#5libri dalla mia Reading Challenge 2016

bianciardi“La vita agra” (Luciano Bianciardi) era un’opera che mi incuriosiva da tempo e che è diventato il #libromyyear. Testo sorprendentemente attuale, è un’analisi spietata del periodo del boom economico che gronda autobiografia. Il protagonista parte alla volta del nord con un intento rivoluzionario di vendetta contro quell’industrializzazione esasperata responsabile di tante morti bianche avvenute in una miniera vicino al suo paese, ma finisce inghiottito da un meccanismo spersonalizzante che appiattisce la maggior parte delle vite. Una scrittura molto bella per un libro da riscoprire. Mi è piaciuto talmente tanto che dopo averlo preso in prestito in biblioteca ed averlo letto, me lo sono aggiudicato in una nuova edizione annotata.james

Di “Washington Square” (Henry James) ricordavo un vecchissimo film con Olivia “Melania” de Havilland, nella parte dell’insipida ereditiera corteggiata da un Montgomery Clift in caccia di dote. Disprezzata del padre che vive nel ricordo dell’amatissima, bellissima e brillantissima moglie morta di parto, la giovane Charlotte che non ha ereditato dalla madre né la bellezza, né l’arguzia, trova lo forza di ribellarsi per la prima volta alla tutela paterna per amore. Storia bella e triste, è stata il mio #inlinguaoriginale. Leggetelo, è bellissimo e alla portata anche di chi l’inglese non lo conosce perfettamente! In alternativa in traduzione a volte si trova come Piazza Washington (che suona un po’ come “Quinto viale” al posto di “Fifth Avenue”)

puskin“Eugenio Onegin” (Aleksand Puskin) è stata la scoperta di un capolavoro assoluto. Devo confessare che neanche sapevo che si trattasse di un’opera in versi. Incuriosita da Tatiana Larina che ne ha scritto una recensione superba – a cui vi rimando, non trovando parole per descrivere questo mio innamoramento letterario – ho iniziato a leggerlo come #librorusso con poca convinzione per ritrovarmi invischiata al punto che mi è venuta voglia di imparare a leggere il russo per apprezzare la musicalità dei versi. Per il momento ho guardato solo l’alfabeto e ne sono uscita già affaticata. Ma non dispero.

coetzee“Vergogna” (J. M. Coetzee) era un altro di quei libri catalogati tra i “prima o poi lo leggerò”. Il catalogo in questione è davvero corposo, continua a crescere a dismisura e raramente si assottiglia. L’occasione di togliere un elemento al catalogo infinito è venuta dalla RC quando mi sono messa a cercare un #libroManBrooker. Una scrittura asciutta per un libro duro che prende strade inaspettate mentre racconta la storia di un docente universitario che cade in “Disgrace” (titolo originale) in seguito ad una relazione con una sua studentessa. Leggetelo perché è bello, perché racconta di una realtà che conosciamo solo superficialmente, perché Coetzee è un premio Nobel, perché vi sorprenderà.

krol“Callisto” (Torsten Krol) è la “geniale parodia delle ansie che rendono gli americani cosi pericolosi (The Washington Post). In questa perfida rappresentazione delle paranoie americane post 11 settembre, il protagonista è un ragazzo piuttosto stupido, ma con delle punte di scaltrezza inquietante, che decide di arruolarsi per servire la patria (è innamorato di Condoleezza Rice). Durante il viaggio ha un guasto con l’auto e resta bloccato nella campagna del Kansas (a Callisto per l’appunto) e qui finisce in un intrigo in cui riesce a complicarsi ulteriormente la vita ogni volta che cerca di cavarsi di impaccio. Tra droga, poliziotti corrotti, omicidio e terrorismo, Odell non si fa mancare niente. Sembra che l’autore (di cui si sa poco o nulla) sia australiano e quindi questo è stato il mio #librOceanico.

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