana
I nostri cuori perduti (leggi qui la rece) è un libro attualissimo e potente, è in definitiva il libro che ho atteso per tutto questo 2022. Celeste Ng costruisce una storia dalla quale emerge con forza come la banalità del male s’insinui in ogni luogo e in ogni epoca storica senza dar tempo di realizzarne i danni, in particolare laddove la diffidenza nei confronti di chi è diverso e le recessioni economiche vengano strumentalizzate per introdurre l’uso della forza e la ferocia nella gestione del potere e per il perseguimento di politiche razziste, classiste, in generale discriminatorie e antidemocratiche. In particolare, in questo romanzo straordinario e commovente, il governo utilizza come minaccia nei confronti degli adulti, affinché diventino ” patrioti” devoti, il loro bene più prezioso: le bambine e i bambini, “i nostri cuori” sottratti e quindi perduti.
Consigliato…a tutte e tutti!!!
Georges Simenon, Maigret e la giovane morta
Adelphi
Consigliato da Elisa
Non soffermatevi al singolo titolo ma a tutte le storie in cui MAIGRET è protagonista.
Per gli amanti del genere è una tappa imprescindibile, una certezza, la sicurezza che questo personaggio non ci deluderà mai, con le sue imperfezioni e i suoi difetti ci accompagna all’interno dell’indagine, con calma e tranquillità, fino a farci capire tutto chiaramente.
Francesca Stavrakopoulou, Anatomia di Dio
Bollati Boringhieri
Consigliato da Francesco
Nel mondo contemporaneo parlare di Dio è facile, molto meno lo è farsene una rappresentazione chiara. Anatomia di Dio ci mostra che agli albori dell’Ebraismo non era così. Il Vecchio Testamento è colmo di immagini di un Dio antropomorfo che passeggia, batte i piedi, emette suoni mostruosi. Attraverso un’indagine seria quanto accattivante, l’autrice disseziona il corpo materiale di un Dio delle origini che, sotto il peso di una secolare teologia cristiana, diverrà progressivamente intangibile.
P. D. James, Adam Dalgliesh
Mondadori
Consigliato da Geno
Quest’anno ho letto tantissimo e con enorme godimento, grazie alla scoperta del poliziotto poeta Adam Dalgliesh, creato da quella donna meravigliosa che era – purtroppo era – P. D. James. Ecco, preparatevi perché sto per dirla grossa, ma questi gialli SONO MEGLIO DI AGATHA CHRISTIE! Lo so che in tanti avete smesso di leggere dopo cotanta bestemmia, ma credetemi ve ne prego.
Come nel caso della Christie con miss Marple e Poirot, i casi di Dalgliesh non sono una vera e propria serie, ma dei libri indipendenti che sono tutti dei capolavori. Profondamente inglesi, con dialoghi brillanti ma anche con tanti pensieri segreti dei protagonisti, con personaggi complessi, con tutte le classi sociali e i conflitti tipici della società inglese, i libri coprono gli anni tra il 1962 e il 2008. E respirano, crescono e cambiano come la società che descrivono.
Se siete arrivati a leggere fino a qui, magari vi siete anche accorti che nella foto mostro invece un altro libro, The seven moons of Maali Almeida, Booker Prize 2022. Ambientato in Sri Lanka nel mezzo della guerra civile, tra massacri, torture e l’intricata trama di fazioni cingalesi e straniere coinvolte, è una storia tragica e soprattutto incredibilmente divertente. Shehan Karunatilaka ha scritto un libro sull’amore, soprattutto, e poi sul potere, sulla violenza, sulla ingiustizia sociale, sul colonialismo, raccontati da vicino. Insieme agli orrori, c’è la vita normale, che rimane una roba comica e buffa che ci costringe a scoordinate manovre quotidiane.
Chiudo con il consiglio dei consigli: Robert Galbraith e il suo Un cuore nero inchiostro. Imperdibile, e se lo dice Zaidenoll!
