I dodici dello Strega 2020

Anche per il 2020, come già per il 2019, ci siamo cimentati nella lettura dei dodici libri candidati al Premio Strega.  Su alcuni libri, letti da più persone, abbiamo pareri discordanti su altri siamo concordi. Abbiamo anche i nostri prediletti, credo che dalle recensioni si desuma facilmente quali siano, ma vinca il migliore!


Silvia Ballestra, La nuova Stagione, Bompiani

Silvia Ballestra

Letto da vhreccia
La nuova stagione di Silvia Ballestra è il libro che Bompiani porta al Premio Strega su presentazione di Loredana Lipperini.
È la storia di due sorelle alla presa con la vendita dei terreni di famiglia nella provincia meccanica maceratese, raccontata da una cugina-seconda.
Libro declinato al femminile, a tratti femminista, è un’opera noiosa e poco riuscita: inutilmente lunga nelle descrizioni bucoliche, acida nelle parti in cui vorrebbe risultare caustica, ovvero quella dei dialoghi in dialetto, odiosa quando incontri parole come “intrapresa”, “rammemorare” e “sorriso falsoretto” ( boom!).
Il classico libro da leggere con la tecnica dell’1 per 3: una riga ogni tre, un paragrafo ogni tre, ma anche una pagina ogni tre, tanto per spiegare che “a ci sta le carge” ci mette quasi un capitolo.
Bella, invece, la copertina di Valentina Marchionni, in arte Flaccidia.
Lo Strega si conferma premio dozzinale, e gli va di lusso che un libro buono all’anno ancora si scrive, in Italia: quest’anno c’è Febbre di Bazzi, per fortuna.


Marta Barone, Città sommersa, Bompiani

Marta Barone

Letto e recensito da Silvia
Un viaggio a ritroso nelle vie di una Torino da riscoprire, sui passi di un padre appena scomparso e forse mai conosciuto. Ricordi, testimonianze, archivi per ricostruire la storia particolare di una condanna (ingiusta?) nel quadro generale del movimento operaio degli anni ’70.

Libro interessante su più piani, quindi, da quello storico a quello politico a quello introspettivo personale dell’autrice; se si può muovere una critica, è che questi piani a volte si accavallano in modo un po’ confuso e caotico. Di certo rimane l’idea di una “collisione impari fra le biografie individuali e la storia generale”.

Qui la rece di Silvia Marini


Jonathan Bazzi, Febbre, Fandango Libri

Jonathan Bazzi

Letto da p@p e recensito da Lorenzo Del Pietro
Si legge a rotta di collo come in preda a una febbre, un libro autobiografico molto bello in cui si alternano la storia presente e quella del passato. La febbre del titolo è quella che Jonny si porta dietro per un lungo periodo senza che se ne capisca la causa, ma anche quella che guida la sua vita personale, preda di un disturbo d’ansia che ha le radici nell’infanzia. Una lingua diretta, asciutta e senza ricami, perfettamente padroneggiata. il  migliore candidato allo Strega.

Qui la rece di Lorenzo del Pietro


Gianrico Carofiglio, La misura del tempo, Einaudi

Gianrico Carofiglio

Letto da Silvia

Carofiglio torna con l’avvocato Guerrieri, a 50 anni ormai e ancora più dubbi esistenziali: si lascia trasportare dalla sua vita di pratiche e udienze, sempre in attesa d’altro. Come al solito scorrevole, ironico e ricco di citazioni letterarie, ancora più riflessivo dato l’inesorabile passare del tempo: con l’età, il sentiero delle possibili scelte si assottiglia sempre più.

Carino ma..resta una domanda: che ci fa allo Strega?


Gian Arturo Ferrari, Ragazzo italiano, Feltrinelli

Gian Arturo Ferrari

Letto da Davide Nadali

Un classico. Un romanzo di formazione: un giovane da bambino a maturo adolescente con scorci sulla contemporaneità. Leggendo, mi balenavano istantanee e rapide immagini da L’albero degli zoccoli e La meglio gioventù.

Scrittura elegante, trama quasi prevedibile, ma forse perché ci pare una storia nota, la nostra.

Una formazione non terminata: un’opera volutamente lasciata aperta?


Alessio Forgione, Giovanissimi, NN Editore

Alessio Forgione

Letto da polimena
Napoli e le sua periferia sono il palcoscenico del libro di Alessio Forgione edito per NN, Giovanissimi.  Un romanzo di formazione in cui il protagonista, Marocco, quattordicenne al primo anno di liceo, si trova per la prima volta nellavita di fronte a emozioni come l’amore, la morte, il senso di perdita, la ribellione.

Siamo alla fine degli anni ottanta in una famiglia dai legami spezzati, in un quartiere difficile di Napoli, Soccavo. Il protagonista Marocco arranca fra il dolore per l’abbandono da parte della mamma, le partite a calcio che spesso finiscono in rissa, la passione per l’investigatore dell’incubo Dylan Dog, l’amore acerbo e tenero per Serena e le canne con l’amico di sempre, Lunno. Una prova interessante quella di Alessio Forgione, soprattutto per lo sguardo equilibrato e non giudicante sull’adolescenza, un momento della vita in cui il tempo pare dilatarsi e in cui gli eventi assumono un’importanza che non immagineremmo mai.


