La bambina è rimasta con me.
Non è mai nata.
Si sbilancia fra i miei precipizi
ride forte e lenta dorme
e forte resta
resta sempre. Col suo cuore
che fa cuore col mio.
La bambina di sole azzurrina.
Mariangela Gualtieri
E’ proprio così. Non ho migliori parole per descrivere ciò che ho provato leggendo questo romanzo. Pubblicato nel 1948 da Dodie Smith (l’autrice de La carica dei 101), è stato ristampato ora con questa copertina. Perché anche questa ha attratto la mia attenzione di “bambina”, molto simile a quella de L’evoluzione di Calpurnia che mi ha tanto divertita.
Gli ingredienti sono quelli. Una ragazza sveglia e desiderosa di diventare una scrittrice e a questo scopo tiene un diario in cui racconta ciò che succede alla sua stramba famiglia.
Scrivo questo diario in parte per fare esercizio di scrittura veloce – l’ho appena imparata – e in parte per insegnare a me stessa a scrivere un romanzo: intendo catturare tutti i nostri personaggi e metterci delle conversazioni. Farebbe bene al mio stile filar via senza troppe riflessioni, perché finora le mie storie sono state molto rigide e impacciate. La sola volta che il papà mi ha fatto l’onore di leggerne una, ha detto che ero riuscita a combinare magniloquenza e uno sforzo disperato di essere divertente. Mi ha detto di rilassarmi e lasciare che le parole mi venissero fuori.
Un padre che, dopo aver pubblicato un libro di successo, non riesce più a scrivere nulla. Una “matrigna”, Topaz, bella e alternativa, un po’ figlia di fiori, con un passato da modella. Una sorella, Rose, incarnazione di una bellezza perfetta. Un fratello, Thomas e il figlio della cuoca, praticamente adottato dalla famiglia, Stephen, innamorato di Cassandra, la nostra protagonista.
Perché siamo proprio un mucchio di afflitti: il papà che ammuffisce nella portineria, Rose furiosa con la vita, Thomas – be’, lui è un ragazzo allegro, ma non si può fare a meno di sapere che è eternamente sottonutrito. Topaz è di certo la più felice perché è ancora convinta che sia romantico essere sposata a papà e vivere in un castello; e la sua pittura, il liuto e la selvaggia comunione con la natura le sono di immenso conforto.
A fare da sfondo a questa storia il castello in cui vivono, una dimora che ha catturato l’attenzione del padre di Cassandra ma che, a causa del blocco dello scrittore che lo attanaglia e della conseguente carenza di denaro, sta cadendo in rovina. Ingrediente, quello della povertà e della fame, non di seconda importanza.
Leggendo questa storia mi sono rivista in quella fase della mia giovinezza in cui andavo a rifugiarmi in soffitta. Una soffitta polverosa, calda e assolata dove, vicino ad una finestra che dava sui tetti, avevo ricavato il mio angolino dove andare a nascondermi da mia madre – che voleva insegnarmi a diventare una donna obbediente, brava e con tutte le doti necessarie per essere una perfetta madre di famiglia. Lì sprofondavo nei mondi creati dalla lettura dei romanzi che passavano per casa, primo fra tutti Piccole donne, del quale ho amato, naturalmente, il personaggio di Jo.
Non mancano in questo romanzo citazioni letterarie e musicali. Come potevo non innamorarmene?
Titolo: Ho un castello nel cuore
Autrice: Dodie Smith
Editore: Rizzoli
Pag.: 540
Prezzo: 15,90 (cartaceo) 6,99 (ebook)
ISBN: 9788817080934
L’ha ribloggato su LibriPensierie ha commentato:
Un romanzo adatto a chi vuole sognare. Come sempre, ambientazione inglese.
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#maquantosonobello, #maquantosonofigo, #maquantosonointelligente 😉 😀
Guarda lo leggerei solo,perchè anche a te non è piaciuto IL REGNO di Carrere.
Boiata,di cui i soliti radical chic mi dicono “ma come non l’hai capito” NO “ma la sua analisi introspettiva della fede?” Ecco da allora sono diventato INFEDELE (a Carrere)
Felice giornata
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È proprio per questo che ho dovuto ricorrere a questo libro “leggero”, per riappacificarmi con la lettura.
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Stessa cosa con l’Houellebecq di quest’anno (qui recensito da Tyreal)
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concordo anche su questo 🙂
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@adour: mi fai troppo ridere!
@agata: la copertina è veramente bellissima. grazie della recensione 🙂
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