L’Assassinio del Commendatore di Haruki Murakami

Negli ultimi mesi confesso di avere letto veramente poco, la lista di volumi da leggere nel Kindle e la pila di volumi sul comodino sono cresciute in modo preoccupante; meno male che non soffro di ansia da prestazione!

Confesso però che quando ad ottobre è uscito il libro primo de L’assassinio del Commendatore, ultima opera di Murakami Haruki (mi piace scriverlo così, cognome-nome, come si usa in Giappone) ho piantato definitivamente il volume che stavo leggendo (La Ragazza con la Leica, bellissimo mattone e qui una recensione più che positiva) e l’ho immediatamente iniziato.

Ignoro se la suddivisione in più libri (operazione già fatta con 1Q84, altro suo libro che ho adorato) sia un’invenzione del buon Haruki-san o se sia una scelta dell’editore, però devo dire di essere rimasto deluso nel momento in cui mi sono reso conto che la storia non sarebbe terminata al termine del volume ma che mi avrebbe tenuto con il fiato sospeso e la curiosità a mille chissà fino a quando.

Per fortuna, come scrivevo prima, in questo periodo sono un lettore con poco tempo a disposizione e tanto sonno quindi, non riuscendo a leggere più di due pagine di seguito senza cadere addormentato, sono riuscito a farmi bastare il primo volume quasi fino all’uscita del secondo a febbraio.

Sarà che sono appassionato di storie distopiche ed un po’ folli, sarà che mi sono sempre piaciuti alcuni autori che Haruki-san stesso considera suoi maestri (ad esempio Kurt Vonnegut e Philip K. Dick) ma anche questa volta non sono rimasto deluso; il protagonista del libro, un pittore dotato di buon talento ma che (all’inizio) vive una vita un po’ piatta ed ordinaria, si ritrova a seguito di un evento improvviso e drammatico, a dover ricostruire la sua vita quasi da zero e finirà circondato da personaggi misteriosi ed anche un poco inquietanti, immerso in un mistero che origina dagli orrori della storia che, invece di dipanarsi, s’infittirà sempre di più fino a culminare in un finale onirico, metafisico (quasi dantesco!) e sorprendente.

Non so se la bravura di Haruki-san nel descrivere i suoi personaggi usando solo poche frasi sia una sua peculiarità personale o sia un lascito della sua giapponesità, comunque durante la lettura mi è sembrato di avere davanti delle vere e proprie foto, un film di quanto raccontato. Se fossi bravo come il protagonista nell’eseguire i ritratti, potrei riprodurveli sulla tela da quanto le sue descrizioni mi sono apparse precise e minuziose.

In definitiva, se vivete con i piedi ben piantati a terra, se non avete voglia di farvi scavare dentro, non leggete questi libri; vi forzeranno infatti ad usare la fantasia, a distaccarvi dalle percezioni terrene e dalla realtà ed abbandonarvi alle allucinazioni evocate dallo scrittore. Se non siete disposti a tutto ciò, rischierete di abbandonare la lettura bollandola come una “montagna di cazzate”, se invece vi lascerete trasportare nell’isolata casa di montagna scenario del romanzo, vi ritroverete a frugare in sottotetti polverosi ed in voi stessi, a sentire strani rumori nella notte, a scrutare il buio in cerca di strani personaggi e a cercare su internet le peculiarità dello stile pittorico Nihonga.

 

P.S. Murakami è uno dei nostri ipotetici candidati al Premio Nobel… qualcosa significherà!

e se volete altri suggerimenti di Murakami, ecco la recensione di Kafka sulla spiaggia

 

Autore: Haruki Murakami
Edizioni: Einaudi
Lunghezza stampa: 411 pagine
Prezzo di Copertina: 20,00€

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2 risposte a "L’Assassinio del Commendatore di Haruki Murakami"

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  1. Non so perché non sono mai riuscita a farmi attrarre da Murakami, eppure le credenziali che servono a me ce le ha tutte, ma non ho osato mai nemmeno comprarlo, evitato opportunatamente.

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  2. Murakami Haruki e’ uno dei miei scrittori preferiti. Ho letto tutto (e l ho anche candidato al Nobel 🙂 Ho letto anche io killing commendatore. Ho comprato l edizione inglese che non divideva il romanzo in due parti. Sono rimasta un po’ delusa stavolta. Ci ho messo parecchio prima di farmi coinvolgere nella storia…tuttavia c’e’ un momento del libro (il suo viaggio “distopico”) in cui tutte le vibrazioni uniche che Murakami può’ dare sono tornate a galla. E sono tornata a sognare come solo Murakami puo’ far fare ai propri lettori. Grazie della bella recensione!

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