Figlio unico di contadini, iscritto alla facoltà di Agraria nella speranza di un miglioramento delle condizioni lavorative famigliari, William Stoner grazie all’incontro con Shakespeare (Shakespeare le parla attraverso tre secoli di storia, Mr Stoner. Riesce a sentirlo?. Cosa le sta dicendo, Mr Stoner? Cosa significa questo sonetto?), devia il corso di studi, allontanandosi irrimediabilmente da una vita di terra e fatica e anche dai genitori che gli diventeranno estranei.
L’incontro con il mentore Professore Sloane lo introduce a quella che diventerà la passione della sua vita (“Ma non capisce, Mr Stoner?», domandò: «Non ha ancora capito? Lei sarà un insegnante».)
Stoner attraversa gli anni dell’Università quasi in solitudine, ha pochissimi amici e nessuna relazione sentimentale o sessuale, vive praticamente da eremita, dedicandosi esclusivamente allo studio della letteratura.
Questa routine subisce un’interruzione nel momento in cui W. Stoner si innamora. E accade con la prima donna che incontra e che sposa quasi immediatamente.
Il matrimonio reale è diverso dall’immaginato e la dolcezza della moglie un ricordo, prontamente sostituita da odio e ripicche. E infiniti malesseri.
Gli unici episodi di felicità famigliare sono costituiti dal rapporto con la figlia, momenti di tenerezza e dolcezza esclusiva, che saranno bruscamente interrotti dall’ennesima isteria della moglie. Un’interruzione brutale e che ferisce terribilmente Stoner, ma alla quale, ancora una volta, sembra incapace di opporsi.
Si assiste impotenti ai soprusi di quest’uomo così eticamente corretto e l’empatia è tale che si ha voglia di scuoterlo e aiutarlo in una, anche minima, ribellione.
Tuttavia dopo momenti di profonda irritazione (la moglie è praticamente una psicopatica ) e infinita tristezza (il tenero rapporto con la figlia brutalmente spezzato) , si apre una breve parentesi di felicità.
“A quarantatré anni compiuti William Stoner apprese ciò che altri, ben più giovani di lui, avevano imparato prima: che la persona che amiamo da subito non è quella che amiamo per davvero e che l’amore non è una fine ma un processo attraverso il quale una persona tenta di conoscerne un’altra”.
William Stoner riesce a vivere un grande amore, di quelli che riempiono di vita e lasciano cicatrici indelebili.
Una storia dove amore e testa, sesso e passioni sono condivise. («Lussuria e conoscenza», disse una volta Katherine. «È il massimo che si può avere, giusto?».”)
Sono pagine splendide in cui si rinasce e si respira.
(Quand’era giovanissimo, Stoner pensava che l’amore fosse uno stato assoluto dell’essere a cui un uomo, se fortunato, poteva avere il privilegio di accedere. Durante la maturità, l’aveva invece liquidato come il paradiso di una falsa religione, da contemplare con scettica ironia, soave e navigato disprezzo, e vergognosa nostalgia. Arrivato alla mezza età, cominciava a capire che non era né un’illusione né uno stato di grazia: lo vedeva come una parte del divenire umano, una condizione inventata e modificata momento per momento, e giorno dopo giorno, dalla volontà, dall’intelligenza e dal cuore.)
Ma il mondo dal quale gli amanti cercano di scappare non li lascia fuggire.
Una volta raggiunti, Stoner prende la sua decisione. (“Quasi tutte le storie finiscono male», disse lei, e per un momento si incupirono entrambi.”)
Davvero non si può essere felici se non per brevi, intensi, attimi.
Le vessazioni, immotivate, del collega e della moglie, inviterebbero ad un atto di ribellione, a momenti di rabbia o di decisionismo che avvengono pacatamente e solamente a sprazzi.
E quando una piccola vittoria sembra essere finalmente raggiunta, ecco di nuovo l’evento, definitivo, che tutto devia e annulla.
Pagine commoventi quelle dell’ultima parte, colme di un pathos che non lascia indifferenti e che attraversa anche il lettore.
Difficilmente dimenticherò William Stoner.
Edit: Sara concorda ed infatti ha eletto questo libro il suo Ci mettiamo la faccia 2019.
Titolo:Stoner
Autore: Williams John E.
Editore: Fazi
Anno ed.:2012
Pag.: 332
L’ha ribloggato su LibriPensierie ha commentato:
Stoner. Chi non l’ha amato?
"Mi piace""Mi piace"
Molti non l’hanno amato ed anche su Twitter si discute mica poco 🙂
"Mi piace""Mi piace"
aspetto il tuo giudizio.
"Mi piace"Piace a 1 persona
Arriverà
"Mi piace""Mi piace"