7-7-2007, Schiavone#5

6441-3 Com’eravamo

Il sette Luglio 2016, giorno dell’uscita del libro, la trepidazione scorreva nella Casa Russia, e tre o quattro russi si sono gettati sull’ultimo episodio della saga di Rocco Schiavone. Perché noi, si sa, siamo fan della prima ora del Vicequestore romano in trasferta ad Aosta.  Noi Russe siamo anche un po’ innamorate di lui. E se voi non lo siete, vi consigliamo vivamente di recuperare leggendo i precedenti episodi della saga.

Questo è finora il libro chiave nella storia di Rocco Schiavone, il come eravamo che racconta la storia di come la vita del Rocco che fu sia stata sconvolta dalla morte di Marina. Ci Racconta Rocco felice, Rocco nella sua Roma, Rocco ed i suoi amici. Ci dice qualcosa in più dell’infanzia di Rocco ed anche dei peccati di Rocco. Ci riporta anche alle origini dell’ormai celeberrima scala delle rotture di coglioni.

Rocco odiava il Natale. Come odiava il Capodanno, la Pasqua e tutte le feste comandate. Odiava anche la sua, di festa, ora che ci pensava, e gli onomastici, le ricorrenze, tutta roba che vivacchiava dal settimo all’ottavo grado delle rotture di coglioni. La hit parade delle noie che il vicequestore si era inventato per provare a dominare gli scatti d’ira ogni volta che ne incontrava una. Andava dal sesto grado in su e si arricchiva ogni giorno. Proprio entrando nel ristorante aveva deciso che l’aria condizionata gelida s’era piazzata di diritto all’ottavo grado pieno, soprattutto quando fuori c’è un caldo demenziale. 

Ecco, se n’era aggiunta un’altra. Il cameriere che ti chiede se vuoi qualcosa mentre stai ancora mangiando. Decise per un settimo grado tendente all’ottavo. «Ci faccia finire ’sto cannolo e poi le diciamo, le spiace?».

E’ anche il libro in cui la romanità di Rocco trova la sua piena espressione e per me, romana di adozione, ed innamorata della città eterna, la lingua di Manzini suona come musica. A volte molto buffa.

«Io mi vado a fare due chiacchiere col cesso». «Non potresti trovare un modo un po’ più gentile per dire che devi andare al bagno?». «No Sasà, vado proprio a parlare con Gigi er cesso. Che fai, vieni anche tu?».

La storia è un poliziesco perfettamente dosato e scritto incredibilmente bene. La storia di come dei ragazzini di buona famiglia si scontrino con gli orchi, ed inevitabilmente, perdano. Con questo libro Antonio Manzini raggiunge la sua piena maturità di scrittore. Ottimo ritmo, scrittura fluida, la costruzione della trama non perde un colpo, i salti spazio-temporali stanno al posto giusto. 

Insomma, un piccolo capolavoro del noir all’Italiana, che mette la barra molto alta per chi voglia cimentarsi col genere.

Titolo: 7-7-2007

Autore: Antonio Manzini

Editore: Sellerio

Pag: 384

Reading Challenge 2016

PS: Chissà se Manzini, ora che è stato citato da Camilleri/Montalbano, ricambierà nel prossimo volume! Stiamo a vedere!.

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