La polemica post Nobel ha sottolineato come la letteratura sia satura di crisi della famiglia bianca americana: Gurnah è il prossimo della mia lista da leggere, ma la crisi della famiglia bianca americana scritta da Franzen non stanca mai.
Crossroads è il gruppo per adolescenti della First Reformed Church di New Prospect, una cittadina agiata nei pressi di Chicago, all’inizio degli anni ’70. In un filone mistico-psicologico-hippieggiante, i ragazzi di Crossroads vengono spinti a “correre rischi”, esprimendo le proprie emozioni più profonde.
Intorno a questo gruppo danzano le vicende della famiglia Hildebrand: Russ, il padre, è il reverendo della parrocchia, ma estromesso da Crossroads a causa del più giovane Rick Ambrose, da cui si è sentito umiliato; Marion, la madre, è stata completamente assorbita dalla sua “mammità”, anche per seppellire un passato di cui si vergogna; il figlio maggiore Clem è all’università, dilaniato fra il primo amore e il “dovere morale” di andare in Vietnam nonostante il suo pacifismo; Becky, la ragazza più popolare della scuola, entra in Crossroads inseguendo “un tipo da sogno in pantaloni a zampa d’elefante”; Perry, inquieto adolescente con un QI di 160, un abuso di droghe che spera spengano il suo cervello che va perennemente a mille e domande irrisolte sull’immutabilità dell’anima.
Ogni capitolo è una voce narrante, a partire dai primi più centrati sul singolo, per poi man mano arrivare a una sempre maggiore interazione (e scontro) fra i personaggi, con un ritmo più serrato.
Il tema conduttore è il senso di colpa, per quanto in quegli anni “un senso di colpa progressista” (ah, l’ironia di Franzen), un senso di colpa che in realtà è “solo il desiderio egoistico di non venire considerati cattivi”.
Russ e Marion hanno sperimentato varie forme di religione (lui nasce in una comunità mennonita, lei attraversa una fase cattolica), avvicinandosi alla spiritualità navajo e approdando infine al protestantesimo.
I sensi di colpa, l’idea di essere fondamentalmente e inguaribilmente cattivi, non abbandonano mai nessun personaggio, espandendosi in varie forme: depressione e ossessione, rabbia l’uno verso l’altro (in particolare verso Russ, incarnazione della religiosità anche in ambito pubblico), tentativi di scaricare la colpa sugli altri o al contrario assumendosi colpe non proprie, autoboicottaggio nella vita scolastica o personale, disprezzo di sé, dipendenza da droghe.
Tutti si propongono di migliorare, di abbandonare la cattiveria e l’egoismo (il peccato, insomma), tentano di dedicarsi alle opere di carità, ma giustamente Perry si chiede: “possiamo sfuggire al nostro egoismo?”.
In effetti tutti gli sforzi dei personaggi sembrano autoreferenziali, in quella che chiamiamo “carità pelosa”: ogni atto è un mettersi in mostra, un cercare di ottenere qualcosa, in fondo un tentativo di sfuggire a se stessi.
Le vicende, i ricordi, le riflessioni scavano nell’anima dei personaggi quanto in quella dei lettori: New Prospect non è diversa da qualsiasi altra cittadina, il senso di colpa protestante non è diverso da quello cattolico, la famiglia attraversa ancora crisi profonde, come ciascuno di noi. Sempre Perry elabora una cinica definizione di religione: “arriva un leader sufficientemente disinibito da usare le parole più comuni in un modo nuovo, potente e controintuitivo, e ciò incoraggia le persone intorno a lui a usare a loro volta quella retorica, e l’atto stesso di usarla crea sensazioni mai provate nella vita di tutti i giorni”.
L’ultima osservazione è sulla struttura del libro: la prima parte, “Avvento”, più corposa, si svolge praticamente in una sola giornata; la seconda, “Pasqua”, in effetti comprende il periodo fra le due Pasque successive. Nella mia stramberia ho preferito la prima parte, in cui succede relativamente poco, i capitoli sono più ampi e riflessivi; in caso voi foste più normali, tenete duro, non spaventatevi per la mole, nella seconda parte “succede” di più!
Titolo: Crossroads
Autore: Jonathan Franzen
Editore: Einaudi
Lunghezza stampa: 640 pagine
Prezzo: €22
ISBN: 9788806248420
ho iniziato l’anno con questa lettura.
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