Sangue giusto è un libro bellissimo.
È bellissimo per molti motivi e tutti diversi.
È bellissimo perché riesce a unire con un filo, rosso sangue, il passato coloniale ed il presente post-coloniale. Attraverso la storia di una singola persona, Attilio Profeti, e della sua famiglia, il legame spesso non riconosciuto tra noi e la nostra storia recente diventa chiaro, cristallino, difficile da ignorare. Un legame in cui noi, gli italiani, i bianchi, gli europei, prima fascisti e poi “democratici”, siamo invariabilmente dominanti, dominatori, consciamente o inconsciamente. Un contesto in cui sono solo i più sensibili al tema a prendersi le proprie responsabilità, mentre gli altri, inclusi i protagonisti, sopravvivono in una nicchia di oblio (da parte degli altri) e rimozione ( delle proprie azioni).
Nella loro corrispondenza, gli italiani descrivevano le donne africane cono un miscuglio di disgusto ed ammirazione. Scrivevano sul retro delle cartoline distribuite nello spaccio d campo, raffiguranti donne aggrottate con il camicione calato giù sulla vita a beneficio del fotografo, e con didascalie come “Fanciulla abissina”, “Bellezza primitiva”, “Fiore africano”. Per descriverle usavano invariabilmente tre modi. La più frequente era la similitudine animale: ” pantera”, e “gazzella” di gran lunga le più usate, ma anche “leonessa”, “cavalla”, “puledra”, per le giovanissime; per le meno attraenti “scimmia” . L’esotismo: “oscura”, , “primordiale”, “misteriosa”, “speziata”, “inafferrabile”. Infine il disprezzo: “primitiva”, “ottusa”, “animalesca”, “puzzolente”, “bestiale”, quando non addirittura “schifosa”. E spesso le tre categorie venivano mescolate.
È bellissimo perché questa operazione di filo rosso è fatta con una meticolosità documentaria che ho trovato encomiabile. Per motivi di interesse personale e di lavoro, conosco molto bene il contesto etiope ed eritreo – e sono da anni una convinta assertrice del mantra #noBorders. Eppure questo libro è riuscito ad insegnarmi molte cose, dal fascismo, della guerra in Etiopia, della mia stessa quotidianità.
Inoltre, il libro è bellissimo proprio in quanto prodotto letterario. La scrittura è fluida, piacevole, a tratti molto intensa. Attilio Profeti, detto Attila, è un personaggio a suo modo indimenticabile, estremamente vivo nella sua contraddizione, estremamente disturbante nella sua umanità. Averlo creato fa di Francesca Melandri una scrittrice a mio parere davvero notevole.
Il centro del mondo di ognuno è quel punto in mezzo ai suoi occhi, alla radice del suo naso, e questo vale per tutti, anche le persone più generose e altruiste. Così che gli empatici non sono tanto, come si pensa, i più capaci di capire gli Universi altrui ma solo i più consapevoli di quanto essi siano inaccessibili. Quelli cioè che accettano l’idea di non saperne niente, o ben poco.
Sangue giusto rientra nella scia dei romanzi sull’Italia coloniale usciti negli ultimi anni, come il bellissimo Adua di Igiaba Scego, che mostrano come siamo sempre di più, noi italiani, a non voler tenere la testa sotto una metaforica sabbia. Questo tema interessa molto noi russi, e ne abbiamo già scritto qui e qui .
Compratelo, leggetelo, parlatene, prestatelo.
“Umani, tonni, cicogne, gnu al galoppo nella savana: le migrazioni sono come le maree, i venti, le orbite dei pianeti e il parto, tutti fenomeni che non è dato fermare. Certo non con la violenza, seppure sia diffusa questa illusione”.
Titolo: Sangue Giusto
Autore: Francesca Melandri
Editore: Rizzoli
Pag.: 528
Prezzo: € 20,00
Grazie! Corro a leggerlo!
"Mi piace"Piace a 1 persona
Concordo su tutto! L’ho acquistato dopo aver ascoltato la presentazione dell’autrice a Pordenonelegge ed il suo modo di raccontare, oltre che la trama (Point Lenana e Timira hanno fatto storia) mi hanno incuriosito…l’ho finito ieri sera…all’inizio mi sembrava scritto in maniera sbrigativa, poi l’avvicendarsi degli eventi si è unito ad una scrittura davvero complessa e profonda.
Da regalare e consigliare di sicuro…
"Mi piace"Piace a 1 persona
questo lo voglio leggere assolutamente!
"Mi piace""Mi piace"
ecco, l’ho finito e ora leggo la recensione, e ti dico una cosa: non ho nulla da eccepire, l’hai descritto benissimo.
l’unica differenza tra la tua lettura e la mia è che secondo me questa è la storia di Shimeta Ietmgeta Attilaprofeti, e della sua famiglia 🙂 , sarà deformazione professionale.
in ogni caso, un libro bellissimo!
"Mi piace"Piace a 2 people