Avete presente l’espressione: triste come una tragedia greca? ecco, questo libro è una tragedia greca in piena regola. Tranne la mancanza dell’unità dello spazio e del tempo, per il resto abbiamo tutto quello che serve per l’inevitabile apocalisse.
La storia universale si intreccia con quella personale del protagonista , Johannes Angelos, che incontra nelle prime pagine la donna della sua vita. Gli Amanti di Bisanzio ha la forma di un diario personale, scritto da Angelos, durante gli ultimi mesi della città. Attraverso i suoi occhi ripercorriamo la caduta di Bisanzio, della seconda Roma, del baluardo della cristianità e la fine dell’impero d’Oriente sotto i colpi dei musulmani ottomani, sotto lo sguardo spietato di leone e volpe di Maometto II.
La narrazione parte il 12 dicembre 1452 con l’incontro di Angelos e Anna Notaras, personaggio storico realmente esistito, erede della più importante famiglia di Bisanzio dopo quella reale e figlia del Megaduca difensore della città.
L’intreccio è complesso: Genovesi e Veneziani a contendersi la difesa della città, la gloria o il diritto alla vita, ungheresi e balcanici a fare il doppio gioco. Tradimenti, machiavellici giochi di potere, forza dell’onore e voglia di vivere si sovrappongono in un susseguirsi di accadimenti, prima lenti in una Bisanzio che quasi sonnolenta scivola verso la rovina e poi freneticamente protesa alla fine di tutto, alla propria scomparsa. Un climax complesso ma coerente che continua fino alla fine nell’intreccio pubblico e privato.
Il colpo di scena e la rivelazione della reale identità di Johannes Angelos poco aggiunge alla sorte della città e all’economia del romanzo, se non amplificare il senso di tragedia e la portata della disfatta. La fine di ogni speranza.
I personaggi sono ben costruiti, ma a tratti risultano accademici, quasi stereotipati. Si muovono più come le pedine di un gioco dettato dal fato che come portatori della propria volontà.
La grandezza del romanzo è nella capacità di ricostruzione del paesaggio e del contesto, nella precisione della documentazione storica. L’opera è di estrema veridicità, perfettamente dettagliato con un’attenzione al particolare e alla costruzione dei personaggi storici cui Waltari regala un volto umano. Sono innegabili forzature nella figura del protagonista in cui si sommano troppi aspetti (teologo, guerriero, monaco, aristocratico, comandante, nobile, romano e greco, cristiano romano e ortodosso). Sullo sfondo della vicenda la dicotomia Oriente-Occidente, il contrasto tra Chiesa d’Oriente e Chiesa Romana. La teologia è usata come pretesto alle mere vicende umane, a difesa di posizioni di potere e irredentismi ormai superati.
L’opera è potente, ma molto lenta. La fatica della lettura è data dalla meticolosità delle descrizioni sia esteriori che introspettive. I personaggi molteplici apportano il loro punto di vista, sebbene la voce sia sempre quella di Angelos. Per questo a volte la narrazione diventa ridondante e le informazioni tendono a sovrapporsi e a sbiadire.
La curiosità suscitatami dal libro e alcune riflessioni moderne, mi hanno portato ad approfondire il contenuto e a scoprire, grazie all’edizione della casa editrice, un altro livello di lettura. Waltari scrive questo libro dopo il conflitto tra Russia e Finlandia. Gli Amanti diventa quindi uno strumento per trasporre la tragedia vissuta dal suo paese e le atrocità perpetrate attraverso la prospettiva storica. Angelos diventa uno strumento per chiarire la superficialità delle scelte del potere, l’opportunismo umano e la facilità con cui l’uomo si abbandona alla bestialità (Angelos parla dell’era della Bestia). Il romanzo, dunque sottintende una via di fuga da una realtà che non si può ignorare e che segna la poetica dell’autore.
Come finisce? male, molto male, senza spoiler, secondo voi come può finire? presente come finisce la seonda Roma? ecco… Angelos è portatore di valori di un mondo che soccombe e non può sfuggire alla logica.
Consigliato: agli appassionati di romanzi storici e tormentate storie d’amore, però dovrete essere in un periodo di concentrazione massima
Sconsigliato: lasciate perdere, se la complessità e i diversi livelli di lettura vi affaticano e se siete in un periodo pesante
P.S ancora una volta Iperborea ci restituisce un grande libro della cultura scandinava
Autore: Mika Waltari
Titolo: Gli Amanti di Bisanzio
Editore: Iperborea
Lingua originale: finlandese, traduzione in italiano N. Rainò
Lunghezza stampa: 320 pp
ISBN: 8870915298
Prezzo di Copertina: 16,58€
Mi sa che passerò. Però bella rece! 🙂
"Mi piace"Piace a 1 persona
L’ha ribloggato su LibriPensierie ha commentato:
Tatiana Larina e la letteratura scandinava.
"Mi piace"Piace a 1 persona
e fai bene, Pyto 😀
"Mi piace"Piace a 1 persona
Pyto sta leggendo il seguito di esco a fare due passi 😀
"Mi piace"Piace a 1 persona
Naaah! Ho finito iersera “Dimentica il mio nome” (Zerocalcare). Rece a brevissimo. Tiè! 🙂 Però mi incuriosiva “la risposta di colore a fabio volo”….
"Mi piace"Piace a 3 people
la rece a zerocalcare l’attendo! grazie ilpyto!!
ps per tatiana: bella bella recensione. ma le copertine di Iperborea quanto sono belle?
"Mi piace"Piace a 2 people
hanno cambiato la grafica, maledetti! non posso crederci
"Mi piace"Piace a 2 people
Pyto, se vuoi continuare a stroncare spazzatura vai pure, pero’ poi mi preoccupo per la tua salute mentale! invece aspetto con ansia la rece di zerocalcare!
"Mi piace"Piace a 2 people
come se Fabio Volo meritasse una risposta 😀
"Mi piace"Piace a 3 people