Insomma, fate spazio sui vostri scaffali con questi 16 libri da leggere!
Cristina Frascà, La supplente
Garzanti
Consigliato da Linda
Questo è stato l’anno della rinascita come lettrice per me, anche se purtroppo la maggior parte non sono state letture degne di nota.
Quindi come libro migliore dell’anno ho deciso di nominare La supplente di Cristina Frascà.
Libro di esordio per questa scrittrice, vuole essere una commedia divertente che racconta il primo anno di supplenza di Anna Tosetti in un liceo torinese.
La storia narra di Anna l’insegnante che mette anima e corpo nel suo lavoro, spesso purtroppo non compresa e non apprezzata abbastanza. La nostra protagonista oltre a doversi rapportare con degli adolescenti non semplici, ha alle spalle una famiglia che non l’apprezza abbastanza e un vicino di casa russo che mentre prende da lei lezioni di italiano le insegna grandi perle di saggezza per vivere meglio.
Libro ironico ma anche molto dolce in cui la nostra protagonista cresce e migliora grazie a tutte le prove affrontate nel suo anno scolastico.
Sarà che sono un insegnante e quindi mi hanno fatto molto ridere le disavventure scolastiche narrate, ma l’ho trovato un libro piacevole e divertente.
Masha Gessen, L’uomo senza volto
Sellerio
Consigliato da Lorenzo
Non è un romanzo, ma il racconto lucido e disincanto sull’incredibile ascesa al potere in Russia di un uomo mediocre.
Per capire la Russia di oggi e la sua dittatura bisogna necessariamente scavare nel passato del despota che la governa da più di due decenni.
Un libro illuminante che in questi tempi di guerra consiglio a tutti, ma in particolar modo a chi ancora nutre illusioni su Putin.
Gege Akutami, Jujutsu kaisen – Sorcery Fight
Planet Manga
Consigliato da Maga
Il 2022 è stato l’anno dei manga e alla mia veneranda età non me lo sarei mai aspettato. Soprattutto non mi sarei mai aspettata di avere una passione per gli Shōnen.
Dopo aver fagocitato i 72 volumi di Naruto e i sei volumi della black edition di Death Note, ormai ero nel tunnel e ho deciso di affrontare Jujutsu Kaisen di Gege Akutami.
Ammetto che all’inizio ho fatto fatica sia a seguire i combattimenti (sicuramente più godibili nella versione Anime) sia a capire il funzionamento di questo mondo magico legato alla stregoneria.
Necessaria, nonché interessante è risultata la lettura dell’Official Fanbook, edito sempre da Planet Manga, dove vengono approfonditi i profili dei vari personaggi e sono chiariti gli aspetti più tecnici della stregoneria.
I personaggi sono ben delineati e realistici, per questo si fanno amare tutti. La trama non risulta mai noiosa o ripetitiva e continua a tenere con il fiato sospeso volume dopo volume.
In Italia al momento sono usciti 17 volumi tutti pubblicati da Planet Manga.
Oltre alla lettura mi sento di consigliarvi caldamente anche la visione dell’Anime e del film realizzato dallo studio MAPPA (già produttori di Tokyo Ghoul, l’ultima stagione di Attack on Titan e del nuovo prodotto Chainsaw Man) disponibile al momento solo su Crunchyroll.
Laura Imai Messina, L’isola dei battiti del cuore
Piemme
Consigliato da Mamcoumba
Doki doki どきどき il suono di un cuore emozionato, l’accelerazione cardiaca di quando si ha paura di qualcosa che sta per accadere; è anche risultato di una attesa gioiosa, di un evento futuro che si avvicina o di un desiderio che sta per realizzarsi.
È il suono di un cuore che cresce e impara la vita, è il momento che precede l’emozione e pertanto, più ancora della sua realizzazione, è l’emozione stessa.
[..]
