Mi sono riavvicinato dopo tanto tempo a Nesbø per godere ancora una volta dello stile “a marcatura stretta”, per usare una terminologia calcistica, tipico di questo autore norvegese che tanto mi era piaciuto ne “Il cacciatore di teste”(vedi recensione). Però ho fatto un errore: mentre nel “cacciatore” la storia è autoconclusiva e non ha un protagonista “storico”, questa volta ho letto il decimo romanzo che ha come protagonista il commissario Harry Hole, con tutti i rimandi al passato del suo commissario simbolo, tutte le sue peripezie ed avventure pregresse, tutti i riferimenti alle indagini passate ed ai loro esiti.
Per questo motivo, la prima metà del romanzo, per me, è stato parecchio pesante da affrontare, non conoscendo nulla di quello che era successo prima. Inoltre per me, che non sono molto avvezzo ai nomi nordici, è un po’ faticoso riconoscere i vari personaggi che agiscono in questo romanzo. Di conseguenza, specialmente nella parte iniziale del romanzo, ero seriamente tentato di lasciar perdere e di fare un ripassino prima di affrontare nuovamente questo romanzo.
Ma Nesbø è Nesbø, e non delude mai. Proprio quando stavo per perdere le speranze, il romanzo acquista un ritmo suo, e le pagine si fanno davvero avvincenti. Mi è addirittura capitato di entrare nella frenesia della pagina successiva, dove non si vede l’ora di arrivare più avanti per capire come va a finire. A me non succede quasi mai, ma con Nesbø succede puntualmente ogni volta.
La storia in sé è abbastanza intricata: una serie di omicidi nell’ambiente della polizia riporta all’omicidio di un omosessuale di qualche anno prima, le vittime e le modalità di questi omicidi invece rimanda ad una serie di omicidi irrisolti ed a tutti coloro che ne erano stati coinvolti: chi in qualche modo ha partecipato alle indagini omettendo o non impegnandosi a fondo viene ucciso nello stesso modo di altri omicidi celebri negli ambienti della polizia. Per le modalità particolarmente crude di questi omicidi, il serial killer viene chiamato “il macellaio dei poliziotti”.
La storia si dipana tra la scuola di polizia, dove adesso Harry insegna, i luoghi degli omicidi irrisolti che sono diventati i luoghi degli omicidi-replica, e la sede operativa di una squadra di poliziotti ed ex-poliziotti messi insieme appositamente per questo caso, una squadra-ombra che agisce leggermente al di fuori delle regole per arrivare prima alla soluzione del caso, il tutto con il benestare del comandante ed osteggiate dal capo della polizia, un giovane e aggressivo politico che agisce sempre nella zona grigia che sta tra la legalità ed il crimine.
Senza svelare la trama di un romanzo che comunque consiglio, in questo caso Nesbø ha giocato molto sul lasciare intuire qualcosa e poi stravolgerlo completamente. È così entusiasta di questo meccanismo che qualche volta si fa un po’ prendere la mano e diventa ovvio, ma il meccanismo in sé funziona, e funziona bene. Se potessi però dare un ipotetico consiglio a Jo, magari davanti alla fiamma di un caminetto mentre sorseggiamo un buon brandy, è di non esagerare, qualche volta si capisce che sta cercando solamente di confondere le acque.
Romanzo consigliatissimo agli estimatori del genere, e soprattutto agli aficionados di Harry Hole, anche questa sua decima avventura non lascerà delusi. Per tutti gli altri, consiglierei di leggersene almeno un paio prima di affrontare questo, giusto per darsi un’infarinatura di Harry Hole. Per l’editore, una bella frase ad effetto come “La decima avventura del commissario Hole, per seguire ancora la sua storia” potrebbe definire il target dei lettori più adatto.
Titolo: Polizia
Autore: Jo Nesbø
Editore: Einaudi
Pag: 635
Prezzo: € 21,00 cartaceo, € 6,99 ebook
Dopo tutto quello che succede a Harry Hole nei precedenti romanzi, mi stupisco ogni volta che possa essere ancora vivo per il romanzo successivo 🙂
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Vero! Ormai ha più cicatrici di Marilyn Manson!!! 🙂
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Mah… io ne ho letti un paio ma Nesbo e Harry Hole non sono nelle mie corde
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A me non dispiace ma, davvero, un po’ troppo supereroe per i miei gusti
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Va bene Tati ma tu non leggo mai thriller, secondo me non è proprio il tuo genere
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