Le transizioni – Pajtim Statovci

 

 

 

 

 

 

 

 

“Nessuno è tenuto a rimanere la persona che è nata, possiamo ricomporci come un nuovo puzzle”.

Questa la filosofia di Bujar, che in fuga dall’Albania (e da se stesso) attraversa Europa e America in un continuo inseguimento di ruoli. Una volta è un uomo italiano a Berlino, un’altra una donna spagnola a New York. Nazionalità e identità, genere e sessualità che cambiano, in transizione appunto, “come fossi un figurante nella mia storia”, finché da persona in carne ed ossa diventa un personaggio di una trama, che racconta e si racconta.

Nessuno in fondo è come appare, e Bujar, in un eccesso di funzionalità dei neuroni specchio, assorbe la vita delle persone che incontra, si innamora di uomini o donne come vorrebbe essere, fino a sentirsi non più speciale, la cosa peggiore che possa capitare. Anche una volta raggiunto un desiderio, secondo lui, si ottiene solo torpore, si capisce di aver vissuto una menzogna, si diventa “un cadavere in decomposizione che contiene tutta la gioia del mondo”. Il luogo più desiderato, New York, si rivela il peggiore, una città dove tutti hanno fretta e si curano solo di fare soldi: “chi c’è nato vuol scappare, chi ci si è trasferito diventa rancoroso”.

Sembra quindi che giri a vuoto, Bujar, in una fuga da un’Albania che odia ma che continua a tornare nei suoi pensieri, sotto forma dei ricordi delle fiabe narrategli dal padre nell’infanzia: storie di aquile e cavalli magici, di figli che tornano dal regno dei morti per le lacrime di una madre, di indomiti combattenti, storie che tendono a sottolineare concetti di onore, dignità e orgoglio nazionale.

Il tutto in una lingua incredibile (l’originale è stato scritto in finlandese, dove l’autore risiede): dura, cruda, dolorosa e terribilmente concreta, che fa toccare le sensazioni di Bujar. L’aria “si addensa in gola come lana umidiccia”, il sudore rimosso “con le unghie è come staccare uno strato di pelle”; le giornate sono “appiccicose, le ore come miele addensato sul fondo della tazza”; se il protagonista riesce a sdraiarsi per riposare, sente “come se avessi addosso una pesante lamiera inchiodata ai bordi del letto, dentro cui sono rinchiuso come una larva nel bozzolo”; se prova invidia, è “come lame di rasoio fra le costole, avvertendone l’odore come uno scarico di gasolio bruciato”; nei momenti di sconforto maggiore, è “avvolto nella plastica trasparente”. Ogni pagina trasuda un senso di pesantezza, oppressione, da cui non c’è via d’uscita.

Tanti i temi trattati in questo romanzo, dalla povertà all’emigrazione, dall’emarginazione all’amicizia, dall’identità all’amore, con un’intensità e una sofferenza senza pari.

Titolo: Le transizioni
Autore: Pajtim Statovici
Editore: Sellerio
Pagine: 272
Traduzione: Nicola Rainò
ISBN: 9788838939792

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