Il Tropper non stroppia.

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Ultimamente mi faccio di Tropper. Dosi massicce. L’unica controindicazione: crea dipendenza.

Di Jonathan Tropper, classe 1970, scrittore americano, una moglie e tre figli, per ora ho letto  Tutto può cambiare e Portami a casa.

In Tutto può cambiare il protagonista è Zachary King, trentaduenne newyorkese. Fidanzata strepitosa che sta per sposare, lussuoso appartamento nell’Upper Side di un amico arricchito e fannullone, lavoro ben retribuito. Tutte le carte in regola, dunque, per una vita felice. Ma, appunto, tutto può cambiare. Soprattutto se hai un padre che non vedi da vent’anni, si fa di Viagra dalla mattina alla sera e ripiomba improvvisamente nella tua vita, non si sa bene per quale motivo, sconvolgendo equilibri familiari precari.

Stai pensando a una donna mentre cerchi di contattarne un’altra e, a dispetto di questa apparente abbondanza di presenze femminili, ti senti terribilmente solo e sconsolato, così, quasi senza riflettere, ti dirigi verso la casa di una terza donna, tua madre. Deve essere una decisione impulsiva perché, a livello conscio, capiresti subito che è un grosso errore. Da qualche parte c’è uno psicoterapeuta seduto da solo nel suo ufficio, a fissare la porta, sperando in un paziente come te.

10048706_portami-casa-di-jonathan-tropper-0In Portami a casa il protagonista invece è Judd Foxman. Anche Judd è sposato ad una ragazza stratosferica, che lo ha appena tradito con il suo capo. Judd, senza casa, senza lavoro e senza moglie torna a casa dalla propria famiglia per il funerale del padre.  Che, tra le ultime volontà, ha espresso quella che la sua famiglia osservi la Shivà, una settimana di lutto prevista della religione ebraica, dove si rimane tutti assieme accogliendo gli amici e i conoscenti che vengono a porre le condoglianze.

La famiglia di Judd  è formata da una madre-vedova dalle vedute molto aperte, che ha allevato i figli parlando tranquillamente di sesso, masturbazione e quant’altro all’ora di cena, da due fratelli maschi e una sorella ognuno con i propri problemi che vivono in modo davvero “stretto” questa forzosa convivenza.

ore 7.43 Non c’è nulla di più pateticamente ottimista dell’erezione mattutina. Sono depresso, disoccupato, non amato, confinato in un seminterrato e in lutto, eppure eccola lì, ogni mattina puntuale come un orologio, che si alza a salutare la giornata, facendo capolino dalla mia patta, presuntuosa e palesemente inutile. E ogni mattina mi ritrovo ad affrontare lo stesso dilemma: masturbarmi oppure orinare. È l’unico momento della giornata in cui sento di avere delle alternative.

La famiglia di Judd porta in scena i problemi delle famiglie di oggi. Separazioni, figli accuditi da madri (quasi) sole, figli desiderati che non arrivano, tradimenti, fallimenti e qualche bel litigio.

La narrazione è a forma di diario, i dialoghi sono grandiosi, si ride senza scadere mai nel cattivo gusto. E non c’è noia, da buon sceneggiatore ad ogni capitolo corrisponde un (quasi) colpo di scena.

Consigliato: a chi vuole rilassarsi, sorridere, partecipare a vite bizzarre ma non per questo meno vere di quelle reali.

Titolo: Tutto può cambiare
Autore: Jonathan Tropper
Editore: Garzanti
Pagine: 318
Prezzo: € 10,90

Titolo: Portami a casa
Autore: Jonathan Tropper
Editore: Garzanti
Pagine: 364
Prezzo: € 9,90

9 risposte a "Il Tropper non stroppia."

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  1. Mi sembra una lettura in linea con i film di woody allen,fra il comico e il patetico.Mi vengono in mente i racconti della Paley,di Auslander (“il lamento del prepuzio”),certe pagine di Philip roth,è una lettura ideale sotto l’ombrellone.La spiaggia resta comunque il posto più scomodo dove leggere,la sabbia il sole accecante,eppure gran parte dell’umanità si mette a leggere proprio lì…..cose dei pazzi,cose dei pazzi(come ho sentito dire in Sicilia).

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