Solitamente non sono un fanatico dei romanzi ambientati in Italia: se devo volare con la fantasia, preferisco farlo in luoghi che non mi sono familiari, nei quali non mi posso identificare troppo per la scarsa conoscenza o per la bassa o nulla frequentazione. Devo dire che in questo caso, però, l’ambientazione in Alto Adige mi intrigava. Questa è una regione che ho scoperto da qualche anno e che sto imparando ad amare, e mi sembrava giusto conoscerla anche tramite il romanzo di qualcuno che in Sud Tirolo ci è nato e cresciuto. Infatti, l’autore del romanzo (Luca D’Andrea) è di Bolzano.
La storia è presto detta: il protagonista del romanzo è un giovane sceneggiatore newyorkese di un certo successo. Specializzato in “factual” – delle serie televisive che si ispirano a vite vere di persone che fanno lavori particolari o interessanti – si innamora e sposa Annelise, una ragazza tirolese trasferita a New York per studiare. Alla nascita della prima e unica figlia sembra che le cose vadano per il meglio: la serie funziona alla grande, la famiglia felice decide di trasferirsi in Sud Tirolo vicino alla famiglia di lei, prende forma l’idea di una nuova serie “factual”, basata sul soccorso alpino di cui il suocero del nostro protagonista, Jeremiah, è stato fondatore.
Ma qui la situazione precipita, e lo fa letteralmente. Uno spaventoso incidente con l’elicottero del soccorso alpino in cui Jeremiah rimane coinvolto, col fisico e con la mente. Le terapie, lo stress post traumatico e gli antidolorifici precipitano il nostro protagonista in un baratro fatto di isolamento e di disperazione, rischiarato solamente dal profondo amore per la sua famiglia, e per una nuova storia che si affaccia all’orizzonte: un massacro avvenuto in una profonda gola antica e quasi inaccessibile, il Bletterbach. Da qui, le indagini fatte di nascosto da tutti, le minacce, le paure ed infine il rischio porteranno il nostro personaggio fino all’epilogo finale, in cui quasi tutte le domande troveranno una risposta.
Tutto viaggia sul filo del classico romanzo poliziesco: cos’è successo nel Bletterbach? Perché Jeremiah ne è così ossessionato? Ed in effetti il romanzo scorre abbastanza bene, una classica lettura “da spiaggia” che si fa leggere senza troppe pretese. Qualche volta ti vien da pensare che forse il nostro Jeremiah sta esagerando, che dovrebbe mollare il colpo perché sta rischiando troppo, ed in questi momenti perde in credibilità, compreso il colpo di scena finale, che per quanto mi sforzi non riesco a trovare accettabile. Però ci sono degli spunti interessanti, come ad esempio il rapporto con la figlia che si dipana sul filo delle sciarade. Seilettere (figlia) vuol bene a quattrolettere (papà) e quattrolettere la adora con tutto sé stesso.
Quindi questo romanzo è l’atteso e conclamato caso letterario della quarta di copertina? Il best seller da pubblicazione in trenta paesi? No, direi proprio di no. Ma se volete una lettura leggera, a tratti intrigante ma comunque piacevole da leggere su un treno o in spiaggia o in quelle grigie e noiose giornate d’autunno che stanno per arrivare, allora avete trovato il romanzo giusto.
Titolo: La sostanza del male
Autore: Luca D’Andrea
Editore: Einaudi
Pag.: 464
Prezzo: €9,99 ebook, 18,50 cartaceo
Pyto concordo con te, alla faccia della stroncatrice Zaide Noll 🙂
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Serpi in senooo! ARGH! 😀
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Sono il solo a cui viene in mente l’Ottobre rosso? 😀
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