«In afrikaans fa doef doef, in albanese pam-pam, bam-bam, in arabo tum tum. In basco ha tantissime variazioni come bun-bun-bun, danba-danba, o pal-pal, quando batte forte fa punpa e nervosamente panp-panp».
[..]
«Sono un’infinità».
«Dai, continua, dimmelo in altre lingue ancora».
«Allora, in bulgaro fa tup tup, in cinese mandarino quando è calmo il cuore fa tong-tong e quando è eccitato peng peng, in olandese boenk boenk, boem boem, klop, klop e in danese … dunk dunk, bank bank. In Estonia suona tuks tuks, in Italia tu tump. I francesi dicono boum boum, i tedeschi ba-dumm, bumm bumm, poch poch. La voce del cuore per i greci è duk-duk, per i coreani dugeun dugeun e kung kung. In ebraico fa bum-búm e in tailandese toop toop».
«Ma sono tantissimi…»
«Con Shingo li avevamo memorizzati quasi tutti».
«In spagnolo?»
«Bum bum bum, tucutún tucutún».
«In russo?»
«Tuk-tuk, mentre in polacco bum bum, bu-bum e in portoghese tun-tum. Alcuni si assomigliamo molto, ma la pronuncia è per ognuno un poco diversa».
«Se ci pensi è una cosa molto dolce».
«Cosa?»
«Lo abbiamo tutti nel petto, nessuno escluso. Eppure, ognuno lo sente in modo diverso».
Wu Ming, UFO 78
Giulio Einaudi Editore
Consigliati da Manuela
Se pensiamo all’anno 1978 ci vengono in mente sicuramente il sequestro Moro e il movimento studentesco; alcuni penseranno anche ai primi morti per eroina, ai collettivi femministi, ai tre papi. Tutto questo nel romanzo dei Wu Ming c’è, ma visto al solito da una prospettiva sghemba: questa volta attraverso gli occhi del protagonista, Martin Zanka (un alter ego di Peter Kolosimo), di un’antropologa femminista e di un gruppo di ufologi. Già, perché il 1978 è stato anche l’anno in cui in Italia si è toccato l’apice degli avvistamenti di UFO.
Leggere i Wu Ming è sempre bello: e per me che nel 1978 avevo sei anni e che conservo ancora il ricordo dell’atmosfera di quella stagione è stato un po’ come rientrare in una casa abbandonata tanto tempo fa. Il loro è al solito un romanzo storico con molte contaminazioni (ci sono ad esempio il giallo e l’inchiesta). E come in ogni romanzo storico che si rispetti troviamo sottotraccia la contemporaneità: ad esempio nel racconto dello stato emergenziale, ieri per il rapimento di Moro e oggi per il Covid-19.
Il romanzo è denso e si legge con piacere. Si conclude anche con malinconia. Con la nostalgia della fantasia nell’immaginare mondi alieni, lontani o vicini, che sembra essersi persa nell’arido realismo che oggi ci pervade.
San’yūtei Ench, La Lanterna delle Peonie
Marsilio
Consigliati da Marghe
La Lanterna delle Peonie è uno di quegli acquisti non previsti che sembrano chiamarti, un po’ come uno dei tanti fantasmi che popolano questa storia, così come dichiarato nel sottotitolo.
San’yūtei Enchō mette per iscritto in questo testo una parte delle sue famose narrazioni orali che l’hanno reso una delle figure più rappresentative del Novecento giapponese. In poche righe ti catapulta in quel Giappone feudale ricco di fascino e suggestioni tra shōji fruscianti, samurai, rōnin, geishe e monaci. E fantasmi, tanti fantasmi, ognuno con le proprie ragioni, le proprie vite da risolvere e vendette da portare a termine in un susseguirsi di situazioni in cui spesso compare anche l’elemento umoristico. Un piccolo gioiello appassionante e scorrevole da leggere assolutamente se vi volete avvicinare a questa cultura tanto lontana e affascinante.
E voi avete paura dei fantasmi?
