L’ultimo inverno di Rasputin di Dmitrij Miropol’skij

lultimo-inverno-di-rasputin-673x1024“La storia dei vinti la scrivono i vincitori”.
Winston Churchill

Contrariamente a ciò che si sarebbe portati a pensare leggendo il titolo della versione italiana (questione su cui torneremo più avanti), questo di Miropol’skij non è un libro che parla solo di Rasputin. La verità è che si tratta di un grande affresco storico che riprende un po’ – e coi dovuti distinguo – la struttura di Guerra e Pace. Abbraccia un arco temporale che va dal 1912 al 1917 e, soprattutto, racconta la storia di tanti personaggi storici variamente coinvolti nell’affaire Rasputin e protagonisti, a vari livelli di importanza, della complessa storia europea di quegli anni. Lo so, detto così sembra il classico “libro di storia”, ma non lo è. La scrittura è vibrante, lucida e coinvolgente, sempre in bilico tra la grandeur della Grande Madre Russia che fu e la voglia di prendersi un po’ in giro con sottile e pungente ironia.

“L’Europa sanguinante sperava. A Londra e a Berlino , a Parigi e a Vienna, secondo il calendario di papa Gregorio era arrivato l’anno 1917, che lasciava presagire un’imminente fine della guerra”.

La Storia si intreccia, o forse più correttamente si insinua fra le storie dei vari personaggi che popolano San Pietroburgo, una capitale che rispecchia perfettamente la situazione dell’Impero Russo alle soglie della Grande Guerra: decadente, viziosa e vanitosa, dove la povertà, lo champagne, la droga e l’arte vanno a braccetto e ispirano quelli che poi diverranno i più grandi nomi della letteratura e dell’arte della Russia del novecento. Uno fra tutti Majakovskij, che si ritroverà suo malgrado coinvolto nell’omicidio di Rasputin e le cui poesie fungono da trait d’union di tutta la narrazione. Un personaggio che onestamente non conoscevo, se non di nome, ma di cui Miropol’skij ci fornisce un ritratto fra i più belli e affascinanti di tutto il libro. L’altro ritratto favoloso è quello del Principe Felix Jusupov. Io l’ho veramente amato: elegante, folle, anticonformista. Assurdo e bellissimo. Profondamente consapevole della situazione del suo paese, tanto da commettere un omicidio con l’intento di salvarlo, ma che probabilmente invece sarà “l’inizio, l’inizio di eventi terribili” come avrebbe scritto profeticamente la madre dello zar Nicola II in un suo diario.

Per quanto riguarda Rasputin, dimenticatevi tutte le assurdità che avete letto in rete o ascoltato in tv. Dimenticatevi il “diavolo santo”, il pervertito amante della Zarina. Non troverete nulla di tutto questo. Troverete un personaggio sorprendentemente semplice e allo stesso tempo enigmatico e fuori dagli schemi che sembra quasi essere più una scusa per raccontare un frammento della storia russa ed europea di cui si parla, forse, troppo poco, che non il protagonista che il titolo ci porterebbe ad aspettarci. Tasto dolente, il titolo. Dolente perché nella versione originale è “1916. Vojna i mir”, che tradotto alla lettera in italiano sarebbe “1916. Guerra e Pace”. Sono consapevole che potrebbe risultare poco chiaro o interessante per un lettore italiano, forse. E sono anche, profondamente consapevole che inserire il nome di Rasputin nel titolo, con tutto ciò che (di sbagliato) questo nome porta con sé, sia una scelta più appetibile a livello commerciale. Ma, c’è un ma, perché pian piano che si procede con la lettura diventa lampante che il titolo in italiano sia completamente fuorviante e riduttivo rispetto a ciò che questo libro rappresenta. Oltre ad essere un’analisi lucida e abbastanza super partes degli avvenimenti che hanno portato alla Rivoluzione Russa, al rovesciamento degli Zar e all’entrata in guerra della Russia, è anche e soprattutto una spy story mirabilmente scritta, con un ritmo narrativo serrato per cui vale la pena perdere anche qualche ora di sonno.

Piccola nota sull’autore: Dmitrij Miropol’skij è nato nel 1964 a Leningrado ed è un personaggio piuttosto poliedrico: pubblicitario, autore teatrale, conduttore, commentatore musicale, sceneggiatore. Questo romanzo è il primo dell’autore pubblicato in Italia e spero vivamente non sia l’ultimo, visto che pare abbia scritto altri romanzi storici (capito, signori di Fazi Editore?).

Titolo: L’ultimo inverno di Rasputin
Autore: Dmitrij Miropolskij
Editore: Fazi Editore 2019
Pagine: 778
Prezzo: € 20,00 cartaceo
ISBN: 978-88-9325-528-8

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