Spero che questo post non farà arrabbiare i tanti colleghi non preistorici, che mi potrebbero rimproverare, ad esempio, di aver ignorato libri del calibro di Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar. Perdonatemi e approfittatene per fare la vostra, di lista. Da archeologa preistorica che lavora nel Mediterraneo ho scelto questi.
Giovanna Bandini, Lettere dall’Egeo. Archeologhe italiane fra 1900 e 1950, 2003, Giunti
Un regalo che mio padre mi fece appena dopo la laurea, quando la mia vita da archeologa era ancora tutta da scrivere, o quasi. Dopo aver constatato che i “pensieri disegnati” di Enrica Fiandra non erano troppo dissimili dai miei ho pensato di potercela fare anche io. Nonostante in Italia le archeologhe siano ben più numerose dei loro colleghi uomini, la loro presenza è silenziosa, specialmente in ambito accademico, ancora fortemente dominato dagli uomini. Bandini racconta la storia delle pioniere della disciplina in un momento storico difficile.
Salvatore Puglisi, Il sentiero degli scarabei, 1987, Sellerio Editore Palermo
Una lettura obbligata per tutti quelli che hanno studiato Preistoria e Protostoria all’Università Sapienza di Roma, dove Puglisi tenne per oltre vent’anni la cattedra di Paletnologia. Va letto come il documento postumo di un’epoca e nel suo contesto storico e culturale, senza sospendere però il giudizio di fronte all’uomo. “Gli ambienti descritti in questo libro corrispondono alla realtà. In quanto alle persone e ai fatti, rivendico alla fantasia il diritto di averli trasformati sino a renderli irriconoscibili”, recita la nota in apertura. Io un paio di persone, di certo le più facili, le ho individuate, e voi?
Roy Lewis, Il più grande uomo scimmia del Pleistocene, 1960, Adelphi
Ho letto questo libro per caso, anche se molti colleghi me ne avevano parlato entusiasti. Ero ospite a Parigi di un amico di amici di parenti acquisiti (!) che mi aveva letteralmente salvato dalla strada, dopo che l’appartamento che ingenuamente pensavo di aver preso in affitto a Riquet Stalingrad si è rivelato una fregatura. Non tutto il male vien per nuocere, e come sempre accade in questi casi, ho conosciuto persone con cui altrimenti non avrei mai e poi mai incrociato i miei passi. Fra questi il proprietario di questo libro, che mi ha messo a disposizione una stanza del suo mega appartamento agli Champs Élysées e la sua biblioteca: “Tu sei archeologa, questo libro fa per te!”. Parigi per me sono le risate fatte leggendolo sulla RER B verso la Maison Archéologie & Ethnologie René-Ginouvès, ancora sottosopra per la disavventura con cui si chiuse un difficile periodo della mia vita.
Sir Leonard Woolley, Digging Up the Past, 1930, Pelican Books
Un vero classico, un mini manuale di archeologia che si apre con una domanda che anche dopo quasi 100 anni dalla sua pubblicazione ha sempre la sua drammatica attualità: “Why does anyone dig?”. Ho comprato l’edizione del 1930 dalla Milhousebooks “Family owned Yorkshire based bookstore”, specializzata in second hand books. Che volete di più dalla vita di un polveroso libro sulla metodologia archeologica che ci ricorda come, ancora oggi, è necessario interrogarsi sull’utilità della nostra disciplina per la società? Senza contare che le foto d’epoca in bianco e nero di Ur fanno fare più di un sospiro.
Agatha Christie, Non c’è più scampo (titolo originale: Murder in Mesopotamia), 1936

Ho sempre amato la cara vecchia Agatha, e nell’ormai lontano 2008 pensai che, se grazie a lei avevo imparato l’inglese, grazie a lei avrei potuto imparare addirittura il tedesco. Un libro memorabile, o meglio un audiolibro memorabile che ho ascoltato varie volte mentre disegnavo la ceramica per il mio dottorato mentre ero sullo scavo in Albania, Mord in Mesopotamien ha accompagnato vari pomeriggi di una delle mie più lunghe estati archeologiche. Invece dell’Iraq e degli omicidi avevo i Balcani e del raki, ma non si può avere tutto dalla vita.
😀 protesto vivamente 😉 a nome delle archeologhe non preistoriche: da quando “Memorie di Adriano” è un libro “da archeologi”? Il primo, il secondo, il quarto e il quinto di questa manciata di libri, invece, lo sono, libri da archeologhe e da archeologi, e a pieno titolo! Grazie, soprattutto per il primo e per l’ultimo!
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hahaha, forse sono rimasta shoccata da alcune frequentazioni durante l’università!
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