Menzione speciale per I Miei Giorni alla Libreria Morisaki di Satoshi Yagisawa, meraviglioso e poetico nella sua semplicità.
Svetlana Aleksevich, La guerra non ha un volto di donna
Bompiani
Consigliato da Maria San
“Non avevamo scelta. Il nemico aveva aggredito la nostra terra” (Jadvifa M. Savickaya, combattente partigiana clandestina). La lettura quest’anno di La guerra non ha un volto di donna di Svetlana Aleksevich ha un sapore amaro, pensando a quanto sta avvenendo. Scritto nel 1985, rappresenta un racconto corale – nello stile tipico e originale della scrittrice che ha vinto il premio Nobel per la letteratura nel 2015 – delle numerose testimonianze delle giovani e giovanissime donne sovietiche che hanno lottato insieme, russe, ucraine, bielorusse, durante la Seconda guerra mondiale (la Grande Guerra Patriottica come definita nell’Ex Unione Sovietica) contro i nazisti.
Questo libro mi attendeva da tempo. Lo scoppio della guerra in Ucraina nel febbraio scorso mi ha spinto a leggerlo, per cercare le parole, le cause, i significati che le guerre portano con sé, soprattutto in quella parte di mondo, e soprattutto con uno sguardo diverso rispetto alle narrazioni di guerra: quello delle donne. Le guerre, come riferisce una delle voci raccolte dalla Aleksevich, è un lavoro da uomini dove le donne, partecipanti anche in prima linea come combattenti, si sforzavano comunque di restare se stesse. Di preservare la loro natura.
È stata una lettura dolorosa pensando ad oggi. Ma una lettura necessaria perché ha un forte messaggio di speranza: riprendendo le parole di Sofia Kunsevic che arrivata a Berlino, ha scritto sul Reichstag: Sono Sofia Kunsevic. Sono venuta qui per uccidere la guerra.
Salman Rushdie, I figli della mezzanotte
Garzanti
Consigliato da Mariapia
I figli della mezzanotte è un romanzo sorprendente, un meta-diario acuto e non convenzionale in cui il doppio narratore ci traghetta dalla storia individuale alla Storia collettiva. Scorci di eventi realmente accaduti si fondono al fantastico e al parapsicologico, in un racconto imprevedibile ma fluido – come lo stile dell’autore. I prodigiosi talenti dei “figli della mezzanotte” ci accompagnano attraverso avvenimenti che stravolgono l’India, in un costante mescolarsi di verità e invenzione, fantastico e reale, esotico e grottesco. Insomma, uno di quei libri che inizi senza sapere dove porteranno e poi non puoi più farne a meno.
Midnight’s Children – Salman Rushdie, 1980 (Traduzione di Ettore Capriolo)
Fabio Geda, Nel mare ci sono i coccodrilli
Baldini&Castoldi
Consigliato da Maria Serena
«Come si fa a cambiare vita così, Enaiat? Una mattina, un saluto».
«Lo si fa e basta, Fabio».
«Una volta ho letto che la scelta di emigrare nasce dal bisogno di respirare».
«È così. E la speranza di una vita migliore è più forte di qualunque sentimento. Mia madre, ad esempio, ha deciso che sapermi in pericolo lontano da lei, ma in viaggio verso un futuro differente era meglio che sapermi in pericolo vicino a lei, ma nel fango della paura di sempre».
Doloroso da spezzare il fiato, questo libro racconta la vera storia di Enaiat. Suo padre muore giovanissimo in un incidente stradale dove va perduta tutta la merce che trasportava. Così i suoi datori di lavoro decidono che il prezzo con cui saranno risarciti sarà Enaiat. Sua madre cerca in ogni modo di salvarlo infilandolo nella buca delle patate ogni volta che bussano alla porta, ma i giorni, i mesi, gli anni passano presto ed Enaiat sta crescendo troppo per entrarci senza essere scoperto. Così è lei a decidere per suo figlio. Di punto in bianco lo porta dall’Afghanistan fino in Pakistan dove lo lascia da solo, in piena notte, mentre dormiva beato nel suo letto. E così al suo risveglio Enaiat dovrà crescere per forza, diventando artefice del proprio destino.
