Africana. Raccontare il continente al di là degli stereotipi – a cura di Chiara Poggio e Igiaba Scego

Fare una una ricerca per immagini dell’Africa pone come primi risultati tramonti nel deserto, immagini di guerriglie, capanne, moltitudini di bambini, talvolta bambini con uomo/donna bianca salvatrice.
Poche settimane fa, una ragazza mi ha chiesto se in Senegal ci fossero le case. Le case! Una ragazza ventenne milanese che mi ha posto, inconsapevole, una domanda assurda. Pensava ci fossero esclusivamente capanne, ignorando la presenza di città e addirittura megalopoli.
Quasi tutti i programmi televisivi e giornali nazionali mostrano eventi e situazioni quasi sempre drammatiche e di sofferenza estrema. L’immagine che da anni ci viene tramandata è di un continente sostanzialmente povero incapace di risollevarsi autonomamente, bisognoso di aiuti bianchi.

L’altro aspetto che viene associato all’Africa è quello legato alla migrazione, raccontata come un’invasione incontrollata, con falsate analisi razziste associate a immagini di barconi.
Senza voler eliminare problematicità e criticità del Continente (ma in questo caso sarebbe necessario approfondire anche la parte di responsabilità della colonizzazione), parlare di Africa offrendone solo un aspetto è sicuramente riduttivo.

L’Africa è un continente complesso, costituito da 54 nazioni, con 3000 lingue parlate, con una grande varietà di aspetti geografici, politici, culturali, religiosi. Sarà il continente con il più alto tasso di crescita dei centri urbani. Si stima che, entro il 2050, le città africane raccoglieranno 950 milioni di cittadini in più rispetto agli attuali (fonte Africapolis).
Entro il 2030 nelle città vivrà oltre il 60% della popolazione mondiale, con una popolazione giovane e creativa che vuole essere protagonista del futuro.
Africana si apre con il famoso articolo-manifesto dello scomparso Wainaina (che grave perdita e che grande dolore), intitolato “Come scrivere d’Africa” e comparso sulla rivista Granta nel 2005 in cui, in chiave ironica, l’autore descrive i cliché in cui si parla di Africa, dove “la gente ha un’aria sporca e miserabile”, “l’Africa dev’essere compatita, adorata o dominata”, “L’Africa è la Terra degli Ampi Spazi Vuoti”.

Nel libro questa immagine monolitica e stereotipata viene sgretolata, per mostrare un’Africa diversa, sganciandosi da uno sguardo coloniale che la vuole solamente dilaniata e ferita.
Nei 19 racconti dell’antologia, possiamo ritrovare la nostalgia del Sud e della difficoltà di inserirsi in una realtà dove “la bellezza nera in mezzo a cui ero cresciuto non solo veniva sminuita, ma attivamente denigrata nell’interpretazione saudita dell’Islam” (In cerca della bellezza, di Sulaiman Addonia); ci sediamo in un bar “al Bottom-line a giocare a poker” (Una telefonata da sottoterra, di Gazemba); ci uniremo al “La lotta per il basket femminile in Somalia” di Alexis Okeowo in cui viene narrata la passione di Aisha per il basket (“quando hai una passione come la mia per il basket, tutto il resto passa in secondo piano”); passeggeremo per la città di Massawa “donna color corallo dalle forme coralline” grazie alla scrittrice senegalese Ken Bugul.

Illuminanti le riflessioni di Achille Mbembe ne “Gli africani devono purificarsi dal desiderio dell’Europa” sulla realtà odierna (l’Africa è caratterizzata da una scarsa emigrazione” “non si contano più quelli che sono morti durante la traversata”, “la violenza alle frontiere e da parte delle frontiere è diventata uno dei tratti salienti della condizione contemporanea”) e la necessità di una decolonizzazione reale che “non sarà compiuta fino a che ciascun africano non disporrà del diritto di circolare liberamente”.
In Africana c’è anche la Lagos cosmopolita di Chimamanda Ngozi Adichie e la denuncia di drammi famigliari di Taiye Selasi.

Africana è un bel progetto anche dal punto di vista grafico grazie anche alla presenza delle immagini neo-pop dell’artista Pierre- Christophe Gam, artista egitto-ciadiano-camerunese, e del suo progetto dedicato al leader attivista del Burkina Faso Thomas Sankara, ucciso nel 1987.
Un libro importante che merita una collocazione nelle antologie scolastiche e sugli scaffali delle biblioteche. Come scrive Igiaba Scego nella prefazione, «il libro che avete in mano è un tentativo di stravolgere quello sguardo intossicato dal colonialismo e di portare l’Italia ad osservare il continente africano con lenti nuove, decoloniali» (p. 10).

Titolo: Africana
A cura di: Chiara Piaggio e Igiaba Scego
Editore: Feltrinelli
Data d’uscita: Maggio, 2021
Pagine: 224
Prezzo: € 19,00
ISBN: 9788807493034












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