Giuseppe Lupo, Breve storia del mio silenzio, Marsilio

Giuseppe Lupo

Letto da Davide Nadali
Vado allo scaffale, estraggo Le città invisibili, apro e leggo: “Le immagini della memoria, una volta fissate con le parole, si cancellano”.

Scriviamo ciò che è destinato a essere cancellato, scriviamo per dimenticare. Un meccanismo strano: la letteratura è la malattia dell’oblio, non della memoria.


Daniele Mencarelli, Tutto chiede salvezza, Einaudi

Daniele Mencarelli

Letto da p@p

Il protagonista, un certo Daniele Mencarelli (sic), dopo un violento attacco d’ira che lo porta ad aggredire il padre, finisce in TSO. Il libro è il diario di questa settimana tra i matti, sì perché gli altri che dividono la stanza con Daniele, stanno messi male molto più male di lui. Abbiamo tutte le tipologie del caso, sia tra i ricoverati che tra quelli che se ne prendono cura, ma il racconto è troppo corto, direi appena accennato, per rendere efficacemente la situazione. La salvezza del titolo che il protagonista cerca disperatamente, finisce per rivestirsi di una componente religiosa che francamente ho trovato irritante. Insomma sembra più l’allegoria di una fede (ri)trovata che una storia.


Valeria Parrella, Almarina, Einaudi

Valeria Parrella

Letto da polimena
Almarina di Valeria Parrella edito da Einaudi è la storia di due donne, una cinquantenne insegnante nel carcere minorile di Nisida e l’altra sulla soglia della maturità, detenuta nel carcere. Due persone con storie di solitudine e di passati difficili che si incontrano, si riconoscono. Ognuna trova nell’altra un motivo valido per continuare a vivere e a lottare.
Scritto con uno stile molto personale e molto curato, il libro a tratti cupo e disilluso, riesce con uno stile asciutto e scevro da pietismi, a lasciare un raggio di speranza anche a chi di speranze pare non averne più. Apprezzabile racconto condensato in poco più di cento pagine, conferma la Parrella abile tessitrice di storie.


Remo Rapino, Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio, Minimum Fax

Remo Rapino

Letto da p@p

La tartaruga a simboleggiare la lentezza con cui ho letto questo libro, che cerca di rimandare il Ventesimo secolo attraverso la storia personale di un “cocciamatte”. L’idea è molto interessante ma forse troppo ambiziosa. Non sono riuscita a stare dalla parte di questo “perdente” che, alla Forrest Gump, incrocia Scerbanenco in fabbrica, si iscrive alla Fiom durante le battaglie sindacali, esce dal manicomio per la legge Basaglia, finisce in Piazza alla manifestazione pro articolo 18 ecc..

Gli elementi che dovrebbero contestualizzare il racconto autobiografico finiscono per sembrare un artificio e la lingua dialettale inventata riesce solo a infastidire. So di essere una voce fuori dal coro ma di Liborio, che è un personaggio che mi piace, mi resta solo il ricordo del suo dispiacere per la legge Merlin che gli crea problemi a incontrare agevolmente le “puttanizie”.


Giammarco Villalta, L’apprendista, SEM

Gian Mario Villalta

Letto da vhreccia

L’apprendista è il libro di Gian Mario Villalta, pubblicato da SEM, che concorre al Premio Strega grazie alla presentazione del poeta Franco Buffoni.
Villalta, poeta a sua volta e direttore del festival letterario Pordenonelegge, si cimenta stavolta con la forma romanzo, con scarsa fortuna. L’opera racconta il rapporto tra Fredi, ultraottantenne sacrestano ex militare e missionario, e Tilio, suo “apprendista” settantenne ex operaio: l’azione, che si svolge tutta dentro alla chiesa, è un invito a riflettere su cos’è la preghiera, sul nostro rapporto con il luogo di culto anche come spazio fisico, sul portato di vivere in una piccola comunità di paese. Il risultato purtroppo è di una noia incredibile, l’atmosfera invece che intima e raccolta è claustrofobica e stantìa, le riflessioni sulla religione scarne e tranchant: per seguire i pensieri dei due anziani l’autore fa uso di una scrittura scarna, brutta, sgrammaticata, a tratti affannosa, che ostacola il piacere della lettura; quando, per qualsiasi motivo, interrompi la lettura di questo libro, riprenderlo costa un sforzo da “compito in classe”.
Altra candidatura più legata alla figura di direttore artistico di festival letterario che alla qualità dell’opera.


Sandro Veronesi, Il Colibri, La nave di Teseo

Sandro Veronesi

Letto da Alex de Maria

Terminato Il colibrì di Veronesi.
Che dire, bello bello.
Certo, ho un talento raro nello scegliere libri che mi strappano il cuore e lo riducono in una concassè che farebbe la gioia dei giudici di Masterchef.
Veronesi (non lo dico perché è pratese anche lui) ha un talento raro negli scrittori italiani contemporanei, quello di comporre con una prosa raffinata ed allo stesso tempo leggera, senza fronzoli inutili ma non asciutta. Ogni parola di ogni frase è lì dove dovrebbe essere. Niente di più e niente di meno.
Consigliato ma solo per momenti di felicità assurda, così da avere un impatto limitato.
Adesso devo leggere qualcosa di smodatamente allegro e che mi renda felice sennò andrà a finire che mi ci vorranno quintali di Prozac.

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6 risposte a "I dodici dello Strega 2020"

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