Mi fa sempre piacere guardare i luoghi dove la vegetazione ha vinto la pietra con la sua forza e la sua pazienza, perché io stesso so come sia arduo per la vita affermarsi sulla pietra.
I girasoli non crescono nel campo di Einari. Dopo venticinque anni di lavoro chiede al suo padrone, Herra Kurkimiaki, un pezzo di terra per poter costruire una casetta per sé e la sua famiglia e per poter coltivare qualcosa. Ma venticinque anni per Herra Kurkimiaki non sono sufficienti per un buon pezzo di terra. Gli assegna un pezzettino di terra dove la sua casa non vede il sole, perché coperto da un grosso masso da cui penzolano le radici degli alberi. Ogni asse, ogni chiodo, ogni sacco di torba lo dovrà ripagare con il suo lavoro, per tutta la vita.
Le assi e i chiodi, che mi erano serviti per costruirlo, li avevo comperati dal signor Kurkimiaki. Da lui comperai anche i mattoni per la stufa e la caldaia. Non mi aveva preso dei soldi, per questo. L’aveva semplicemente registrato in conto del mio lavoro futuro, ma a questo proposito mi aveva fatto notare che la caldaia non costava poco.
Neanche per la casa mi aveva preso un centesimo. Dovevo soltanto lavorare e nient’altro. Lavorare per venti giorni ogni anno. Dapprima lui avrebbe voluto che per la casa lavorassi gratuitamente trenta giorni all’anno. Ma la casa era veramente piccola, con una sola stanza dentro, e vista da un lato sembrava piuttosto una mezza casa. Perciò ne aveva fissato così il prezzo: lavorare per lui venti giorni all’anno sino alla fine della mia vita.
La storia di Einari è la storia di un uomo buono, paziente, lavoratore e fiducioso. Un uomo che ama profondamente i suoi figli e la moglie Elsa, e di lei dice che è
un gomitolo di fuoco e di risa sonore. Possa avere ognuno una moglie come lei.
Einari ha un fratello, Vilho, che invece è un rivoluzionario, crede nei valori del socialismo e non sa tenersi un posto di lavoro.
Io gli dissi: «Dovresti rispettare almeno la memoria del babbo. Ricordi le sue parole: “Non abbandonare la terra”?»
E lui mi rispose: «Per abbandonarla bisogna possederla. Ma non mi ricordo che il nostro vecchio ci abbia mai dato qualche esempio di questo. Per quanto si desse da fare per ottenerla, poveretto, non è riuscito ad avere nemmeno un orto prima della sua morte».
Nel novembre 1939 scoppierà, tra Finlandia e Unione Sovietica, quella che viene definita Guerra d’inverno. Avrà conseguenze devastanti, sia in termini di perdite di vite umane che in termini di risorse economiche e capacità industriali. La Finlandia dovette cedere dei territori all’Unione Sovietica e politicamente la avvicinò alla Germania nazista e portò alla cosiddetta guerra di continuazione che la vide schierata a fianco delle potenze dell’Asse nell’operazione Barbarossa.
Anche Einari e Vilho conosceranno la guerra e vi combatteranno. Entrambi sopravvivono, ma Einari non sarà più l’uomo di prima. Sente che sta invecchiando, che le forze non sono più le stesse.
È molto triste sentire che giorno per giorno se ne vanno dal tuo corpo i succhi della vita. È triste vivere e pensare che non splendono per te il caldo sole dell’estate, la luminosa giornata di Dio e tutta la bellezza della terra.
Sembra che la brutalità della guerra gli apra finalmente gli occhi e capisca che il fratello, che non aveva mai approvato, in fin dei conti avesse saputo esprimere, con le parole e con i fatti, ciò che lui non aveva mai capito, ma aveva sempre desiderato: una vita più giusta per tutti, e non una vita di schiavitù per sé e per i figli.
Con questo bellissimo romanzo, dove si respira il Vento del Sud che soffia sui cieli della Finlandia e sulla verde terra dove gli uomini amano, lavorano e crescono i figli, il suo autore, Elmar Grin, pseudonimo di Aleksander Vasil’evic Jakimov, vinse il Premio Stalin nel 1947. Di Elmar Grin si hanno poche notizie. Nacque il 2 giugno 1909 (15 giugno nel calendario gregoriano) nel villaggio di Kivennapa, ora Pervomayskoye, poco a nord di San Pietroburgo e morì nel 1999.
Nel 1922-1929 viaggiò in Russia, poi prestò servizio nella flotta del Baltico per cinque anni e nel 1935-1939 lavorò come operatore radiofonico a Leningrado e nei suoi dintorni. Nel 1926 furono stampate le sue poesie. La prima storia apparve nel 1937.
Nel 1941, dopo l’inizio della Grande Guerra Patriottica, divenne comandante di un plotone delle comunicazioni, quindi un addetto stampa di prima linea. Membro del PCUS dal 1943. Membro del consiglio di amministrazione dell’Unione degli scrittori (1958-1965) e successivamente membro della Commissione di revisione dell’Unione degli scrittori (1959-1981). Interessante uno degli articoli tratto dalla Carta dell’Unione degli scrittori, che subì varie modifiche nel corso degli anni:
“L’Unione degli scrittori sovietici stabilisce come obiettivo generale la creazione di opere di alto valore artistico, saturate dall’eroica lotta del proletariato internazionale, il pathos della vittoria del socialismo, che riflette la grande saggezza e l’eroismo del Partito comunista. L’Unione degli scrittori sovietici mira a creare opere d’arte degne della grande era del socialismo “.
La vita di Einari è la storia dei nostri nonni, di tutti quelli che hanno speso la propria vita nel duro lavoro dei campi e che, con duri sacrifici, hanno cercato di lasciare un mondo migliore ai propri figli.
I girasoli non crescono nel campo di Einari. Ma lui rimarrà nei vostri pensieri lì, in quella casetta rossa in cima alla collina, lambita dal Vento del Sud, a gridare al mondo il suo anelito di libertà.
Titolo: Vento del sud, Ветер с юга, 1946
Autore: Elmar Grin, Эльмар Грин
Traduttore: Pietro Antonio Zveteremich
Editore: Marcos y Marcos
Pubblicazione: 2016
Pagine: 256
EAN: 9788871687698
Prezzo: € 18,00
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ma che meraviglia! bellissima recensione! non conoscevo questo autore sovietico! Corro a leggerlo! GRAZIE!
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Poi fammi sapere, per trovare le notizie che ho scritto ho spulciato siti russi e usato Google translate 😉
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