Babij Jar di Anatolij Kuznecov

Anatolij Kuznecov - Babij Jar. Adelphi Editore

“TUTTO IN QUESTO LIBRO È VERITÀ. Tutto questo è accaduto… Questo è un documento, un ritratto fedele di ciò che è stato.”

 

Anatolij Kuznecov lo scrive all’inizio  del libro in maiuscolo e lo ripeterà più volte nel suo “Romanzo-documento” nel timore che quanto accaduto possa essere dimenticato. Una storia atroce, quella di Babij Jar, purtroppo non nota abbastanza come quella di tanti altri luoghi del terrore della seconda guerra mondiale.

 

Non c’è un monumento

 A Babij Jar

 Il burrone ripido

 È come una lapide

 Ho paura...”

A Babij Jar non c’è neppure un monumento in memoria, come evidenzia il poeta sovietico Evgenji Evtushenko nel primo verso della poesia dedicata all’eccidio di Babji Jar, una poesia poi messa in musica da Dmitrij Shostakovich nella Sinfonia n.13.

Babji Jar è emblema di quello che Kuznecov chiama sarcasticamente “l’umanesimo tedesco e l’umanesimo sovietico. Babij Jar è il simbolo autentico delle vostre culture e dei vostri umanesimi”. Umanesimi che si reggono sull’annientamento dell’essere umano in quanto tale. Anche se “evidentemente l’uomo alla fine si abitua a tutto”. Questo romanzo-documento è di fatto una esplicita denuncia contro il nazismo e contro il regime sovietico, che fece di tutto per mettere a tacere e nascondere quanto accaduto a Babij Jar. E le difficoltà vissute dall’autore per riuscire a pubblicare questo libro ne sono un esempio.

Come scrive Kuznecov “Leggendo un libro di un autore sovietico tenete sempre conto della censura, cercate il pensiero tra le righe”.

La prima edizione di Babij Jar nel 1966 in Unione Sovietica sulla rivista “Junost’” rappresentò una vera e propria violenza verso il testo scritto con tagli e mutilazioni brutali e conseguente stravolgimento del significato a causa della pesante censura. L’edizione in italiano pubblicata da Adelphi ci permette di cogliere questa violenza subita dal testo grazie alla messa in evidenza degli interventi censori e le successive integrazioni da parte dell’autore una volta in esilio in Inghilterra.

Babji Jar è un libro concepito da Kuznecov già durante la guerra quando, “ragazzino affamato e irrequieto”, si era messo ad annotare in un grosso quaderno tutto ciò che vedeva, sentiva e sapeva. Il testo si basa infatti sui propri ricordi e su racconti di altri superstiti e testimoni. Tolik ha infatti solo 12 anni quando i tedeschi occupano Kiev nel settembre del 1941. Ben presto Babij Jar, un grande dirupo nei pressi di Kiev, diventa la tomba di migliaia di ebrei, zingari, partigiani sovietici, donne e uomini qualunque. Le descrizioni dello sterminio da parte dei nazisti sono spesso insopportabili alla lettura. Si fa fatica a volte ad andare avanti.

Il racconto diviene un’iniziazione di Tolik all’età adulta e alle atrocità dell’essere umano. Leggendo Babij Jar ho spesso pensato al protagonista del bellissimo film “Idi y smotry (Vai e vedi)” del regista sovietico Elem Kimov, dove la guerra nella Bielorussia invasa dai tedeschi è narrata con gli occhi di un ragazzo. Qui, come nel film di Kimov, seguiamo il protagonista dall’innocenza dell’infanzia alla sua violazione e brutale interruzione di fronte agli orrori della guerra.

Ma il racconto di Kuznecov è pieno anche di umanità. Molto tenere sono le vicende narrate del gatto di Tolik, Tit, un gatto che vive la guerra a modo suo, sparendo e ricomparendo nei momenti più impensabili. O bellissima è la storia dei giocatori della squadra Dinamo. Anche loro finirono la loro vita a Babij Jar ma prima, nelle leggendarie “partite della morte”, si rifiutarono di farsi battere dalla squadra delle Forze Armate tedesche.

Babij Jar non è solo una pagina nera della storia di un popolo, quello ucraino, ma è uno dei punti più bassi della storia dell’umanità intera. Ma l’essere umano dimentica presto. E il rischio di una futura Babij Jar è sempre presente.

Il mondo non ha imparato niente. Il mondo e’ diventato più cupo. Si sta riempiendo di marionette ingannate, di automi programmati che con occhi estatici sono pronti a sparare contro qualsiasi bersaglio indichino i loro leader…Vorrei sbagliarmi. Prego di sbagliarmi. Racconto come QUESTE COSE possono capitare. Vi scongiuro, uomini, tornate in voi.

Titolo: Babij Jar
Autore: Anatolij Kuznecov
Casa Editrice: Adelphi (2019)
Traduzione: Emanuela Guercetti
Lunghezza stampa: 454 pagine

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3 risposte a "Babij Jar di Anatolij Kuznecov"

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