Inizia così una vera e propria odissea che lo porterà a lavorare nei palazzi in costruzione, nelle cave di pietra dell’Iran, nelle montagne fredde e gelide, attraversate a piedi per giorni e per notti, per arrivare in Turchia. Nel mare freddo e feroce dalla Turchia alla Grecia, quel mare nel quale scoprirà che ci sono davvero i coccodrilli. E sono anche affamati. Affamati di vite umane, di speranze, di sogni infranti sugli scogli.
Quello di Enaiat è un viaggio lungo e doloroso, fatto di perdite, di paure, di amici persi per sempre e famiglie ritrovate. Di notti al freddo, nei parchi, ma anche di persone ospitali e generose pronte a dare una mano ad un ragazzino solo che si porta in tasca tutto il dolore del mondo. Finché non riesce a raggiungere l’Italia, dove decide di fermarsi, forse, per sempre.
José Saramago, Il vangelo secondo Gesù Cristo
Feltrinelli
Consigliato da Mrs JRR
Dopo averlo letto, ho portato mia figlia ad accendere una candela in chiesa al Sacro Cuore di Gesù.
Mi sono ritrovata a pregare il Gesù di Saramago. Probabilmente sarà blasfemia, ma solo il dialogo nella barca Dio – Gesù – Diavolo vale la “conversione”.
Audre Lorde, Zami
Altera
Consigliato da Nat
Zami, pubblicato nel 1982 quando Audre Lorde ha 48 anni, è un’autobiografia della poetessa e scrittrice «afro-caraibica-americana-lesbo-femminista» che esplora momenti fondanti la sua vita intrecciando racconti, poesie, sogni ed eventi vissuti.
Il libro permette di conoscere Audre a scuola, con le sue amiche nere “marchiate”, una sorellanza ribelle, mostra il rapporto con la madre da cui necessariamente si allontana giovanissima, l’incontro con le tante anime dei vari movimenti femministi. («Diventai nera come il mio bisogno di vita, di affermazione, d’amore – copiando da mia madre ciò che era in lei, irrealizzato […] Le parole di mia madre imparate dalla lingua dell’uomo bianco attraverso la bocca di suo padre, mi insegnavano ogni genere di astuzia e di diversivi per difendermi»: grazie a queste difese, dice, era sopravvissuta ma anche «un po’ morta»).
Zami percorre le fasi della sua vita, le molte componenti della sua identità, la sua posizione politica che la rende un’outsider dissidente e ribelle. “Essere donne insieme non bastava. Eravamo diverse. Essere ragazze gay insieme non bastava. Eravamo diverse. Essere donne Nere insieme non bastava. Eravamo diverse. Essere lesbiche Nere insieme non bastava. Eravamo diverse!”
È un flusso potente che intreccia poesia, politica, critica, pratiche e vita.
Samantha Silva, Amore e Furia
Neri Pozza
Consigliato da P@P
Libro incontrato per caso. Sapendo che c’era una presentazione del libro nel circuito delle Biblioteche di Roma sono andata a documentarmi e ho scoperto che il libro era incentrato su Mary Wollstonecraft, figura che mi affascinava dai tempi del liceo.
Di questa donna speciale, femminista a fine Settecento, scrittrice di “Vindication of The Rights of Women”, madre di Mary Shelley, mi sono resa conto che sapevo davvero poco. Non amando i romanzi storici che mi sembrano sempre fasulli, l’ho affrontato con un certo scetticismo per uscirne incantata. Il colpo di genio dell’autrice è stato quello di inventare i pensieri di Wollstonecraft nei giorni immediatamente successivi al parto in cui, gravemente ammalata, racconta alla figlia episodi della sua vita in capitoli che si alternano a quelli del racconto della levatrice, unica donna vicina in una cerchia fatta di uomini che non sanno che pesci prendere. Silva trova quindi lo spazio per l’invenzione pura senza dare l’impressione di stare creando qualcosa di artificiale. Chi conosce MW probabilmente troverà falle e imprecisioni, ma a me è piaciuto da morire.
