Prima pagare poi ricordare

Libro Pà-zesco. Nel vero senso della parola: questo libro è follia, pura e benedetta. Questo libro è inclassificabile, è tante cose e non ne è nessuna. Non è, ad esempio, una semplice e piana biografia del protagonista. Non è neanche soltanto il ricordo di un manipolo di fottuti
genî, dei loro scazzi continui, del loro comune sentire e della loro continua ricerca del bello. Non è un manuale su come si fa una rivista di fumetti, perché i fallimenti sono stati tanti se non maggiori dei successi, che pure hanno rivoluzionato il modo di far fumetti in Italia. Non è, infine, un lungo, salace e onesto fino a far male flusso di coscienza. Prima pagare poi ricordare di Filippo Scozzari è un delirio da febbre alta, è quanto di più rancoroso e incazzato vi sia mai capitato di leggere scritto dalla penna di un vecchio, malmostoso e stronzo fumettista: un capolavoro, insomma.

Scozzari è antipatico, a tratti forse anche bugiardo, chi lo sa, ma ogni cosa che scrive è per me oro colato, ogni pensiero, ogni frase è scritta senza voler compiacere nessuno: pazienza se Pazienza non è quello che v’immaginavate o che vi han sempre raccontato; Ma ‘nfatti. Che importa se le vette artistiche dei suoi compagni non compensarono mai le rovinose cadute nei vizi e le mancate consegne. Poi dice va tutto a rotoli: per forza. E meno male, aggiunge tra le righe Scòz, perché reiterare il genio significa normalizzarlo, i “rapidi colpi di rasoio sulla carne viva” a lungo andare bruciano sempre meno. Il peccato è solo per noi, che siano bruciati come supernove, perché in quelle riviste oltre a fumetti detonanti si potevano leggere articoli su società e politica avanti di trent’anni rispetto agli altri giornal(a)i, si poteva sentir parlare, sacrilegio, di Bioy Casares, Kafka, Amado, Ferlinghetti, Céline…della fusione fredda!

Scozzari, eterno monello, adoratore di Satana Re, ci racconta una storia lunga quarant’anni che inizia con le occupazioni e le proteste del Movimento bolognese del ’77, il Muvmàn, Radio Alice e gli indiani metropolitani, aree politiche alle quali il nostro era sì vicino ma, per dirla con le sue parole, era più “conterraneo e contemporaneo che omologato”. E poi Cannibale, Il Male, Frigidaire, la vita di redazione, la droga, le tragedie personali di spiriti affini ma mai troppo affiatati, il ritratto spietato della politica e della società anni ’80, condensato in brevi e folgoranti figure come quella della “sig. Angelina Padellaro Guidi, funzionario di mezza tacca del Min. Bel. Cul. e sua delegata”.
È una storia scritta di getto Prima pagare poi ricordare, ne consegue che la lingua usata per raccontarla sia colloquiale, spesso volgare, infarcita di onomatopee; scelta indiscutibilmente azzecata.
Un grazie enorme e un plauso a Scozzari per aver scritto una “cosa” del genere.

 

 


Bonus track

Recuperate! appena possibile il coatto Ranxerox, capolavoro di Liberatore e Tamburini.
Due perle a caso, tra le tante: quando scrive che gli EELST sì, bravi, per carità, ma avevano già inventato tutto gli Skiantos; oppure che per un periodo collaborò con loro “uno zero che si faceva chiamare Red Ronnie”.

 

 


Titolo: Prima pagare poi ricordare
Autore: Filippo Scozzari
Editore: Coniglio editore
Anno di pubblicazione: 2007 (dopo più di una tribolazione)
Pagine: 208
Prezzo: 14€ solo cartaceo

 

 

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2 risposte a "Prima pagare poi ricordare"

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  1. caro Vhreccia,
    questo tuo pezzo parla al mio cuore e parla di disegnatori che per me sono come amici d’infanzia – Paz, Scòzzari, Tamburini, Liberatore, sono diventato grande leggendo le cose loro, poi c’erano anche Igort (che si é manifestato più tardi con altre opere di straordinaria ispirazione), poi c’erano i francesi, Mœbius, insomma, dìo che anni, è stata una stagione magnifica del fumetto in Italia, sono impaziente di procuramelo e leggerlo; grazie grazie grazie

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