Riccardo Falcinelli, Cromorama
Einaudi
Consigliato da Polimena
Nel 2022 ho letto molto meno del solito ma soprattutto non ho letto dai romanzi che mi siano piaciuti al punto da consigliarli con insistenza come sono solita fare. Quindi consiglierò un saggio di Riccardo Falcinelli che leggo dopo il suo Figure, sempre edito da Einaudi e che mi era piaciuto moltissimo.
Come sempre Falcinelli riesce a rispondere a tante mie domande anche quelle che non mi ero mai posta, coglie aspetti del coloratissimo mondo in cui viviamo sui quali non mi ero mai soffermata, scandaglia l’uso del colore nell’arte e nella pubblicità senza essere mai pesante, con l’ironia che lo contraddistingue.
Consigliato agli amanti dell’arte e del design ma anche a chi ama guardare il mondo da una prospettiva insolita.
Abdulrazak Gurnah, Sulla riva del Mare
La nave di Teseo
Consigliato da Puglissima
Abdulrazak Gurnah ha vinto il Premio Nobel 2021 per la Letteratura per la sua intransigente e compassionevole penetrazione degli effetti del colonialismo e del destino del rifugiato nel divario tra culture e continenti ed è proprio un rifugiato sessantenne, che arriva in UK fingendo di non parlare una parola d’inglese, il protagonista di questo meraviglioso libro.
Saleh Omar, questo il suo nome, a Zanzibar era un mercante di mobili, ma scappa dal proprio Paese dopo un colpo di stato. Riuscito ad arrivare in Inghilterra con documenti falsi, per un caso fortuito viene in contatto con il figlio del suo acerrimo nemico in patria. Inizia così il racconto delle storie intrecciate di questi due uomini tra la Londra di oggi e la Zanzibar del recente passato.
“Sulla riva del mare” è un romanzo che parla di esilio, di lontananza, di nostalgia e dell’ambivalenza che spesso coglie chi vive lontano dalle proprie origini sia nei confronti di queste ultime che nei confronti dei posti che salvano e allo stesso tempo allontanano. Menzione speciale per Lonsome Dove libro consigliato nel 2021 da Polimena e mai consiglio fu più gradito. Non pensavo che una storia di cow-boy potesse farmi piangere così tanto!
Lauren Redniss, Radioactive
Rizzoli
Consigliato da Simone
Letto verso la fine di quest’anno, Radioactive di Lauren Redniss (disponibile in italiano nella traduzione di Leonardo Rizzi) ha sbaragliato la concorrenza conquistandosi la palma con un mix di elementi davvero straordinario: il libro è un ibrido tra biografia, favola nera, divulgazione scientifica, documentario e graphic novel.
La storia centrale è quella di Marie e Pierre Curie, ma gli episodi del racconto biografico sono intervallati da flash documentaristici che raccontano le varie applicazioni degli elementi radioattivi, dal campo medico alla bomba atomica, e da testimonianze che mostrano come ogni scoperta scientifica abbia implicazioni concrete nella vita quotidiana delle persone. Il tutto accompagnato da stupende cianografie a pagina piena, ispirate al bagliore azzurrino degli elementi radioattivi, immagini spettrali e suggestive che impreziosiscono la storia e aumentano il suo impatto emotivo.
Nora Keita Jemisin, La città che siamo diventati
Mondadori
Consigliati da Snailhand (Stefano)
Anno di poche e buonissime letture come La breve favolosa vita di Oscar Wao di Junot Diaz, Così si perde la guerra del tempo di Amal El-Mohtar e in particolare La città che siamo diventati di Nora Keita Jemisin, un romanzo di formazione di una metropoli che acquista autocoscienza e deve lottare per la sua stessa esistenza, un omaggio fantasy a New York ed alle sue sfaccettature, impersonificate nei quartieri/antieroi che la compongono, ricco di inventiva e umorismo, con un pizzico di Lovecraft e della guida turistica che tutti vorremmo seguire, una volta nella vita.
Maggie O’Farrell, Hamnet
Guanda
Consigliato da Valentina
Come nasce una delle tragedie più note di uno degli autori di teatro più famosi di sempre?
Maggie O’Farrell prova a rispondere a questa domanda, partendo da un fatto storico e costruendo una storia suggestiva, in cui i protagonisti sono i familiari del Bardo.
Di lui, Shakespeare, non si fa mai il nome – eppure è sempre presente.
Viktor Sklovskij, Zoo o lettere non d’amore
Sellerio Editore
Consigliato da Vhreccia (Daniele)
Il mio libro dell’anno è Zoo o lettere non d’amore di Viktor Sklovskij. È un’opera originale e straordinaria: un’opera Russa con la R maiuscola. Ogni volta che ne rileggi un passo ti sembra di aver trovato una nuova chiave d’interpretazione. Dopo tutto come si può parlare d’amore ad una donna che ti ha intimato di scriverle di tutto… ma non d’amore?
Ma poi, parla davvero d’amore questo libro? È un romanzo (?) epistolare, ma le risposte di Alja alle lettere di Sklovskij si fanno sempre più rade, e diviene quasi una conversazione a senso unico, nella quale l’autore, non potendo parlare d’amore, ci propone i ritratti di una serie di persone, e noi li passiamo in rassegna come in una passeggiata tra i padiglioni, appunto, di uno zoo. Ha ragione Nori: ” I russi sono matti“, ed io semplicemente adoro perdermi dietro i loro deliri.
Lewis Shiner, Black & White
Perrone
Consigliato da WizzyLu
Black & White di Lewis Shiner è un libro micidiale. Un romanzo di indagine, di scoperta, di presa di coscienza, crudo, violento e allo stesso tempo delicato, che viaggia attraverso linee temporali con i suoi personaggi dai tratti molto forti. Un mix letale di situazioni piene di suspense e intuizioni straordinarie. Un romanzo coraggioso che non si tira indietro davanti alle questioni sociali, ed è scritto con tanta grazia da far venir voglia di piangere.
Tema centrale: la razza e il razzismo storico e contemporaneo in America, magistralmente condito con un’importante saga famigliare fatta di segreti e peccati mai confessati, un ritratto bruciante dell’odio istituzionalizzato e una storia d’amore che rende la narrazione piena di tensione, azione e genuina emozione umana. Insomma, un bel thriller letterario avvincente, un mix letale che tratta i temi del razzismo, esotismo e folklore mai in modo banale e retorico (nel sottobosco narrativo striscia il voodoo che diventa, sì, una parte importante della trama, ma non fa diventare il romanzo soprannaturale o di quel genere che storpia le budella!), ma dosa bene strati di mistero e complesse relazioni che afroamericani e bianchi condividono, il tutto condito con la umana codardia capace di rovinare la vita.
Non è una lettura breve, ma spiazza continuamente, portando sempre sul filo della tensione psicologica. Inoltre ci mostra come il razzismo e lo scontro sociale su base etnica non siano storie relegate al passato ma che anche nel nuovo millennio fenomeni di segregazione, di odio razziale, di speculazione edilizia utilizzata per allontanare o eliminare minoranze urbane sgradite e indesiderate sono non solo presenti, ma all’ordine del giorno.
Insomma… questo libro apre a orizzonti imprevedibili…
ma quanto siamo belli?
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Non solo siamo tutti splendidi, ma i libri suggeriti quest’anno mi fanno desiderare di prendermi un anno sabbatico solo per leggere
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